SAN BENEDETTO – Domenica 5 novembre 2023, New York ha ospitato la 52ª edizione della Maratona, un evento di fama mondiale e parte delle Abbott World Marathon Majors, insieme a Berlino, Chicago, Tokyo, Boston e Londra.

Tra i 51.933 partecipanti, ben 2.482 provenivano dall’Italia. Tra questi coraggiosi runner che hanno attraversato i cinque quartieri della città, da Staten Island a Manhattan, tagliando il traguardo con determinazione, c’è anche la dottoressa Veronica Gasparetti, 32 anni, di San Benedetto. 

Veronica condivide la sua avventura oltre oceano con emozione: “È stata un’esperienza pazzesca, dalla commovente e adrenalinica partenza sul Ponte di Verrazzano fino all’arrivo sfiancante, ma esaltante, in Central Park. La preparazione è stata intensa, tra rinunce e sacrifici, ma una forte infiammazione ha complicato gli ultimi allenamenti a un mese dalla partenza.”

I 42,195 km di percorso fatto di ponti e dislivelli fino a 70 mt hanno messo alla prova Veronica, che, però, vicina all’arrivo, ha ritrovato la grinta per farcela: “A due chilometri dall’arrivo ho superato un ragazzo di colore, giovanissimo e con evidenti disabilità motorie. In quel momento ho portato una mano al cuore ed ho pianto. Ho ringraziato la vita per avermi dato le benedizioni che ho, per la salute e l’amore di cui sono circondata, e ho corso con tutte le energie che avevo fino alla finish line”.

La maratona per Veronica non è stata solo uno sforzo fisico, ma anche mentale: “Da questa esperienza ho imparato molto. Le salite e le discese di New York sono una metafora di vita. Ci saranno sempre momenti in cui ti senti al top e altri in cui vorresti mollare tutto, ma se persisti ad andare avanti e ti lasci ispirare dagli altri, se metti in gioco coraggio e tenacia, arrivi alla meta. È questione di mentalità e focus sull’obiettivo, per compiere un passo dopo l’altro anche quando la salita è ripida, consapevoli che prima o poi, se ci credi, il traguardo arriva”.

La corsa è una passione di famiglia per Veronica, ispirata dal papà Bernardino. “Ho iniziato a correre per svago dai tempi dell’Università e da due anni ho iniziato a partecipare a gare locali con l’aiuto dell’allenatore Ivan. La frase che mi motiva è ‘la fatica passa, l’emozione resta’. Ma mai avrei pensato di volare a New York, e per ben due volte! Per questo ringrazio il Micap che ha trasformato il mio modo di pensare e di agire, spronandomi a perseguire traguardi più ambiziosi e credere nelle mie capacità”.

Si riferisce al Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni, del dottor Ceré, un percorso di studi di tre anni altamente professionale e tra i più sfidanti d’Europa. Infatti, oltre allo studio della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e di specialistiche quali Leadership in Azione, Negoziazione Complessa e Marketing Strategico Automatizzato, sfida gli studenti anche fisicamente con prove estreme: superare un Campo di sopravvivenza (6 notti e 7 giorni con sole 4 scatolette di cibo, un sacco a pelo, qualche attrezzo di primissima necessità e pochissimi
indumenti) e correre la Maratona di New York.

Veronica ha accettato la sfida del Master e in due anni ha superato tutte le prove, sia teoriche che fisiche, trasformando la sua vita. Oggi è certificata Real Result Coach, insieme al suo compagno Marco Esposito, vicino a lei in ogni impresa.

Ho il privilegio di avere al mio fianco un compagno con cui condivido sia la vita che il lavoro. Ci occupiamo di Comunicazione e siamo entrambi Mental Coach: accompagniamo persone e aziende a scoprire quali sono i loro talenti, a gestire meglio le proprie emozioni, a raggiungere i propri obiettivi”.

Intanto che si prepara per una prossima vittoria, Veronica celebra questa impresa con la medaglia al collo con la commozione negli occhi e il desiderio di poter ispirare altre concittadine a trasformare le proprie sfide in trionfi.