SAMB IN BILICO? Come sempre, quando girano voci su potenziali acquirenti della Sambenedettese (purtroppo ancora nelle mani di Roberto Renzi) si fanno nomi che spesso e volentieri creano confusione in una città travagliata come poche altre. E non solo per l’aspetto sportivo. Per esempio tutti i cittadini stanno pagando la rinuncia ad un ospedale di Primo Livello che, invece, stanno già costruendo nel Fermano e nel Maceratese.

Tornando alla Samb è girato il nome di Roberto Patrassi, una carriera al Milan come responsabile del settore giovanile e amico di personaggi come Alberto Eliani, Roberto Clagluna e Marino Bergamasco, al quale fu lui a suggerirgli la Sambenedettese. Tutti e tre protagonisti quando la Samb era la Samb.

Come sempre Riviera Oggi, prima di fare nomi, li sente al telefono poi decide se è il caso di darli spazio o no.

Glielo diamo perché Patrassi innanzitutto non è un imprenditore come qualcuno a San Benedetto ha ventilato in giornata.

Conosce la Samb perché ha origini maceratesi e, se non sbaglio, ha un fratello giornalista del Corriere Adriatico, oggi in pensione?

“Sì, praticamente della Samb so tutto o quasi. Sin dai tempi belli e dell’inizio della decadenza con l’arrivo a San Benedetto del veneto Antonio Venturato. Innanzitutto però voglio precisare che non ho la potenzialità economica necessaria per acquistare una squadra di calcio”

Quindi come spiega l’equivoco?

“Non lo so, magari perché mi hanno collegato alle sventure del Savona Calcio dove sono stato meno di due mesi, me ne sono andato quando mi sono accorto che la proprietà non era affidabile”

Poi, senza che noi glielo chiedessimo, ci ha anticipati così: “Bisogna fare come si fa in Francia. Chi si presenta in una città con promesse calcistiche più o meno vaghe, deve fare due cose: dare al sindaco una fidejussione di almeno tre milioni escutibile a prima vista e con la clausola etica che, se non paga, lo stadio gli viene tolto.  Ne parlai tanti anni fa con il sindaco Martinelli e recentemente con un altro primo cittadino al quale suggerii le stesse clausole, prima di affidargli la squadra. Preferirono non tenerne conto e non mi pare che la scelta fu giusta”

Roberto Patrassi non si rende conto di come sia uscita la voce “Gruppo Patrassi”

“La ritengo un’invenzione giornalistica. Hanno avvicinato il mio a Francesco Angelini? Sono due anni che non lo vedo e ripeto quanto ho detto prima: se non ci sono le tre, quattro condizioni a garanzia, arrivederci e grazie. A prescindere che sia Tizio, Caio o Sempronio. Mi saluti Alfiero Caposciutti che vengo sempre a trovare quando passo a San Benedetto e anche Remo Croci del quale sono molto amico da tantissimi anni”

Insomma  ha praticamente ribadito quello che da tre settimane diciamo a Scienziati nel Pallone, quelle garanzie che per primo ci suggerì un altro consulente sportivo, Costantino Nicoletti.  Fanno così in Francia, perché non dovremmo farlo anche noi.

In conclusione è stato ribadito che, da qualche tempo, il principale responsabile di fallimenti calcistici è il sindaco della città. Capito, caro Antonio Spazzafumo!

La cosa è ormai chiara e imprescindibile. Ne vale la tenuta della sua giunta e di quelle che verranno.