
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è svolta , presso la Sala Consiliare del Comune, la V° Commissione consiliare – Lavori Pubblici e Ambiente, il giorno 9 novembre, alle ore 18:30, per discutere la mozione sulla Centrale di stoccaggio gas naturale.
Erano presenti in Aula il Presidente dell’Assocazione Ambiente e Salute nel Piceno Alfredo Vitali ed il Vicepresidente Massimo Bartolozzi, ad esporre la mozione per chiedere al MiTe (Ministero della Transizione Ecologica) l’eliminazione definitiva dai possibili siti di stoccaggio San Benedetto del Tronto.
In seguito alla sentenza del TAR del Lazio del 2019 ed alla bocciatura della società Gas Plus da parte del MiTe, che nega la proroga di altri 5 anni alla validità della Valutazione Impatto Ambientale dello stoccaggio a San Benedetto, la questione sembra non essere finita.
Dice infatti Alfredo Vitali: “L’impianto di stoccaggio è ad alto rischio di incidente rilevante. Questa mozione in questo momento, è importante soprattutto perchè GasPlus ha presentato ricorso contro la bocciatura effettuata dal MiTe, una bocciatura abbastanza pesante. E’ bene quindi che il comune continui la sua opposizione, innanzitutto da un punto di vista legale e amministrativo, intervenendo presso il ministero per far chiudere l’iter di questo progetto, e soprattuttomettere una pietra tombale, facendo togliere San Benedetto dai siti che possono ospitare impianti di stoccaggio di gas, o di CO2, ancora più pericoloso”.
Infatti in profondità vi sarebbe ancora parecchio gas naturale ed uno dei progetti prevederebbe l’immissione di CO2 per far affiorare il gas e sfruttare al massimo il giacimento. L’elevata frequenza dei fenomeni sismici, l’alto rischio che i sismi indotti dalle operazioni di stoccaggio e prelievo del gas del giacimento sotterraneo possano avvenire in concomitanza con un evento sismico naturale, il cui accadimento non può essere previsto in anticipo.
Aggiunge Massimo Bartolozzi “Le faglie a largo di San Benedetto possono dare luogo a sismi di magnitudo 5.9, con amplificazioni di 2 gradi a causa del terreno. questo Pericolo sismico è pericoloso perchè è situato alla stessa profondità del giacimento, ed andare a disturbare l’orso che dorme. Ad oggi sembra che ancora non abbiamo preso lezioni dal Vajont: quando gli interessi economici superano di gran lunga la sicurezza di un’intero comprensorio, che non è solo San Benedetto ma comprende una zona molto più ampia.”
Proprio durante la mattinata del 9 novembre, giorno in cui è stata convocata la commissione, un movimento tellurico di magnitudo 5,5 in prossimità della costa marchigiana,ha fatto tremare la terra per svariati minuti, episodio che, al momento della stesura della mozione non poteva essere preso in considerazione. Basti pensare che il terremoto del 2016 ha fatto salire di grado nella classificazionesismica, il territorio di San Benedetto da “zona 3” a “zona 2” (in una scala da 1 a 4 dove 1 indica una zona di elevato rischio di forti eventi sismici, 4 una zona con bassa probabilità di terremoti di magnitudo elevata)
Maggioranza e opposizione sono concordi ed approvano la mozione all’unanimità.
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