
SAN BENEDETTO – Per molti a San Benedetto e dintorni il nome e cognome Massimo Caporaso non dice nulla. È invece ancora vivo nei ricordi degli ultra sessantenni, erano gli anni sessanta, quando girava per la città con i soli pantaloncini da mare e a piedi scalzi. Lo chiamavamo l’uomo atermico.
Durante un inverno di quegli anni una televisione francese venne a San Benedetto a trovarlo per un documentario da far girare in tutto il mondo. Proprio per dimostrare la sua atermia, Massimo accettò di mettersi in una bara piena di ghiaccio e restarci per tante ore. Fece scalpore, non solo nella riviera picena, ne parlò tutta l’Italia.
“Mai preso un raffreddore”, soleva dire quando era… vivo e vegeto più di adesso. Sulla bara: “Può aspettare anche senza ghiaccio”, a dimostrazione che la sua era veramente una fibra da superman.
Noi, il 24 novembre 2009, gli dedicammo l’intero settimanale in edicola, 32 pagine dedicate alla sua vita e alle sue performance. Tramite Riviera Oggi, siamo disponibili a girargli le domande dei nostri lettori. Fatene in abbondanza, di tutti i tipi, e sarete esauditi.
Non essendo possibile, al momento, avere una sua foto attuale, ve lo riproponiamo come era quando il suo corpo e il suo sangue erano talmente caldi (adesso un po’ meno) da resistere a tutte le intemperie.
Senza voler essere blasfemo chiudo con una frase del cantante Francesco Guccini: “Dio non è morto, anzi si sente bene”.
Lascia un commento