
Fa 91 chilometri ogni domenica per spostarsi da un belvedere all’altro, fin sui colli ripani, per svolgere il suo servizio festivo di vigile urbano. Però munito di pistola nella fondina, così come gli consente (e magari pure prescrive) l’amministrazione comunale da cui dipende. Ma invece niente affatto il Comune dove egli viene a lavorare la domenica.
Nei giorni scorsi ci ha informato di tale stranezza quello scavezzacollo di Pier Giorgio Camaioni che a Ripatransone da un bel po’ è venuto ad abitarci in cerca di pace e tranquillità, lui che è pacifista senza se e pure senza ma.
Camaioni nel suo Blog “Faxivostri” dà anche conto che ogni volta che, la domenica, incontra questo vigile spaesato in trasferta con pistola lo apostrofa “Senta, qui a Ripa la pistola no!”.
E poi successo che in una delle passate domeniche il nostro pacifico e pacifista amico Camaioni sorprende il vigile urbano pistolero a chiacchierare in piazza con due carabinieri di passaggio. Espone le sue rimostranze al maresciallo il quale – dopo averlo ascoltato “con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così”, come avrebbe chiosato Paolo Conte – taglia corto: “Ho capito, però se ‘sto vigile qua non può portare la pistola, secondo lei dove se la deve mettere?”.
Narra Camaioni che una risposta tanto colorita quanto pronta in effetti gli è uscita di bocca. Senonché proprio in quell’istante le potenti campane della vicina Cattedrale dei Santi Gregorio Magno e Margherita, con i loro almeno 150 decibel di potenza, hanno impedito al maresciallo di distinguere bene “dove” l’impertinente pacifista avrebbe invitato il vigile in trasferta a mettere quella pistola.
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Ma il Vigile perlomeno è un agente istituzionale. Molto peggio invece i Vigilantes dell’IPERCOOP e degli ospedali altrettanto armati. Praticamente mine vaganti senza nessun controllo.
Se i “vigilantes” dell’Ipercoop eccetera sono “mine vaganti senza alcun controllo” lo dici tu. Se non ti va bene puoi dirlo e scriverlo, ma esponiti, Buzuzu.
Io parlo dei Vigili Urbani e do la mia opinione.
Camaioni dovrebbe presentare le sue rimostranze al Sindaco di Ripatransone, personalmente comunque, se un vigile gira armato per il mio paese non trovo nulla da ridire anzi, meglio così secondo me. Inoltre il fatto che Camaioni sia un cittadino pacifista, non gli attribuisce di certo poteri decisionali in materia di armamento o meno della polizia municipale.
Tranquillo, Fortebraccio. Io, P.G.Camaioni, ho fatto le mie “rimostranze” a tutti i responsabili, locali e regionali. Al sindaco di Ripa per primo. Che però è sordo.
“Pacifista” mi definisce arbitrariamente il giornalista: io non sono un molle pacifista come tu credi che siano i pacifisti. Sono contro le armi e contro le guerre. Antimilitarista, è così che si dice.
A te invece vanno bene i vigili armati. Contento tu. Non ti basta il forte-braccio?
SCAVEZZACOLLO: “giovane scapestrato, imprudente, indifferente ad ogni disciplina, incosciente, testa calda, irresponsabile, scriteriato…”
Così mi definisci tu, giornalista.
Sapevo da sempre che la tua categoria è “ignorante come una capra” (senza offesa per le amiche capre), ma pensavo che almeno uno di loro, di provincia, un aspirante ironico, un medio conoscitore di piccoli personaggi indigeni che si fanno il culo per dimostrarsi cittadini (al contrario di giornalisti nascosti dietro al pallone o dietro le colline), dipingesse con più attenzione e garbo un raro PGC.
Un “sasso nello stagno” tirato malamente.
Pier Giorgio Camaioni
Il signor PGC non considera adeguatamente la distinzione che passa fra il significato letterale di un vocabolo e l’uso che di un significante si può fare, traslandolo, torcendolo verso nuovi significati, esercitando così ironia e gioco linguistico.
Qualità che il pezzo del grande Buscemi contiene appieno.
Saluti caprini.
Oliver Panichi
Oliver, grazie dei saluti caprini che ricambio, ma i miei sono meno caprini. Per risponderti, mi sbrigo allegando la mia mail di risposta a Buscemi. Siete entrambi giornalisti, vi può essere utile. “Il linguaggio non è un pongo, un materiale plastico per modellare” (Vassalli) “Le parole, per loro e nostra fortuna, non corrispondono al nostro pensiero, ma sono significanti per se stesse” Sempre Sebastiano Vassalli: “Le degenerazioni (ad opera di politici, burocrati, giornalisti, artisti, pensabene, autorità, intellettuali all’amatriciana, ecc.) della lingua parlata e scritta vengono dall’errore di chi crede che le parole debbano corrispondere a ciò che lui ha in testa e, se non… Leggi il resto »