Per la rubrica “Il meglio del tabloid in edicola” riportiamo anche online la chiacchierata col diesse capitolino Flavio Betturri, giovane ma con già molta esperienza all’interno della società romana.

Il Porto d’Ascoli non gioca da due settimane. E’ un pro o un contro affrontare una formazione dopo uno stop così lungo?

“Il Porto d’Ascoli ha fatto una gran stagione fin qui e con queste partite che gli restano da recuperare si gioca una gran fetta di campionato. Qualora riuscisse a vincerle tutte, si rimetterebbero in corsa in zona play off. Inoltre loro conoscono già i risultati delle avversarie, quindi è sicuramente un piccolo vantaggio. Noi d’altro canto veniamo da un periodo di partite ravvicinate, c’è un po’ di stanchezza ma non penso che influirà più di tanto”.

In un periodo di partite così ravvicinate è fondamentale fare turnover e sembra che voi abbiate una rosa abbastanza ampia, è così?

“Esatto, inoltre in questi ultimi due anni noi diesse abbiamo dovuto aver a che fare col covid, che è un’altra grossa variabile che si aggiunge agli infortuni e alle squalifiche. Da un giorno all’altro non puoi schierare uno o più giocatori per positività al Coronavirus. E’ un grande punto interrogativo, quindi avere una rosa ampia aiuta”.

Nelle ultime due partite siete reduci da due pareggi con Fiuggi e Castelnuovo, in entrambi i casi siete stati raggiunti nel finale. Prevale il rammarico?

“Sicuramente c’è rammarico perché sia la partita col Fiuggi sia col Castelnuovo abbiamo subito gol negli istanti finali del primo e del secondo tempo. Più che due punti conquistati sono 6 punti persi, che con i mezzi passi falsi delle Recanatese, ci avrebbero permesso di essere a -7 dalla Recanatese anziché a -9. Serviva un po’ più di concentrazione. Abbiamo avuto le occasioni per accorciare ma le abbiamo mancate tutte”.

Per il primo posto ormai il discorso è chiuso?

“Come ho detto dopo lo scontro diretto, la favorita è la Recanatese, mancano 8 partite e ha 9 punti di vantaggio. Hanno il campionato in mano senza ombra di dubbio”.

Invece della zona play off chi teme di più che possa risalire? Vede bene la Samb?

“E’ un campionato molto equilibrato. Sono qui Trastevere da moltissimi anni e ho vissuto le realtà del girone H, G ed E che ho fatto lo scorso anno, ma mai il girone F. Devo dire che non avevo mai visto un raggruppamento in cui si passa dalla zona play off a quella play out nel giro di 4-5 punti. Certo è che sarebbe un peccato non arrivare secondi, perché siamo in questa posizione da tutto il campionato. Dobbiamo tenerci lontani da Pineto e Porto d’Ascoli, ma anche il Tolentino che col mister che ha sta facendo molto bene. La Samb ora è un’altra squadra, noi ci abbiamo pareggiato 0-0 e se la rosa fosse stata quella dall’inizio avrebbe ammazzato il campionato”.

Ultima domanda riguardo le concrete possibilità di fare il salto nei professionisti. Com’è la situazione del vostro stadio?

“Il problema degli stadi a Roma è molto complesso. Le stesse Roma e Lazio non hanno uno stadio di proprietà per il calcio, l’Olimpico sarebbe per le Olimpiadi. Siamo la terza squadra di Roma e risentiamo per forza di cose anche noi di questa problematica. L’anno scorso abbiamo vinto i play off, ma non aveva senso fare domanda di ripescaggio investendo 350 mila euro a fondo perduto se poi non avevamo uno stadio adatto dove andare. E’ un grosso problema, in Italia non ti fanno investire e progettare, lo sa bene anche il vostro presidente Vittorio Massi che ha presentato un progetto favoloso per il “Ciarrocchi” ma si fa fatica a metterlo in pratica. Noi facciamo una media di mille persone a partita, tutti tifosi di Roma e Lazio, abbiamo costruito una bella realtà. Non avrebbe senso buttare tutto questo andando a giocare in regioni limitrofe, per le radici che questa società ha. Quest’anno poteva essere l’anno buono, perché con la Samb in ritardo non c’era una superiorità schiacciante di nessuna. E’ un vero peccato”.