SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato 7 maggio abbiamo partecipato all’incontro dei tifosi della Curva Nord “Massimo Cioffi” che hanno presentato il progetto della riqualificazione dello Stadio Ballarin. Dall’incontro è emerso che la Curva Sud, simbolo importante per i cittadini, è il punto fondamentale del progetto, in cui è prevista la ristrutturazione della stessa e non la demolizione. Tale progetto potrebbe dar vita a uno spazio condiviso sia esternamente che internamente, spazi per cittadini e sedi per associazioni. Il progetto presentato nel 2019 presso il Palazzetto “B. Speca” non è stato approvato e l’idea attuale, oltre alla ristrutturazione della Curva Sud, è quella di riqualificare il manto erboso per praticare sport e lo stesso prevedere una copertura al di sopra di esso per realizzare eventi culturali e teatrali, concerti, cinema all’aperto e molti altri eventi.
Inoltre si è parlato che la Curva Sud possa essere un “tappo urbanistico”, ma secondo il comitato, data la presenza di molte palazzine in costruzione nei dintorni, quello del Ballarin sarebbe solo un “tappo mentale”. Il rettangolo verde se riqualificato può essere utilizzato fino alla Serie D e gli spogliatoi verrebbero realizzati interrati nella parte nord, ma ciò non porterebbe alla creazione di uno stadio per la posizione in cui si trova e per la mancanza degli spalti, oltre alla Curva Sud. Come ribadito dal comitato sono state tante le voci false che hanno creato dei malintesi ma l’obiettivo non è quello di creare uno stadio.
L’uso sportivo della struttura garantirebbe la gestione e l’utilizzo della stessa per 8 mesi l’anno ma l’obiettivo sarebbe anche di sfruttare lo spazio per 12 mesi, come spiegato prima, con eventi culturali, concerti ecc. Durante la discussione mi è sorta la seguente domanda: “In caso di realizzazione del progetto e della riqualificazione, lo Stadio Ballarin può diventare un punto di riferimento per la Sambenedettese Calcio e per il suo settore giovanile?” Conosco molti amici che sono passati nelle giovanili rossoblu e il problema primario, anche per le famiglie che lavorano, era la distanza dei campi di allenamento (Castel di Lama, Monsampolo, Villa Rosa solo per citarne alcuni).
A questa mia domanda è stata data la seguente risposta: il comitato sarebbe aperto a prendere in considerazione e ad accettare questa proposta, ma è una questione che riguarda la società rossoblu e l’amministrazione comunale e la decisione finale spetta a loro. Inoltre è stato possibile partecipare alla raccolta firme e successivamente si potranno continuare a raccogliere fuori dallo stadio prima della gara contro il Montegiorgio e da lunedì in alcuni punti della città, che devono essere comunicati. Secondo il comitato la raccolta firme è un’opportunità per avere un confronto diretto con i cittadini, in modo tale da capire se il progetto può essere utile in tutti gli ambiti ed essere un punto di riferimento per San Benedetto.
Per l’attuale amministrazione c’è la volontà di continuare a discutere del progetto e l’ultimo e unico incontro che si è tenuto risale al mese di febbraio, invece per quanto riguarda l’amministrazione Piunti ci sono stati altri incontri insieme ad un altro comitato e, inoltre, c’è stata la possibilità di poter partecipare ad una commissione consigliare, dove i tifosi hanno esposto la propria visione e hanno avuto modo di confrontarsi con i tecnici. Il comitato non ha affermato “questo è il progetto e si deve fare in questo modo” perché sa che non funziona così e l’amministrazione, insieme ai cittadini, sceglie ciò che gli piace. Con la realizzazione di questo progetto possono uscire fuori tanti sviluppi e soluzioni e l’intera spesa, da come ci hanno riferito, è tra 1,6 e 1,7 milioni di euro. Da questo argomento mi è venuto naturale chiedere se vi sono i fondi disponibili e ho ricevuto la seguente risposta. Il Comune ha intercettato 2,4 milioni di euro con un progetto presentato dalla scorsa amministrazione ma non si conoscono i dettagli, inoltre, vi sono i 450mila euro della Fondazione Carisap. Per finire l’incontro, oltre ad aver ribadito che la Curva Sud è il paletto primario, e che quindi non va demolita, l’idea è quella di raccogliere le firme in presenza in tempi brevi e di “buttare giu” un progetto entro luglio.
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