FAKE NEWS SÌ? MA NON NOSTRE.  Nostre sicuramente no, mentre altri, in particolare chi ha scopiazzato il nome della nostra testata, sono abituati alla pubblicazione di notizie non verificate.

Veramente ridicolo che sarebbero stati chiamati dalla Polizia per riferire che non è vero quanto da noi riportato con testimonianze e tanto di telefonata alle Forze dell’Ordine di alcuni cittadini. Infatti, se così fosse stato, la Polizia avrebbe commesso un grave errore, visto che sarebbe dovuta venire da noi per verificare l’accaduto. Cosa che a me non risulta. Lo spiego con un paragone blasfemo. Vi immaginate che, in seguito ad una notizia riportata dal Corriere della Sera, le Forze dell’ordine chiamano la sede di Repubblica per dirgli che non è così. Sveglia!

Nello specifico si sta facendo passare un messaggio veramente assurdo, e cioè che esiste un posto nel mondo dove i bimbi possono essere lasciati incustoditi, perché il pericolo che vengano portati via da malintenzionati non esiste. Pazzesco. Chi parla di ‘procurato allarme’ sbaglia di grosso perché si tratta semplicemente di “allarme”. Basta chiedere ai titolari dello chalet-ristorante Nord-Est.

PROVE DI VERE FAKE NEWS

Tutta la redazione mi chiede da tanto tempo di portare in Tribunale la testata per incriminarla di plagio. Fino a ieri ho preferito ignorare ma adesso non posso farne a meno, dopo l’ ennesima fake news, sempre loro non nostra.

Una fake news che ha fatto seguito ad altre (quelle che elenco sono una minima parte) che ho detto a voce nel mio Disappunto di giovedì e che ripeto qui per una maggiore comprensione. Eccone tre, con nomi e cognomi.

1-Un giorno mi telefona Don Gianni Croci, parroco della Parrocchia San Filippo Neri: “Nazzareno avete scritto che è morto l’arcivescovo Chiaretti, non è assolutamente vero (morirà alcuni giorni dopo! ndd). Correggete per favore”. Rispondo “Sto per strada, fra poco controllo”. Dopo di che, lo richiamo: “Don Gianni, noi non abbiamo pubblicato quanto mi hai riferito”. Hai ragione Nazzareno, è stata ‘Nuova Riviera’. Scusami”

2-Vi ricordate quando una persona è stata trovata morta sotto il ponte di Ragnola. Mi trovavo davanti al Caffè Sciarra quando mi arriva una telefonata dal tono minaccioso. “Sono una parente (non ricordo il nome) della persona trovata sotto il ponte, ma che cacchio avete scritto? Non c’è stata nessuna autopsia, io vi denuncio”. La mia risposta è la stessa: controllo. Richiamo. “Noi non abbiamo scritto nulla, si informi meglio”. Come Don Gianni la signora richiama per dirmi. Vi chiedo scusa, è stata Nuova Riviera”

3-Era una domenica mattina, la dottoressa Paci della neurologia del “Madonna del Soccorso” mi chiama per dirmi che, su un episodio accaduto nel suo reparto, abbiamo detto falsità incredibili. Stessa mia risposta, stessa contro risposta della dottoressa: Vi chiedo scusa, è stata Nuova Riviera”.

Ne ho citati solo tre con persone che possono testimoniare in qualsiasi momento ma sono tantissimi coloro che fanno confusione, grazie alla bravata nella scelta del nome con lo scopo di sfruttare la nostra popolarità già ultra decennale. Dal 1992. Oltre 30 anni fa.

L’ultimo episodio egualmente eclatante guarda l’attualità, visto che siamo stati accusati con un’altra fake news atta a smentire una nostra notizia.

Quest’ultima addirittura esemplare ma anche ridicola. Un lettore ad una mia collaboratrice: “Ma che avete fatto, prima date una notizia poi la smentite con un giornale (Nuova Riviera) che gestite sempre voi?”. Non ho parole per commentare anche se a Guido Speca abbiamo spiegato come stanno le cose. Il riferimento è sempre alla vicenda accaduto presso lo chalet Nord-Est.

ACCADUTO A GROTTAMMARE SE NE VUOLE OCCUPARE IL COMUNE DI SBT!

Inoltre ho appena saputo che del “caso” se ne vorrebbe occupare il Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto senza che io, direttore, sia stato interpellato. Nemmeno in una “Repubblica delle banane” succedono cose simili.

Un altro particolare tra lo strano e il ridicolo. L’episodio è accaduto in territorio di Grottammare e invece se ne vorrebbe interessare il comune di San Benedetto del Tronto. Non sarebbe un cattivo segno, se Spazzafumo & C. si fossero finalmente convertiti alla Città Grande.

Eppure mai finora sono stati presi in considerazione due comitati“pro Città Grande”. Il primo  fondato dal sottoscritto ed ora portato avanti da Paolo Virgili e Nazzareno Torquati, in primis. Entrambi sogniamo che un giorno diventi realtà.  Purtroppo non è così. San Benedetto del Tronto continua ad essere messa molto male.

Nella speranza che questo mio ennesimo editoriale (l’unico a farli come preciso dovere di un Direttore Responsabile) chiarisca le idee a tutti i cittadini del Piceno, aggiungo che adesso basta. Mi sono rotto i ‘cosiddetti’.

Gradirei commenti nel merito che non arriveranno sicuramente viste le verità inconfutabili che ho sopra descritto. Anche perchè, in questo particolare caso, la presenza di falchi e sciacalli è molto chiara.