Con l’ospite Fernando Ciarrocchi, scrittore e giornalista, abbiamo dialogato sul mondo dell’informazione e della cultura.
Fernando Ciarrocchi è iscritto all’Ordine nazionale dei giornalisti-elenco pubblicisti dal 10 giugno 1989. Laureato in giurisprudenza, ha ricoperto diversi ruoli: componente della redazione del settimanale diocesano L’Ancora, responsabile regionale della Federazione italiana dei Settimanali Cattolici, consigliere nazionale della Federazione italiana dei Settimanali Cattolici. Ha collaborato a titolo di volontariato con alcuni quotidiani locali e nazionali tra cui L’ Osservatore romano, Avvenire e Famiglia Cristiana con articoli e servizi. Attualmente è responsabile del servizio cultura -sport- stampa del Comune di Monteprandone e Vice Presidente del Centro studi di San Giacomo della Marca.
Parlando della sua passione per il giornalismo, nata fin dagli anni ginnasiali, ha detto queste parole: “È stata una passione che si è sviluppata sempre di più poi ancor di più quando è diventata utile a qualcosa come scrivere di cronaca e come rendersi utile anche alla comunità informandola”
Molto interessante è stato affrontare l’argomento di cosa significa dare informazioni oggettive in un mondo dove spesso le notizie vengono date in modo distorto e non autentico anche per un uso sbagliato dei social e dei mass media. Fernando Ciarrocchi a tal proposito ha detto che” oggi più di ieri è la sfida delle sfide perché un buon giornalista o almeno un giornalista che deontologicamente possa più o meno definirsi tale, ha un dovere che è quello della verità. Il primo riscontro della verità lo si fa con le fonti quindi bisogna sempre avere delle fonti credibili e verificabili e questa, secondo me, è la conditio sine qua non, perché si possa dare un’informazione oggettiva, vera e reale”. Ha aggiunto “La figura del giornalista è fondamentale perché il giornalista con i suoi doveri deontologici a cui deve richiamarsi, è colui che media tra la notizia e la stampa quindi è la sua mediazione che è necessaria ed è fondamentale affinché sia sui social che sul cartaceo comunque la notizia risulti vera.”
Riguardo la sua pubblicazione Rassegna Stampa, una raccolta di tutti i suoi articoli scritti dal 1987 al 2014, il nostro giornalista ha asserito “ho ritenuto importante fare questa raccolta di articoli perché li ho considerati come un contributo alla storia locale cioè un modo diverso sicuramente di fare storia, è un modo diverso di raccontare la cronaca perché è il giornalista che ha composto quei testi riferiti a determinati avvenimenti e determinate circostanze e situazioni”.
Sulla cultura diverse sono state le sue considerazioni e tra esse il nostro ospite ha voluto sottolineare che “la cultura rappresenta uno stato su una condizione che permette all’uomo di affrancarsi da tante schiavitù, quindi permette all’uomo di essere libero, di pensare con la propria testa, di avere una propria visione di critica e di dare un contributo fattivo alla società. Cultura vuol dire crescere ma vuol dire crescere socialmente, umanamente ma vuol dire crescere anche economicamente perché cultura significa progresso”
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