SAN BENEDETTO – Dopo aver letto una comunicazione ai giornali del dottor Nicola Baiocchi, per conto del comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”, da lui presieduto, ancora una volta mi sono reso conto che il danno di voler un solo ospedale unico a San Benedetto del Tronto per non averlo per niente se non a 30 chilometri, è stato grandissimo. Complici anche interessi politici personali finalizzati alla conquista di voti che sono poi serviti soltanto al centro destra che, invece, ha ottenuto quello che voleva, facendo diventare di Primo Livello l’ascolano “Mazzoni”, che è alle porte della città delle cento torri. Vista anche l’insignificanza di chi, in Regione, dovrebbe fare gli interessi della sua città, chiedendo che un ospedale di Primo Livello sia più vicino a San Benedetto del Tronto e non a 30 km.

Il mio pensiero che sta diventando anche quello di molti sambenedettesi disinteressati e con la testa sulle spalle, lo conoscete bene. Ma essendo io ‘soltanto’ un giornalista, ho voluto mettere a confronto la lettera di Baiocchi con quello di uno dei più esperti in materia sanitaria, il dottor Claudio Maria Maffei.

Leggete attentamente e fateci sapere chi ha ragione, la mia risposta è scontata. Ecco qua:

Nicola Baiocchi, presidente comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”:

TITOLO: Quando è troppo è troppo”

Le recenti dichiarazioni politiche del PD sull’inammissibilità di due ospedali di 1° livello nel Piceno con 210.000 abitanti, perché “il Decreto Balduzzi non lo consente” e che “farne due sarebbe fuori legge e non sarebbe consentito”, ci obbligano, per l’ennesima volta, a smascherare le falsità e la strumentalizzazione manipolatoria di questi pseudo politici.
Chiediamo quindi, senza però sperare minimamente in un minimo di onestà sui fatti, agli ammiratori di Luciano Agostini e di Anna Casini come mai il piano sanitario votato da Ceriscioli, Casini e Urbinati prevedeva che nell’AV2, provincia di Ancona dovesse esistere un Ospedale unico di 1° livello su TRE presidi: Fabriano, Jesi, Senigallia. E tutto ciò stabilito con atto ufficiale, senza alcuna contestazione. Questi tre presidi, secondo il nuovo piano sanitario del centrodestra, che ha tenuto fermi i dati della precedente Giunta, hanno 76 reparti con 878 posti letto: mentre il nuovo ospedale di Pagliare, sempre secondo Ceriscioli, avrebbe dovuto avere solo 503 posti letto. Inoltre ben 17 reparti sono triplicati e 6 doppi. L’ennesima dimostrazione che per il PD il DM 70 si applica dove fa comodo e si dimentica, senza problemi, dove non fa comodo.
Facciamo altresì notare che mentre in Riviera il PD è contro il nuovo ospedale e a favore di Pagliare, ad Ascoli esponenti dello stesso PD si lamentano per la minima carenza del “Mazzoni”, vera o inventata che sia. Il PD locale, inoltre, si lamenta per la “Medicina d’urgenza pressoché chiusa” senza minimamente interrogarsi sul perché negli ultimi cinque anni ben undici medici abbiano abbandonato il PS-Medicina d’urgenza di San Benedetto. Ribadiamo che questa è una scomodissima domanda politica che tocca aspetti spiacevoli. A questo aggiungiamo che, relativamente ad un nuovo ospedale, è
preoccupante che si pensi prima al consumo del suolo più che alla salute dei cittadini.
Prima di invitare gli attuali amministratori comunali a chiedere scusa, il PD dovrebbe cominciate a chiedere perdono per i suoi imperdonabili errori, a cominciare dal furto dei 43 posti letto del nostro ospedale, donati alla sanità privata, e mai restituiti”
26 giugno 2023

Claudio Maria Maffei, ex direttore sanitario dell’Inrca:

TITOLO: “Nel Piceno un ospedale unico è meglio di due”

Caro Direttore ti rispondo volentieri lasciando perdere il Decreto Ministeriale 70 di cui i cittadini non sanno niente. Parliamo un linguaggio semplice comprensibile a tutti e rispondiamo alla domanda perché è meglio avere un unico ospedale al posto dei due attuali del Piceno.
Primo punto: due ospedali per acuti vicini, specie di dimensioni consistenti come quelli di San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno, tendono a soffocarsi reciprocamente. Infatti, ogni ospedale per funzionare in modo sicuro ha tante “guardie” che coprono le 24 ore per quante sono le discipline che ospitano: la guardia cardiologica, la guardia anestesiologica, la guardia radiologica, quella ortopedica, quella chirurgica ecc. Se ci fosse una sola struttura dove oggi ce ne sono due ravvicinate l’efficienza del sistema ospedaliero aumenterebbe cioè erogherebbe più prestazioni con lo stesso personale, mentre oggi una gran quantità di ore e quindi di personale se
ne va per coprire i turni di notte e quelli festivi.
Secondo punto: un ospedale più usa il personale per coprire le notti e i giorni festivi e meno lavora e fa lavorare il giorno. Questo, tornando al punto precedente, spiega ad esempio perché se
in una rete ospedaliera hai tante guardie cardiologiche avrai poca attività ambulatoriale cardiologica con tanta lista di attesa, se hai tante guardie ortopediche per attività traumatologica
avrai poca possibilità di fare chirurgia ortopedica protesica con tanta lista di attesa, ecc. Quindi voler mantenere in piena funzione i due ospedali del Piceno con troppi reparti dello stesso tipo,
specie vicini tra loro, vuol dire impedirgli di funzionare in modo pieno.
Terzo punto: i medici specialisti (specie di area chirurgica) se nelle strutture pubbliche operano poco e operano soprattutto casi urgenti e gravi tendono ad andare nel privato. Oggi i
professionisti possono scegliere e quindi le strutture pubbliche debbono essere attrattive. Le chirurgie vicine dei due ospedali del Piceno non possono essere attrattive come sarebbero se fossero integrate.
Quarto punto: se gli ospedali vicini non si integrano strutturalmente lo debbono fare organizzativamente. Occorre rendersi conto che se non si integrano i due ospedali del Piceno saranno condannati anche in futuro a funzionare in modo incompleto: ognuno dei due dovrà rinunciare a qualche specialità e le ambulanze continueranno a viaggiare tra un ospedale e l’altro.
Tutto ciò non dipende dal DM 70, ma dalla realtà che ogni operatore probabilmente conosce meglio di me. Comunque per chiudere questo è quello che dovrebbe avere secondo il DM 70 un
ospedale di primo livello e che mai potranno avere sia Ascoli Piceno che San Benedetto del Tronto in piena funzione:
I presidi ospedalieri di I livello, con bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti, sono strutture sede di Dipartimento di Emergenza Accettazione (DEA) di I livello, con Pronto Soccorso
con posti letto sia di Osservazione Breve Intensiva che di Medicina d’Urgenza, dotate dellebseguenti specialità: Medicina Interna, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia e
Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia (se prevista per numero di parti/anno), Pediatria, Cardiologia con Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (U.T.I.C.), Neurologia, Psichiatria, Oncologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Urologia, con servizio medico di guardia attiva e/o di reperibilità oppure in rete per le patologie che la prevedono. Devono essere presenti o disponibili in rete h. 24 i Servizi di Radiologia almeno con Tomografia assiale computerizzata (T.A.C.) ed Ecografia, Laboratorio, Servizio Immuno trasfusionale.La discussione sui posti letto “rubati” e trasferiti al privato e quella sugli ospedali della Provincia di Ancona nulla aggiunge o toglie ai quattro punti che ho ricordato prima”