Foto e Video di Veronica Murgia
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdì 14 luglio dal primo mattino si sono riuniti centinaia di pescatori al porto di San Benedetto, uno dei più importanti scali pescherecci italiani, per protestare contro le nuove politiche UE. Si vuole vietare la pesca a strascico e tagliare le aree di pesca.
Nel dettaglio, il piano d’azione, presentato dal Commissario europeo alla Pesca e all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, va a penalizzare gravemente le marinerie tricolori e gli stessi consumi di pesce. L’obiettivo è che questo piano d’azione sia presto tradotto in una direttiva o in un regolamento vincolanti per gli stati membri.
Ne conseguirebbe l’incoraggiamento alle importazioni dall’estero che sono più pericolose per la salute, come dimostra la black list apparecchiata da Coldiretti Impresapesca. Stilata sulla base degli allarmi alimentari scattati nell’ultimo anno.
Sul molo, mentre le imbarcazioni rumoreggiano con le sirene, i cuochi pescatori continuano a lavorare per preparare i più noti piatti di pesce delle diverse regioni, dal brodetto alla frittura di paranza, che rischiano di sparire dalle tavole.
Ecco cosa recitano alcuni degli striscioni di protesta issati sulle barche: “L’Europa uccide la pesca italiana“, “Pesce sintetico? No grazie“, “Meno pesca, più importazioni“.
La protesta è stata trasmessa live anche sul canale Rai 3. Sono intervenuti il Ministro dell’Agricoltura e la Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, e il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. La loro presenza coincide con la presentazione del Report Coldiretti Impresapesca, “Pesce italiano addio, i rischi delle importazioni”.
Bisogna tenere a mente, come hanno sottolineato le testimonianze, che la pesca non è soltanto un lavoro, ma anche una tradizione che i più portano avanti nel ricordo dell’amore e dei loro cari.
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