TERAMO – Di seguito una nota stampa, giunta in redazione il 15 marzo, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Teramo.

Per delega del Procuratore della Repubblica di Teramo, si comunica (nel rispetto dei diritti degli indagati, da
ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – richiesta di rinvio a giudizio –
fino a definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) quanto di seguito riportato.

Al termine di articolate indagini di Polizia Giudiziaria eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-
Finanziaria di Teramo, coordinate dal Stefano Giovagnoni – Procuratore presso la locale Procura della
Repubblica – sono stati contestati illeciti penali perpetrati in materia di appalti pubblici inerenti un bando di gara
risalente al 2016, promosso dal Comune di Teramo per la costruzione di una scuola dell’infanzia del capoluogo,
ultimata nel 2021, per un importo complessivo del progetto pari ad euro 2.067.050,92.

Le molteplici attività investigative poste in essere (sopralluoghi atti ad appurare lo stato di avanzamento dei
lavori, disamina documentale, escussione a sommarie informazioni testimoniali) corroborate dai risultati di una
consulenza tecnica hanno permesso di appurare presunte condotte illecite poste in essere da tre dipendenti del
Comune di Teramo, in particolare un dirigente, un tecnico e un ex dirigente oltre a due rappresentanti legali delle
società interessate.

Tra le innumerevoli anomalie riscontrate nella gestione della gara di appalto, l’aggiudicazione del II° lotto di
lavori ad una società avvenuta senza l’indizione di una necessaria nuova gara pubblica, procurando, in
tal modo, un ingiusto vantaggio patrimoniale all’associazione, per un valore complessivo di euro
455.700,54.

Inoltre, la costituzione dell’associazione temporanea di impresa da parte dei due imprenditori, si ipotizza
avvenuta esclusivamente e strumentalmente allo scopo di garantire il cumulo dei requisiti speciali di
qualificazione richiesti proprio dalla gara di appalto, generando, di fatto, una turbativa d’asta.

Al termine delle indagini preliminari la Procura della Repubblica di Teramo ha ipotizzato, nei confronti delle
predette persone fisiche, i reati di “abuso d’ufficio”, di “turbata libertà degli incanti” e di “truffa in danno dello
Stato” e, nei confronti della persona giuridica l’’illecito amministrativo dipendente da reato” depositando, presso
la cancelleria del giudice, la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei medesimi.

Il contrasto agli illeciti nel settore della spesa pubblica e all’illegalità nella Pubblica Amministrazione costituiscono per la Guardia di Finanza base di garanzia contro l’inquinamento del settore degli appalti che
emargina le imprese oneste dalle procedure a evidenza pubblica, con l’ulteriore, negativo effetto rappresentato
dalla penetrazione di una economia illegale in settori strategici.