SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il regista sambenedettese Luigi Maria Perotti, nel corso di un suo viaggio a Chioggia, ha avuto modo di conoscere gli eredi dei fratelli Ballarin. Di seguito il suo racconto. 

Aldo e Dino Ballarin erano portiere e terzino del Grande Torino, la squadra più forte del mondo quando ancora non esistevano le Coppe Europee.

Il 4 maggio 1949, di ritorno da una partita amichevole a Lisbona, l’aereo che li riportava a casa si schiantò sulla collina di Superga, dove sorge la basilica che domina Torino.

L’evento ebbe un forte impatto emotivo in tutta Italia e diversi stadi vennero intitolati a quei campioni.

Tra questi c’è anche quello della città dove sono nato: lo stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto. Anche se quasi tutti i miei concittadini (me compreso fino a poco fa), continuano a pronunciare male il cognome dei due fratelli (si dice Ballarìn e non Ballarin), lo stadio di San Benedetto ha avuto un forte impatto nella storia cittadina, tanto da dare il nome all’area in cui fu costruito.

L’incendio della curva, in cui morirono due ragazze, è una ferita ancora aperta per tutta la comunità e ancora oggi che di quello stadio sono rimasti solo i ruderi, si discute del futuro di quello spazio.

Nicoletta Perini (nipote di Dino Ballarin) ha ritrovato nella soffitta della nonna gli oggetti che erano appartenuti agli eroi del Grande Torino.

E’ nato un museo che racconta il calcio che fu https://www.museoballarinchioggia.it/