GROTTAMMARE – Si è aperta con successo e con grande partecipazione di pubblico, sabato 29 ottobre, con lo spettacolo teatrale “Teoria della classe disagiata”, la stagione teatrale 2022/23 del teatro delle Energie di Grottammare, a cura dell’associazione culturale “Profili artistici”, in collaborazione con la città di Grottammare e con l’Amat. Presenti all’inaugurazione anche il sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini, e l’assessore allo sviluppo e promozione, Lorenzo Rossi.
Tratto dal saggio di Raffaele Alberto Ventura, creato da Sonia Antinori, con la regia di Giacomo Lilliù, lo spettacolo è stato prodotto da Malte, Collettivo ØNAR e Marche Teatro, in collaborazione con l’Amat, il comune di Pesaro e con il supporto di Loop Live Club.
Giacomo Lilliù e Matteo Principi hanno portato sul palco sogni e disillusioni della classe media del nostro paese, una classe in declino, colta, ma non più agiata come un tempo, che rappresenta una generazione delusa, frustrata e, per quanto ambiziosa, incapace, però, di realizzare quei sogni e quelle aspirazioni di cui si è nutrita. Un dialogo in cui si sono alternati momenti tragici a comici, situazioni grottesche a macabre; uno scambio di batture esilarante, ma, al tempo stesso, ricco di spunti seri attraverso cui i due bravissimi interpreti si sono fatti portavoce delle loro, ma anche delle nostre, mistificazioni, fragilità e illusioni.
Una conversazione, sottolineata da movimenti corporei decisi e d’impatto, che è divenuta anche riflessione sulla nostra condizione economica e sociale, in cui i due attori incarnavano due diversi modi di vedere la realtà: più ottimista l’uno, perché pieno di speranze per il futuro delle nuove generazioni, più pessimista l’altro, cui la cultura non è riuscita a dare ciò che pensava di meritare; più pratico il primo, perché carico di energia positiva, più teorico il secondo, che si perde in inutili elucubrazioni filosofiche sulla storia dell’umanità.
Uno spettacolo coinvolgente, ironico e spumeggiante, che, attraverso piacevoli momenti di teatro nel teatro, ha visto partecipe in più occasioni anche il pubblico in sala, chiamato a interagire e, in qualche modo, a prendere parte a questa sorta di cavalcata tragicomica nella parabola involutiva della nostra società, la cui la conclusione, purtroppo, non può che essere tragica: l’inutilità di ogni sforzo e di ogni tensione verso una condizione soddisfacente e la rassegnazione a una vita che condanna all’insuccesso e alla mancata realizzazione di sé.
Lascia un commento