
Un gruppo di cittadini sambenedettesi si dice contrario alla costruzione di un nuovo ospedale in zona Ragnola. Come se oggi una grande e importante struttura sanitaria dovesse essere come un campanile arroccato al centro di una città e non invece un polo sanitario al servizio di un vasto territorio di circa 100 mila abitanti. Dunque raggiungibile agevolmente da tutti i quadranti di quest’area.
Oggi, fra il 2022 e il 2023, sostenere che l’attuale Madonna del Soccorso, “grazie all’attuale posizione centrale molti sambenedettesi lo raggiungono a piedi o con la bicicletta, soprattutto gli anziani” suona ad orecchie dotate di media intelligenza e cultura come assai puerile e fuori dal tempo.
Ciò poteva valere infatti nel 1853, la data ancora incisa sulla facciata dello storico Madonna del Soccorso di via Pizzi, quando San Benedetto del Tronto era popolata appena da 6.510 abitanti (censimento del 1861), e quando – allora sì – all’ospedale ci si andava a piedi o sdraiati su un carretto trainato a mano o da un asino.
E poteva persino valere negli anni 1960/1961, quando fu avviata la costruzione dell’attuale più grande Madonna del Soccorso, grazie alla donazione della villa e del podere lungo l’Albula della signora Agata Voltattorni. Città a quota 31.274 abitanti.
Oggi però ci risulta che la realtà urbanistica, demografica, economica e territoriale sia un bel po’ diversa ed evoluta rispetto alla due suddette epoche storiche.
Perciò se è vero che costruire un nuovo Ospedale a Ragnola o, peggio, nell’area Brancadoro (secondo un’altra demenziale idea) sarebbe inutile anzi deleterio, è però altrettanto vero che la sede di un nuovo Ospedale andrebbe trovata in un’area compatibile con l’ambiente circostante e munita di una idonea rete infrastrutturale al suo servizio. Insomma utile ad un territorio vasto. A prescindere dai confini comunali e catastali. Altro che “restare qui per arrivarci facile”.
NOTA: La foto che illustra questo “Sasso” è tratta dal 7° Quaderno dell’Archivio Storico Comunale di San Benedetto del Tronto, la Maréne, Breve Guida del Mandracchio e del “Quadrilatero Marinaro”, a cura di Giuseppe Merlini, pag. 32
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Un’area idonea e con tutti i requisiti è quella dove sarebbe dovuta sorgere la “Grande Opera”, a due passi dai casello autostradale di Grottammare e strategica per tutto il bacino del Tesino. Elementare WATSON!