MONTEPRANDONE- La tutela delle donne vittime di violenza fisica e psicologica è stato il tema affrontato durante la tavola rotonda, tenutasi venerdì 24 maggio 2024, al Centro Pacetti di Monteprandone. Per parlare di questo delicato argomento erano presenti l’avvocato Francesca Biancifiori, presidente di Giustizia Donna, la dottoressa Catiuscia Settembri, psicologa e psicoterapeuta, l’ispettrice Silvia Michelangeli e il sovrintendente capo Anna Del Gaudio, entrambe della Polizia di Stato

Dopo una breve introduzione della Dirigente scolastica dell’IC Monteprandone, Roberta Capriotti, sull’importanza della tematica della violenza contro le donne, ha preso la parola l’avvocato Francesca Biancifiori che ha esordito dicendo che questo è “Un grave problema socioculturale e che i dati ufficiali ci dicono che dall’inizio dell’anno sino ad oggi sono state uccise, in ambito domestico, 30 donne e di queste 17 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. La violenza sulle donne purtroppo non conosce tregua e colpisce tra mura domestiche e sulla strada”. La legale ha  affermato “Questa è la ragione che mi ha spinto, insieme alla dottoressa Settembri, a costituire l’associazione Giustizia Donna che presiedo e che ha come finalità principale la prevenzione del contrasto alla violenza maschile contro le donne”

“La nostra associazione opera attraverso uno sportello di ascolto” ha continuato l’avvocato “che si trova al paese alto di San Benedetto, all’interno dell’Istituto Santa Gemma. Qui le donne possono trovare accoglienza, sostegno psicologico e tutela legale ma l’associazione può svolgere al meglio la propria attività grazie alla collaborazione con tutti gli altri soggetti che fanno parte della rete antiviolenza cioè le forze dell’ordine, i servizi sociali, i presidi medico ospedalieri e i consultori familiari”

La Biancifiori ha poi parlato in termini normativi di varie forme di violenza invitando a denunciare laddove si verifichino atti e gesti lesivi della dignità della donna

È seguito l’intervento della dottoressa Settembri che ha iniziato con queste parole “Dobbiamo educare i nostri figli all’amore. Dove apprendono i nostri figli ad amare? A casa. Un neonato nel primo anno di vita apprende la sintonizzazione affettiva. Questo significa che se la mamma è serena, anche attraverso l’allattamento, il bambino percepisce il benessere della stessa. Crescendo vede anche come i genitori si amano e questo amore va a costruire la propria mappa interiore per cui già a 7/8 anni ha già una mappa amorosa dentro di sé cioè sa che tipo di relazione vuole da grande”

La dottoressa ha poi sottolineato che “Se un bambino sviluppa l’empatia è difficile che metta in atto atteggiamenti di prevaricazione nei confronti dell’altro. Il problema di oggi è che i ragazzi stanno sviluppando una psico-apatia cioè assenza del sentire perché non l’hanno sviluppata nel corso degli anni”.

La relatrice ha poi spiegato in che cosa consiste la relazione patologica, evidenziando come questo fenomeno sia molto diffuso, oltre che tra gli adulti, anche tra i giovani e come essa sia una relazione perversa in quanto ha delle conseguenze come isolamento, bassa autostima e dispercezione di sé per cui la donna o ragazza non si riconosce più

Nel suo intervento poi l’ispettore Silvia Michelangeli ha illustrato le misure di prevenzione e quelli che sono definiti i codici rossi aggiungendo che, trattandosi spesso di violenze domestiche, è difficile scoprile per cui ha detto “o le vittime si rivolgono ai nostri uffici o alla consulenza dei centri antiviolenza o ai centri di emergenza. A volte arrivano anche segnalazioni dal personale scolastico o sanitario”. L’ispettrice ha anche spiegato cos’è l’ammonimento del questore mettendo in evidenza che “È un atto amministrativo antecedente e propedeutico all’azione penale, strumento importante per contrastare i maltrattamenti. Introdotto con la legge 38 del 2009, consiste in un intervento del questore che intima colui che maltratta a comportarsi nei termini di legge”

Il sovrintendente capo Anna Del Gaudio infine, riprendendo alcuni interventi fatti dai presenti, ha preso la parola facendo notare che “Oggi c’è un super-io radicato e non c’è più un “noi”, non c’è più la relazione ed è molto più comodo dare un cellulare a un bambino piuttosto che dedicargli del tempo perché i tempi sono cambiati. Anche non dare o togliere il cellulare a un figlio non è facile e quello che destabilizza e impedisce la crescita del ragazzo sono i social diventati manipolativi e distraenti da relazioni sane”

La partecipazione del pubblico è stata corale e i numerosi  interventi degli astanti hanno dato vita a un intenso dialogo. Ciò mette in luce come è necessario promuovere incontri di sensibilizzazione inerenti questa tematica molto attuale e complessa