GROTTAMMARE – Una conversazione teatrale che porterà gli spettatori direttamente nelle profondità del pensiero filosofico e scientifico di fine ‘500, ma anche fra le alte temperature di un rogo. La voce recitante di Eugenio Olivieri e il pianoforte di Davide Martelli, con la regia di , ripercorreranno la vita del filosofo Lucilio Vannini giovedì 21 luglio, alle ore 21, presso il Parco Arena Sisto V.

Nel 1500 dovunque dilagano fermenti e inquietudini scaturiti dai conflitti religiosi. L’antica cristianità medievale monolitica, comincia a frantumarsi, anche per effetto della corruzione dei costumi religiosi e nuove correnti considerate eretiche. Studiando il funzionamento del corpo umano, Lucilio Vanini riflette sull’origine della natura umana e ipotizza teorie contrastanti con quella religiosa. Si pone, così, in quella terra di confine, fra religione e scienza, ritenuta esplosiva, perché eretica e si prepara a un destino tragico.

Il Tribunale dell’Inquisizione, strumento di cui la Chiesa si è dotata dopo la Controriforma per combattere le eresie dilaganti, perseguita e condanna a morte. Sisto V lo rafforza e lo mette al vertice della curia, costringendo alla clandestinità gli uomini di ingegno che esercitano il libero pensiero e si contrappongono ai dogmatismi religiosi, al sapere precostituito, all’obbedienza della ragione alla religione, inducendoli a battere il pericoloso sentiero dell’eresia che conduce al rogo.

Lucilio Vanini, da frate carmelitano, arriva a cercare le fonti della vita e ne intravede le scaturigini nella decomposizione, nel doppio fattore chimico-fisico al quale torneranno tre secoli più tardi Haekel e De Vries. Dalle forme primordiali, secondo lui, la vita organica, in perfezionamenti successivi e continui, è addivenuta alle forme superiori.

È un precursore di Lamark e di Darwin.

Avrebbe potuto essere un grande prelato, ne aveva le doti. Decise di essere se stesso.

L’Inquisizione, a Tolosa, lo fece arrestare sotto la precisa e terribile imputazione di ateismo. Dopo sei mesi di istruttoria, il Parlamento di Tolosa condannò Lucilio (noto anche come Giulio Cesare) Vanini ad avere la lingua strappata e a essere poi arso sul rogo. Era nato a Taurisano (Lecce) nel 1585.