SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Come mi sento a 101 anni? Sto pensando al lavoro che ancora ho da fare. A questa età o vado al mare con i vecchietti oppure mi metto a lavorare e a far funzionare il cervello. Io preferisco far funzionare il cervello. Ho ancora tanto da fare, tanto da fare. Sto scrivendo un libro che dovrà uscire presto: I miei primi 100 anni”.
Così mi disse Harry Shindler il 17 luglio dello scorso anno, giorno del suo 101° compleanno, festeggiato al ristorante “Vesuvio” di Viale Rinascimento a San Benedetto del Tronto. Con simpatica autoironia, fra ricordi di guerra e impegno per la pace. E persino con quei “progetti per il futuro”.
Ora il grande Harry Shindler se ne è andato in punta di piedi a 101 anni e 7 mesi. Veterano inglese della Seconda Guerra Mondiale, sambenedettese d’adozione. Andai a trovarlo, per il piacere e l’onore di conoscerlo, nella sua casa di Porto d’Ascoli esattamente tre anni fa, nel pomeriggio del 13 febbraio 2020. Occasione della visita fu quella di mostrargli in anteprima il documentario-intervista “Harry Shindler, il cacciatore di ricordi”, girato per “Riviera Oggi” da Stefano Corona e Carlo Fazzini.
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https://www.youtube.com/watch?v=zDCYX2thLY4&t=25s
Un racconto in cui Shindler ripercorreva le tappe della sua lunga vita, dalla nascita a Londra a East Street, nel quartiere periferico operaio di Walworth. E poi dallo sbarco ad Anzio – a 23 anni, il 22 gennaio 1944 – fino alla lunga e intensa ricerca storiografica nel dopoguerra sul destino dei prigionieri, caduti e dispersi britannici, con un giudizio sul nazifascismo, sui partigiani e sui nuovi pericoli che potrebbero incombere sull’Italia e sull’Europa.
Intensa attività che gli aveva fatto meritare il titolo di esponente d’onore della “Italy Star Association 1943-1945”. E poi anche, in particolare, il racconto del suo profondo e affettuoso e rapporto con il musicista Roger Waters, fondatore dei Pink Floyd, figlio e orfano ad appena cinque mesi di età di un caduto inglese ad Anzio, Eric Fletcher Waters. Una dolorosa vicenda riportata alla luce proprio da Harry Shindler.
E infine la sua ultima nobile impresa: la battaglia civile per il voto dei britannici come lui residenti all’estero, vinta nel 2021 con l’approvazione di una legge (definita dalla stessa Camera dei Comuni appunto “Legge Shindler”) che ora consente a ben 5 milioni di expat il diritto a partecipare al voto politico dai Paesi dove risiedono. Una battaglia vinta grazie al sostegno del Partito Conservatore. “Ma mi va bene così”, diceva Harry, laburista ed ex trotzkista militante del Revolutionary Communist Party. “Quando si combatte per dei diritti, non importa chi ci sia al tuo fianco, l’importante è raggiungere e ottenere l’obiettivo. La Brexit certo non ci sarebbe stata se questa legge fosse stata approvata prima di quel referendum!”.
Ciao grande Harry. Tu il tuo sbarco per la libertà lo facesti a 23 anni. Oggi spetta a tutti noi rinnovare questo “sbarco”. Sempre per la buona vita di tutti.
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