SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Proseguono le indagini per capire causa e dinamica del naufragio della scorsa notte avvenuto a largo di San Benedetto del Tronto, dove – si ricorda – un grande peschereccio è affondato a seguito di una forte collisione con la piattaforma inattiva di estrazione del gas Fabrizia 1.
Qui il nostro articolo precedente:
Peschereccio affonda a 6 miglia da San Benedetto, salvati i tre pescatori
Già nella notte, gli uomini e le donne della Guardia Costiera picena, sotto la guida del Comandante Alessandra Di Maglio, hanno ascoltato tutti i membri dell’equipaggio del peschereccio affondato, oltre che i marittimi che per primi hanno prestato soccorso.
Alle prime luci dell’alba, poi, sfruttando una finestra meteo favorevole, mezzi aerei, navali e subacquei della Guardia Costiera hanno setacciato la zona del sinistro alla ricerca del relitto del peschereccio Antonio Padre e al fine di monitorare il tratto di mare da possibili inquinamenti.
Le ricerche sono state condotte dal 1° Nucleo Subacquei di San Benedetto del Tronto a bordo del gommone GC B080, dal gommone GC A15 e dall’elicottero AW139 della Base Aereomobili della Guardia Costiera di Pescara sotto il coordinamento della Centrale Operativa del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Intorno alle 10 il relitto è stato individuato nei pressi della piattaforma Fabrizia 1, adagiato su un fondale di 20 metri.
La Capitaneria di porto ha emanato apposito avviso ai naviganti e raccomanda la massima prudenza a tutte le unità in navigazione nella zona interessata dal naufragio.
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