MONTEPRANDONE – Nonostante le temperature ancora non siano così rigide, l’autunno è arrivato anche nel Piceno.

Come di consueto l’11 novembre si festeggia San Martino e a Monteprandone, per la nobile occasione, è tornato un gradito appuntamento enogastronomico dopo uno stop forzato di tre anni a causa della pandemia da Coronavirus.

Stiamo parlando della “Cucina dello Spirito”, la cena dedicata alla cucina monastica svoltasi come da tradizione al ristorante San Giacomo e presieduta dalla Chef Ermetina Mira con l’ausilio del noto Professore Tommaso Bucchetti. Sono state, infatti, proposte ai numerosi partecipanti le antiche ricette conventuali per celebrare l’antica cultura culinaria ed il territorio monteprandonese.

Ermetina Mira e Tommaso Bucchetti hanno confidato ai presenti: “La Cucina dello Spirito è ripartita dopo anni difficili di allontanamento ed isolamento in un’atmosfera generale persistente di spaesamento ed incertezza. San Martino, nell’incombere delle difficoltà e del rigore invernale era un piccolo conforto con gli ultimi doni dell’autunno, nella speranza che le risorse accumulate potessero supportare mesi complessi”.

La Chef e il Professore hanno proseguito: “Anche nei monasteri si festeggiava pertanto un’auspicata tregua di tepore che, come ci si illudeva, sembrava fosse un ricordo del Santo e dei suoi miracoli, a regalare un po’ di quiete prima dell’arrivo del generale inverno. Si celebrava con il vino, con le castagne, con la zucca, con i funghi, ma anche provviste messe da parte durante l’anno che sarebbero bastate anche con la neve alle porte ed i campi in letargo”.

La cuoca e il docente hanno concluso: “E’ questo il senso di un augurio con il beneficio della speranza”.

Ecco il menù con le prelibatezze enogastronomiche che i fortunati presenti hanno potuto gustare insieme a dei vini rossi, bianchi e il tradizionale vino cotto:

Crostini (ricette ottocentesche di vari monasteri, tra i quali le clarisse di Santa Maria Maddalena a Serra de’ Conti);

Polenta di castagne maritata (ricetta tradizionale novecentesca del monastero domenicano del Corpus Domini a Loro Piceno);

Timballo di zucca (ricetta ottocentesca del monastero benedettino di Maria Santissima Assunta in Cielo a Monte San Giusto);

Zuppa di funghi (dal ricettario manoscritto ottocentesco di un’istituzione religiosa fermana);

Ravioli al formaggio (ricetta tradizionale del monastero benedettino di San Pietro e Santa Cecilia a Cagli);

Salmì (ricetta novecentesca delle clarisse al monastero di Santa Chiara a Montegiorgio);

Sformato di patate (ricetta novecentesca del monastero benedettino di Santa Caterina e San Vittorio in Matenano);

Cavallucci (ricetta novecentesca del monastero benedettino di Santa Sperandia a Cingoli);

Caldarroste (ricorrenti a San Martino, ad esempio nel regolamento ottocentesco dei padri filippini ad Ascoli);

Vino cotto (memoria del convento di Santa Maria delle Grazie a Monteprandone);

Una serata, quella dell’11 novembre al ristorante San Giacomo di Monteprandone, che si è rivelata un gradevole viaggio nel passato attraverso i sapori monastici di tardo autunno come augurio di ripresa per il futuro.