GROTTAMMARE – Ecco il nostro precedente articolo dove poter consultare i dettagli e le regole dell’ordinanza. Si passi ora alle reazioni delle persone e ai commenti raccolti in giro per il web.
C’è da dire che se ne sono lette e sentite per tutti i gusti. Per fare una prima sintesi è giusto dire che ci si è divisi fra chi è favorevole alla decisione, giudicandola opportuna; chi è sfavorevole, giudicandola non sufficientemente funzionale; chi è sfavorevole perché contrario.
Molti cittadini si sono scagliati con furia contro bici e monopattini sfrontati, in attesa da tempo di una simile misura di sicurezza e pubblica incolumità. Molti altri hanno tuonato che la fascia oraria di divieto è talmente limitata che questa misura non può giudicarsi di effettiva sicurezza e riguardo per l’uomo. I restanti hanno domandato da che parte dovrebbero allora passare le biciclette, gettando luce sull’inadeguatezza delle piste ciclabili.
L’idea, proseguendo, è quella di presentare delle considerazioni che siano più oggettive possibile. Da una parte chi va in bici è spesso disattento e procede a grande velocità, rappresentando, così, un effettivo pericolo per la circolazione pedonale. Dall’altra, il pedone può dirsi più attento? Deve avere la possibilità di camminare senza una costante paura, certo, ma non con la convinzione di non dover prestare alcuna attenzione perché tutto è fatto su sua misura.
“L’estate è dei pedoni“. Non è giusto giudicare i monopattini più pericolosi delle bici perché tutto dipende da chi li guida. Non è nemmeno giusto dire che l’estate è dei pedoni. L’estate è di tutti e nessuno dovrebbe sudare più del dovuto per ritagliarsi il suo posticino.
Spostando l’attenzione alle zone riservate rispettivamente a bici e pedoni, si noti l’inadeguatezza, ma anche, e soprattutto, il mancato rispetto da entrambe le parti. Per le bici è stata tracciata una strettoia a doppio senso sul lato Ovest, ogni senso di marcia sarà largo sotto al metro all’incirca. I pedoni hanno certamente spazi più ampi riservati, ma, anche per loro, sul lato Ovest, è stata ritagliata una strisciolina non capiente.
Per quello che concerne il rispetto della propria zona di percorrenza, si guarda troppo spesso al ciclista e poco al pedone. Non capita certo raramente di incontrare un pedone spaesato e stancato dal mare fermo in mezzo alla ciclabile. Alcuni camminano senza preoccuparsi di spostarsi o di buttare uno sguardo prima di cambiare improvvisamente direzione. Si voglia anche considerare la soluzione adottata per la piccola casina in legno dove poter fare i biglietti per il trenino turistico, è stato posizionata sulla rientranza di marciapiede all’inizio del lungomare. Urla a gran voce “accalcatevi proprio qui, sulla ciclabile”.
La decisione è stata presa dagli stessi che hanno sposato e finanziato l’iniziativa dei monopattini alla cui guida spesso si vedono sfrecciare ragazzini in coppia, anche al telefono. Ci si domanda se le sanzioni seguiranno la famosa unità di misura dei due pesi, con quale mezzo arriveranno sul luogo le autorità, se lo stesso in procinto di essere sanzionato. Si è già verificato che un papà, che seguiva con la bici sua figlia ancora piccola sulla zona pedonale vicino all’area verde, sia stato redarguito in pieno giorno.
Il punto è uno soltanto il rispetto deve essere reciproco. Al pedone non è tutto dovuto, specie se la sua condotta non è irreprensibile. Il ciclista ugualmente non deve pensare di essere su una pista da corsa dove poter sfrecciare senza alcuna attenzione. Chi va in bici, però, non deve essere discriminato perché sceglie di spostarsi in maniera sostenibile e molte volte educata.
Quello che ciascuno di noi deve fare è ricordarsi, quando si è pedoni, di quando si va in bici; quando si è ciclisti, invece, non bisogna dimenticare di quando si va a piedi. Solamente in questo modo è possibile non pensare di default di meritare a priori continui vantaggi e benefici.
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