La Samb non c’è più. Dico Samb perché è da sempre la sintesi della storia centenaria grigio-rossoblu giunta a conclusione. Una “grande Impresa” storica e vergognosa più di tutte le altre, riuscita ad un personaggio che il sottoscritto ha cercato subito di evitare ma, come è spesso accaduto in precedenza, i soliti noti lo hanno fatto dopo che i… buoi erano scappati.

Come volevasi dimostrare: “Per la PRIMA VOLTA scompare il glorioso nome”, frase non mia ma del Corriere Adriatico di oggi. Per cui ringrazio l’autore dell’articolo, Luca Bassotti, per averlo capito e fatto capire.

E sì, perché la realtà è che fino ad oggi la prima squadra calcistica di San Benedetto del Tronto non aveva mai perso la sua denominazione ma soltanto fatto modifiche alla dicitura societaria per motivi tecnici. Insomma è restata sempre la stessa seppur in categorie tipo Eccellenza e Quarta Serie, che non le competevano vista la storia magica vissuta tra il 1956 e il 1989.

Aggiungo, onde evitare fraintesi e malevole interpretazioni, che va ringraziato l’ex Porto d’Ascoli di Vittorio Massi se il nostro territorio e quindi il nostro bellissimo stadio avrà una squadra di calcio in serie D invece che in categorie addirittura inferiori a quelle che ha vissuto con grande sofferenza dal 1993 ai nostri giorni, con intervalli mai diventati stabili.

Dire però che è la Samb è ancora viva non è giusto. La sua storia è stata demolita, per cui si può costruirne un’altra ma sostituirla no. Tra l’altro con modalità che hanno poco a che fare con legalità e metodi civili. Ripeto: i cittadini sambenedettesi di buon senso, non hanno condiviso e non condivideranno mai, striscioni intimidatori e accuse letteralmente inventate per paura che la Samb non morisse. Tanto meno è bello vedere chi esulta sulla sua tomba.

Inizia oggi con Massi & C. un’altra avventura che potrebbe emulare… la prima e anche fare meglio. Perché no? La realtà è questa tutto il resto è chiacchiera.

Se posso dire la mia, io nei panni di Massi, avrei aspettato la fine della Samb che lui stesso e altri ritenevano scontata al 1000×1000. Quindi perché ricorrere all’eutanasia.

Il sindaco mi avrebbe supplicato di non far morire il calcio a Sbt e magari rilanciarlo verso gli stessi lidi della defunta, partendo a ridosso del professionismo. Si sarebbero evitate  anche divisioni in atto che nessuno può negare.

Avrei evitato grandi proclami (li ritengo pericolosi e anche inutili) e promesso che, come fecero i pionieri del periodo 1953-1956, di preparare le basi con un progetto biennale o triennale per capire bene gli umori della città sportiva e arrivare ad una società sempre più forte e coesa.

A proposito di umori, ho invece  l’impressione che le basi create abbiano alla base quelli dei cosiddetti ultrà che, oltre ad essere una “clientela” minima seppur appassionatissima, potrebbero rappresentare un problema di dipendenza. Non vanno demonizzati ma moderati sì.

Lo hanno dimostrato le società che in tempi recenti  hanno detto in modo chiaro ai “tifosi della curva” che gradiscono molto il loro aiuto in termini di incitamento ma che finisca lì. La squadra è di tutti.

Da giovani, io e i miei coetanei, andavano a vedere la partita al ‘prato’ del Ballarìn, poi denominato ‘distinti’, incitavamo la squadra, la criticavamo anche con brutte parole ma tutto senza nulla pretendere. Non ci veniva assolutamente in mente il pensiero che, chi gestiva la società doveva ringraziarci perché andavamo a vedere la partita, ci andavamo perché ci piaceva e tutto finiva lì.  Come dicevo sopra, molte società hanno preso decisioni coraggiose perché hanno capito che certi condizionamenti allontanano altri sportivi non il contrario. Il futuro è questo.

A proposito di chi si ostina a ritenere che l’attuale esclusione della Samb da tutto il calcio è simile a quelle di Fiorentina/Florentia, Bassano/Vicenza, Pro Piacenza/Piacenza, Real Vicenza/Vicenza, Matelica/Ancona chiarisco che non è così.

La società Fiorentina ha acquisito il Florentia  per non scendere in categorie più basse, Il Vicenza ha chiesto al patron del Bassano di lasciare la squadra e farla giocare al Menti (tanto è vero che non è diventato Bassano-Vicenza), il Pro Piacenza ha provato a ‘sostituire’ il Piacenza (che è rimasto nel calcio) ma è miseramente fallito e sparito, stessa cosa il Real Vicenza. La storica Ancona ha usufruito del titolo del Matelica ma è rimasto l’Ancona, dopo un anno di doppio nome. Insomma non è mai successo il contrario. A buon intenditor poche parole.

Come ho detto sopra, la realtà e anche la fortuna, è che, alla gloriosa Samb, è subentrata una nuova squadra di San Benedetto del Tronto (poteva essera Riviera Samb, il Torrione o non so chi)  che oggi si chiama San Benedetto Calcio. Società alla quale auguro un futuro roseo come lo è stato quello creato dall’allora ‘diesse’,  Lucio Palestini, dai pescatori e da illuminati imprenditori di quegli anni 50.

Dire “Forza San Benedetto Calcio”, con i dovuti e necessari distinguo, non è quindi una bestemmia. Chi invece la ritiene una bestemmia o è in cattiva fede o ha motivi che poco hanno che fare con il calcio ma magari per meri interessi personali ed economici. È adesso la prima squadra del nostro territorio ma forse qualcuno ritiene che… l’abito fa il monaco.

Per il resto confermo che il sottoscritto è da sempre contrario ad ogni genere di prevaricazioni, di prepotenze, di violenze, di soprusi, di atti illegali e incivili. Chiaro?