SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione giunta in redazione da parte di due turisti, di cui per ragioni di privacy non renderemo note le generalità.
“Buongiorno, premetto che non avrei voluto scrivere questa mail ma siccome l’acredine che provo è tanta ho deciso di farlo.
Vengo alla descrizione dei fatti il giorno 21 maggio alle 20.30 circa, io e mia moglie siamo stati investiti sulle strisce pedonali del ponte sul torrente Sant’Egidio di Cupra Marittima. Dopo un primo sommario accertamento sulle nostre condizioni ci facciamo accompagnare in ospedale. Ed è qui che comincia il bello. Bussiamo alla porta del triage e veniamo ricevuti uno alla volta, nonostante avessimo fatto presente che siamo stati investiti insieme. Lamentiamo un ginocchio con sospetta frattura e una persona che è stata sbalzata sbattendo rovinosamente sull’asfalto. Ci prendono le generalità e ci dicono di aspettare fuori, assegnando un codice blu. Non uno uno sguardo alla persona non una minima ricerca di sintomi, nulla di nulla, neanche un misero sacchetto del ghiaccio.
Dopo una “piccola” attesa di sole 2 ore, una nuova dottoressa fa rientrare solo me e richiede di nuovo dati, dinamica dell’accaduto. Mi congeda dandomi una tachipirina e del ghiaccio preso da un frigo in un sacchetto di plastica. Che dire manco il ghiaccio secco c’era e poi la tachipirina per una sospetta frattura non è il massimo.
Alle ore 3 del mattino, quindi dopo una “piccola” attesa di sole 6 ore, con una certo nervoso risuono alla porta del triage e chiedo per quali motivi non si riesce ad avere una lastra e almeno una visita generica, poiche in quel momento il pronto soccorso è quasi deserto, mi viene risposto in modo altezzoso e piuttosto rude che si dà priorità alle urgenze e io chiedo quali visto che non ce ne sono. Inoltre faccio presente che il parcheggio ambulanza è bello al completo.
Stranamente dopo 10 minuti vengo chiamato a fare una lastra, e con una certa celerità accedo in sala visite dove si riscontra la frattura del piatto tibiale. Intanto per mia moglie assolutamente nulla. Potrei continuare con la descrizione ma mi fermo qui per non infierire oltre. Concludo dicendo soltanto che sono uscito dal pronto soccorso con una gamba ingessata alle ore 11.30 del giorno dopo. Ci sono volute 14 ore per fare una lastra e una gessatura. Sono consapevole e ben disposto che quando si entra al pronto soccorso non si può fare in fretta ma così è troppo, oltretutto con un trattamento che rasenta la noncuranza e la più assoluta carenza professionale. Era solo la fine di maggio in estate cosa sarebbe successo???
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