SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È stata inaugurata sabato 4 marzo, alle ore 17, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, la mostra “D.u.a.l.” dell’artista Cesare Iezzi, che resterà aperta al pubblico fino al 26 marzo. Presenti l’assessore alla cultura del comune di San Benedetto, Lina Lazzari, che ha espresso il proprio apprezzamento per le opere dell’artista teatino, marchigiano d’adozione, con la speranza che si saranno “altre occasioni e spazi per dare seguito alla sua arte”; lo storico d’arte e curatore dell’esposizione, il professor Andrea Viozzi, che ha introdotto la mostra, e l’antropologo, professor Teodorico Compagnoni, che, nel fare gli auguri all’autore, ha suggerito alcune riflessioni sul tema dell’esposizione, che raccoglie opere scultoree, pittoriche e immagini in digital art che hanno come protagonista l’essere umano e le trasformazioni che sta subendo nella società post-moderna.

Un viaggio allegorico che vuole farci riflettere sulla realtà umana, sulle scelte e sulle conseguenze sociali e ambientali delle nostre scelte – ha osservato Andrea Viozzi e ha aggiunto: “Le ‘scultures’ di Cesare Iezzi rispecchiano il dualismo degli opposti, da cui il titolo della mostra. Esse nascono sia da un suo avvicinamento alla cultura classica, che si evolve attraverso l’uso di prodotti e tecniche moderne, sia, dopo una ricerca di materiali, dall’uso del gesso modellato con il pvc, che riesce a levigare i volti riducendone la ieraticità espressiva e creando nello spettatore un senso di inquietudine e spaesamento a metà tra reale e immaginario. Inoltre, l’inserimento di inserti luminosi rimanda alla luce della ragione che vuole cercare di dare risposte alle nostre domande”.

Un’analisi drammatica e una denuncia della realtà, che, però, come ha affermato l’autore, “non è pessimistica, ma vuole spingere ciascuno di noi a trovare nuove soluzioni”.

“Questa mostra – ha spiegato Iezzi, che si è formato studiando i capolavori metafisici di De Chirico e quelli surrealisti di Dalì e Magritte per poi diventare tra i fondatori del movimento Iperspazialista  – ha un percorso itinerante, ma non vuole condizionare il visitatore a un giro guidato, bensì dargli la possibilità di interagire, di fare le proprie considerazioni, di cercare dentro di sé le proprie idee e proposte”.  E la Palazzina, che ha conosciuto tre anni fa, gli è sembrata il luogo più adatto a “raccontare delle storie sia dal punto di vista visivo che narrativo”.

A proposito di dualità, concetto alla base della mostra, l’autore ha ammesso: “La dualità convive nell’uomo, quindi sarà sempre dentro di noi ed è l’orientamento che ci ha portato alla nostra attuale condizione di vita, ma spetta a noi fare le scelte giuste”. Sulla funzione educativa dell’arte, inoltre, ha detto:” Il valore educativo dell’arte c’è da sempre perché l’arte dà sempre un messaggio, e anche quando non lo dà, riesce a stimolare le persone. Io spero – ha aggiunto -di avvicinare i ragazzi all’arte”. Infine, sul percorso artistico intrapreso, che lo ha portato alla realizzazione di questa mostra, l’artista ha dichiarato: “Il percorso artistico non si ferma mai, tutti gli artisti hanno visioni e sono nati per pensare e creare; io non ho crisi di idee e sicuramente il mio percorso continuerà, come pure il legame con le nuove tecnologie. Anzi, questa mostra ha messo insieme sia scultura sia arte figurativa sia nuove tecnologie, quindi, proprio a partire da qui, il discorso si amplierà”.