
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Divertimento assoluto al teatro Concordia di San Benedetto del Tronto, dove Chiara Francini e Alessandro Federico hanno portato in scena, il 12 e il 13 aprile, nell’ambito del cartellone 2021-2022 realizzato dal comune e dall’Amat, con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Marche e con il sostegno di BIM Tronto, la pièce di Franca Rame e Dario Fo “Coppia aperta…quasi spalancata”, con la regia di Alessandro Tedeschi.
Ideata e scritta da Franca Rame nel 1983 con il contributo di Dario Fo nella fase finale della stesura, “Coppia aperta… quasi spalancata” è stata una delle opere teatrali più popolari in Italia negli anni ’80 e l’opera della coppia più rappresentata all’estero, con circa 700 produzioni nel mondo. E se forse tutti, o quasi tutti, sanno che la Germania ne detiene il record, avendola rappresentata in ben trenta teatri contemporaneamente, forse pochi sanno che uno dei tanti teatri dell’Europa dell’est, quello russo di Minsk, in Bielorussia, pochi anni dopo la caduta del muro e della fine, vera o presunta, della “guerra fredda”, nel lontano 1994, ne ottenne gratuitamente dagli autori i diritti di rappresentazione e la mise in scena alla fine di quello stesso anno registrando un clamoroso successo.
Suona persino un po’ bizzarro che chi scrive abbia assistito prima alla versione russa e poi, quasi a ventotto anni di distanza, a quella originale italiana, uscita dalla penna di due talenti del teatro nazionale e restituita al pubblico sambenedettese del Concordia da due interpreti eccezionali, che hanno saputo trasmettere, con tutta l’ironia di cui quest’opera è intrisa, il forte messaggio di libertà e di anticonformismo che ne è alla base.
Il tema del tradimento e della crisi di una coppia sposata fa da filo conduttore a tutta una serie di esilaranti gag, di vivaci monologhi e di brillanti scambi di battute tra un marito, fautore della coppia aperta che giustificherebbe, così, le sue continue scappatelle con ragazze più giovani, anche se “è solo una questione di sesso”, e Antonia, una moglie tradita e stanca dei continui tradimenti, vittima dei suoi stessi pregiudizi, che l’hanno sempre spinta a subire per tenere in piedi il matrimonio, e che più volte minaccia il suicidio.
Attraverso una sorta di metateatro, in cui i due attori diventano non solo protagonisti della storia che raccontano, ma anche interlocutori del pubblico, chiamato a essere testimone della loro narrazione, si assiste a una vera e propria evoluzione di Antonia che, spinta anche dal figlio ormai adulto, diviene sempre più consapevole della necessità di ribellarsi al suo ruolo convenzionale di moglie succube e, finalmente, decide di andare a vivere da sola. Ma non è tutto. La sua rivendicazione del diritto di essere donna, con le stesse libertà e la stessa possibilità di scelta dell’uomo, perché la coppia non può essere aperta solo da una parte, la porta a iniziare una storia con un fisico nucleare e musicista rock candidato al premio Nobel più giovane del suo consorte. E a questo punto i ruoli si ribaltano: ora è suo marito a essere geloso, arrivando pure a mettere in dubbio che quell’uomo esista realmente e a minacciare il suicidio. La rivoluzione di Antonia ha avuto i suoi effetti, la sua vendetta è compiuta.
Oggi più che mai attuale, all’avanguardia e precorritrice dei tempi quando venne scritta e rappresentata dai suoi autori, questa commedia, anche grazie a un linguaggio talvolta sopra le righe, ma proprio per questo potente e dissacratorio, scardina stereotipi e tabù, sia divertendo che facendo riflettere.
Calzante e riuscita l’interpretazione di Chiara Francini e di Alessandro Federico, perfettamente a loro agio in un ruolo che sono riusciti a cucirsi addosso con naturalezza e spontaneità, muovendosi bene sulla scena e passando da una situazione all’altra con verve e disinvoltura per regalarci una serie di quadri quasi a metà tra realtà e finzione, al limite del paradossale; scene dai connotati spesso surreali ma, forse proprio per questo, verosimili. Perché, si sa, molte volte la realtà supera la fantasia.
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