SAN BENEDETTO DEL TRONTO –  In seguito ai rilievi effettuati da Goletta Verde, che hanno riscontrato un forte inquinamento alle foci del Fiume Tronto e del Torrente Albula, il Comune risponde rispolverando un vecchio progetto di monitoraggio delle acque del Torrente Albula, del Torrente Ragnola e del  Fosso Collettore, in collaborazione con il laboratorio di analisi CIALAB, Polizia Municipale, CIIP, BIM Tronto, Provincia di Ascoli Piceno, regione Marche, Comuni di Acquaviva Picena e  Monteprandone.

“Abbiamo la bandiera blu proprio perchè abbiamo molta attenzione a ciò che entra nel mare, abbiamo un depuratore molto potente, utilizzato anche dagli altri comuni della Vallata” – assicura il Vicesindaco ed Assessore con delega all’Ambiente Antonio Capriotti.

Prosegue il sindaco Antonio Spazzafumo “Questi controlli che abbiamo in mente di fare servono a certificare che le acque che vanno in mare non siano acque inquinate, in modo che i nostri litorali possano essere integri, per evitare problematiche future e non andare incontro a qualche imprevisto che una città turisica può avere.”

“Abbiamo ripristinato questo progetto del 2012, che va aggiornato e reso più efficace possibile” – interviene l’Assessore all’Urbanistica Bruno Gabrielli – E per fare ciò è necessario coinvolgere anche i Comuni  che hanno la pertinanza sul tratto dei torrenti in questione quindi il discorso va portato avanti insieme al comune di Monteprendone ed il Comune di Acquaviva, in modo tale di dare la possibilità ai nostri vigili di fare dei controlli che non si fermino ai cofini di San Benedetto ma andare oltre, fino a dove ha origine il corso d’acqua. L’Arpam che è l’autorità che controlla le acque balneabili, ha certificato la balneabilità delle nostre coste, perchè in questi mesi estivi la qualità delle nostre acque balneabili é ruisultata sempre eccellente, e questo ci ha conferito ancora la bandiera blu, che noi teniamo a mantenere, facendo prevenzione per vedere cosa finisce nel nostrro mare, perchè in passato si sono riscontrate delle infrazioni piuttosto importanti; sversamenti che finivano nei torrenti in maniera inaccettabile”

Il capitano della Polizia Municipale Giuseppe Brutti: “Il progetto è nato esattamente nel 2013 in collaborazione col Dottor Lelii di CIALAB, interrotto per un certo periodo di tempo ed  ha visto la sinergia tra noi ed Arpam, che coordinavamo  i controlli negli stessi giorni sia per le acque del mare sia per quelle di scorrimento. Ora sono ricominciati i controlli sul Torrente Albula, sul Torrente Ragnola e sul Canale consortile, e si può dire che la situazione è ottimale perchè nei mesi di Luglio ed Agosto i torrenti sono talmente in secca che non scorre un filo d’acqua, ad eccezione da quella che proviene da Fosso degli Zingari, a monte del torrrente Albula, ma anche queste acque reflue non influenzano la foce”

Interessante il dibattito aperto con il Dottor Gianluca Lelii, che ribadisce come dai controlli fatti non emergano criticità in quanto la scarsa portata dell’acqua dei torrenti in secca è così bassa da potersi considerare irrilevante.

Non poteva  mancare la domanda sui test eseguiti da Goletta Verde alla quale il Dottor Lelii risponde ” Loro fanno un’ampia premessa dicendo che comunque la loro valutazione non va assolutamente a contrapporsi con quella di Arpam, e gli approcci sono diversi, perchè Goletta Verde fa dei prelievi,  poi va a fare dei raffronti con l’acqua di mare ed a mio avviso, sono valutazioni un po’  azzardate, perchè non si possono confrontare acque provenienti da un rivolo, che in questo momento ha una portata di litri/ora con l’acqua di mare che è salata. L’impatto ambientale di ruscelli quasi in secca è veramente irrisorio, Io non giudico la qualità  dei prelievi o la qualità delle analisi fatte da Goletta Verde, il problema è dove sono stati fatti questi prelievi, perchè  ad esempio alla foce ci sono dei ristagni, a 30°  di temperatura ambientale in un punto dove c’è la massima ossigenazione è normale trovare in 5/10 litri d’acqua delle criticità; ma da lì a dire che l’Albula è inquinato lo trovo un po’ azzardato”

Sin qui si è parlato di torrenti in secca, ma come vengono valutate le criticità in caso di piogge torrenziali che causerebbero una piena del torrente rendendo il flusso d’acqua veramente rilevante?

“Questa è una bella domanda” – risponde il Dottor Lelii – Il nostro progetto è stato molto apprezzato dalla Regione Marche ed abbiamo iniziato una collaborazione. Una cosa che ci fu richiesta fu quella di valutare l’impatto delle acque meteoriche sui corsi d’acqua. Abbiamo censito gli scarichi che si immettevano sull’Albula sul Ragnola e sul Fosso Collettore e la quasi totalità di questi sono punti di immissione di acque meteoriche che si attivano solo in caso di pioggia. Il problema non sarebbe più di carica batterica, ma potrebbe essere di impatto legato al traffico veicolare, quindi al lavaggio delle strade e dagli inquinanti derivanti da queste situazioni. E’ un discorso interessante che  speriamo di portare avanti. Con la Polizia munucipale ricominceremo a fare ricognizioni per vedere se sono cambiate le condizioni rispetto a 5 anni fa, quando  facevamo analisi mensili  sull’ipotetica presenza di inquinanti di tipo industriale: metalli pesanti, solventi, idrocarburi ed abbiamo analizzato anche i sedimenti presenti presso le foci di questi torrenti, ma per fortuna non abbiamo mai trovato niente”.

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