
SAN BENEDETTO – Devo per forza tornare al mio ‘disappunto’ sul consigliere comunale Umberto Pasquali che, dopo aver ‘tifato’ per anni a favore dell’ospedale unico tra Ascoli e San Benedetto, non ha proferito parola durante la firma per la costruzione di un ospedale nuovo a Ragnola. Un silenzio, durante la cerimonia, che ho ritenuto contraddittorio al suo reale pensiero.
A quanto pare non è così e l’ho capito da una sua telefonata nella quale mi ha spiegato perché: “Direttore, io non ho assolutamente cambiato parere e lo riaffermo: costruire un ospedale in zona Ragnola è sbagliato. Evidentemente non è stato attento quando, in Consiglio comunale, ho ribadito senza peli sulla lingua che è una decisione demenziale”
Sicuramente, ma poi, credo ‘per amor di patria’, ha votato a favore della decisione, pur ritenendola una ’scemenza’ come la considero anch’io. Comprensibile ma… mica tanto: “Non sono un ‘ribatta frittelle’. Ritengo semplicemente che bisogna pensare più al contenuto che al contenitore. La cosa migliore sarebbe quella di iniziare, da subito, a riempire il “Madonna del Soccorso” di tutto quello che un giorno finirà nel nuovo ospedale. Serviranno, infatti, almeno dieci anni per metterlo a regime. Di Primo Livello seppur condiviso con Ascoli Piceno, così come ha deciso la Regione Marche”
A parte la demenzialità di mezzo ospedale qui e mezzo ad Ascoli, gli ho fatto i complimenti perché l’idea mi sembra geniale per più motivi: Acquaroli e Saltamartini, dopo quello che hanno detto lunedì in aula consiliare, non possono tirarsi indietro. Insomma quella divisione dei 13 reparti e dei servizi che identificano un ospedale di Primo Livello, va attuata subito perché, nella lunga attesa, un contenitore (ristrutturato recentemente) c’è. Oggi infatti è un contenitore vuoto o quasi. Una richiesta che potrebbe far… cascare l’asino! Bravo Pasquali.
Per finire, il mio primario emiliano di Laboratorio, il professor Mucci, amava dire questa frase: “Ottimo disse e… vomitò”. Speriamo che il tutto si realizzi prima dei tre puntini.
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