Agonia Samb. È questa l’aria che tira in tutta San Benedetto del Tronto e, stavolta, non solo tra  coloro (tantissimi) che da alcuni anni non rinnovano l’abbonamento che avevano fatto regolarmente nell’ultimo trentennio.

La fiducia in una risurrezione con gli attuali proprietari è ormai a livello 0,1. I silenzi dell’attuale presidente Roberto Renzi fanno intravvedere un colpo di grazia che equivarrebbe alla definitiva scomparsa del blasone Sambenedettese Calcio. Difenderla con i denti è un obbligo per chi vuole veramente bene ai colori rossoblu.

A proposito di silenzi, sabato ho telefonato a Vittorio Cozzella, direttore sportivo in procinto di allestire la ‘rosa’ della Samb  2022-2023. Mi ha detto “Stiamo contattando potenziali calciatori ‘over’ per la prossima stagione ma teniamo d’occhio anche gli under perché, almeno quattro di loro, dal prossimo campionato, dovranno essere nati tra il 2001 e il 2005. Contiamo di essere al completo per il ritiro del 24 luglio prossimo a Sarnano”.

Ma, a parte le parole di Cozzella, che ha detto quello che poteva dire in questo momento, mi ha colpito la sua risposta alla mia prima domanda: è stato autorizzato a parlare con Riviera Oggi, visto che Renzi a maggio ci inviò una lettera nella quale intimava ai propri dipendenti di non dialogare assolutamente con noi ? “A me non tappa la bocca nessuno, il mio pensiero è che in casi simili la cosa migliore da fare è ricominciare da zero. In tutto”.

Mi ha fatto piacere ma passiamo al problema più importante: che ne sarà della Sambenedettese Calcio? La situazione è nebulosa, a 15 giorni dal ritiro, la società pensa più a rispondere a critiche, a prendere allenatori, preparatori, a fantomatici settori giovanili ma senza comunicare un nome, dico uno, di chi sarà titolare o riserva nel prossimo campionato.

A proposito, le critiche di Roberto Renzi a Vittorio Massi (presidenti delle due più titolate squadre sambenedettesi) mi ha stuzzicato un pensiero: Renzi ha risposto duramente al presidente del Porto d’Ascoli perché lo vede come un ostacolo,  forse l’unico, che possa intralciare il suo progetto che tutto appare meno che bello. E vede in Massi la persona che potrebbe vanificare l’idea renziana di poter dire: aiutatemi se non volete che la Sambenedettese sparisca completamente dal panorama calcistico nazionale.

Pericolo reale perché sta succedendo un fatto che non aveva previsto nessuno, tantomeno Renzi.  La tifoseria, quella più presente allo stadio, vuole tornare all’imprenditoria locale e vede in Massi il suo possibile… profeta. Cosa che piace da tempo, invece, a chi la domenica sera non sa più se la Samb ha vinto, ha pareggiato o perso e fa parte della maggioranza silenziosa, nauseata da quello che è successo da Venturato (il primo artefice di una serie di fallimenti  senza fine) in poi, fino ai giorni nostri.

Se lo capisce anche il sindaco  e quindi l’Amministrazione comunale, si potrebbe mettere in atto una strategia che metta l’opaco (perché non trasparente) Roberto Renzi nelle condizioni di lasciare la Sambenedettese alla cifra giusta (250-300 mila euro). Ne sarebbe costretto se il sindaco, resosi conto della situazione, gli desse l’aut aut, dopo aver verificato che l’alternativa locale c’è, è solida e ha al comando una persona capace (lo dicono i fatti), seria e trasparente qual è Vittorio Massi.

Anche perché se Renzi non cede, rischia di perdere tutto a costo zero.

Questo bolle in pentola ma, prima di mettere la pasta e non farla scuocere, è meglio spegnere il gas in tempo utile. Le iscrizioni sono alle porte.