FERMO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato stampa, giunto in redazione il 25 gennaio, dalla Questura di Fermo.

Prosegue senza sosta l’attività della Polizia di Stato nelle quotidiane attività di contrasto al crimine diffuso, per il presidio del territorio, gli interventi su segnalazione dei cittadini e nelle indagini di polizia giudiziaria per identificare i presunti responsabili di reati predatori.

Venerdì scorso la Squadra Mobile della Questura ha rintracciato un cittadino del Fermano di circa quarant’anni nei confronti del quale l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo aveva emesso un ordine di carcerazione per l’esecuzione di pene concorrenti. L’uomo deve infatti scontare la pena complessiva di quasi 5 anni in quanto riconosciuto responsabile dal Tribunale di Fermo, di reati contro la persona ed il patrimonio commessi alcuni anni fa nel Fermano. Dopo averlo rintracciato, gli investigatori della Questura lo hanno accompagnato presso la locale casa di reclusione a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che la Squadra Mobile sta procedendo alle indagini relative ad una truffa perpetrata ai danni di una coppia di anziani residenti a Fermo. Nella giornata di ieri, infatti, a seguito di segnalazione pervenuta al numero di emergenza 112 della Questura, gli operatori della Volante sono intervenuti presso un’abitazione nei pressi del centro cittadino dove era stata perpetrata, poco prima, una truffa ai danni dei residenti.

La coppia di anziani aveva ricevuto la visita inaspettata di due donne ben vestite e indossanti le mascherine di protezione delle vie aeree che non ne consentivano l’identificazione, le quali avevano loro riferito di aver intenzione di acquistare l’appartamento corrispondente ubicato al piano superiore; avevano aggiunto di aver preso contatti con l’agenzia immobiliare incaricata per la transazione ma che l’addetto, che avrebbe dovuto mostrare loro l’appartamento, non si era ancora presentato e non erano riusciti a contattarlo telefonicamente.

Una delle due donne, con una formula di gentile ostinazione, ha chiesto di poter vedere l’appartamento degli anziani per accertare la metratura dei locali e la disposizione delle stanze e malgrado alcune rimostranze della coppia, con prepotenza, sono riuscite ad entrare nell’alloggio, vincendo la diffidenza dei proprietari raccontando ulteriormente di essere amiche dei figli dei quali hanno dimostrato di conoscere nomi e l’attività lavorativa svolta.

Mentre una delle due complici intratteneva la proprietaria con una scusa e molte parole, l’altra, rappresentando la necessità di fruire dei servizi igienici e, con l’occasione, di verificare la dislocazione dei locali, è riuscita ad accedere nella stanza da letto nella quale si è appropriata di alcune centinaia di euro, conservati in un portafogli, che erano stati prelevati due giorni prima presso un istituto bancario.

Dopo essersi impossessata del denaro, la ladra ha raggiunto la sodale, le ha fatto un breve cenno concordato ed entrambe si sono dileguate.

Nella ricostruzione fatta dalle vittime dell’odioso reato, gli operatori della Polizia di Stato hanno individuato la possibilità che la coppia di malviventi abbia seguito gli anziani da un supermercato presso il quale avevano fatto la spesa poco prima del furto ma anche che, per la conoscenza di situazioni e persone del nucleo familiare, le truffatrici avessero da qualche tempo individuato la coppia quale obbiettivo dei loro misfatti.

Pochi gli elementi a disposizione degli investigatori per l’identificazione delle ladre, ma le indagini sono partite immediatamente sulla base della serialità del loro agire e della ricostruzione delle loro fisionomie.

La Polizia di Stato rinnova la raccomandazione di non far accedere, per nessun motivo, persone sconosciute nella propria abitazione anche se millantano di conoscere parenti ed amici; i truffatori seriali, infatti, riescono a carpire notizie che vengono utilizzate per vincere la resistenza e la giusta diffidenza delle loro vittime ed hanno comportamenti di gentilezza misti a spregiudicata ostinazione e prepotenza. Il consiglio è sempre quello di impedire l’accesso e di contattare immediatamente il numero di emergenza 112 sia per evitare che tali malfattori portino a compimento il reato sia per consentire alle Forze di polizia di assicurare alla giustizia i responsabili, la maggior parte delle volte delinquenti itineranti.

Infatti, anche per quanto concerne i reati predatori in generale ed in particolare per le truffe, reati che statisticamente sono in costante incremento, l’azione di contrasto della Polizia di Stato ha la possibilità di essere più efficace se la denuncia viene presentata in breve tempo.

Così è successo per un giovane residente in altra provincia il quale ha denunciato presso la Questura di Fermo di aver trovato su un sito web specializzato nella vendita di prodotti farmaceutici una offerta vantaggiosa di integratori; dopo aver contattato la ditta venditrice ed aver concordato l’acquisto, il giovane ha effettuato il pagamento previsto ma dopo alcune settimane il prodotto non è arrivato a destinazione, le comunicazioni di posta elettronica non hanno più avuto alcuna risposta ed ai numeri di cellulare riportati nel sito non ha risposto più nessuno.

Dopo aver capito di essere stato truffato, il giovane ha presentato denuncia a seguito della quale gli operatori dell’Ufficio Denunce della Questura hanno avviato le indagini incrociate per identificare e segnalare all’Autorità Giudiziaria i presunti autori del reato.

Le verifiche incrociate sui numeri di telefono pubblicizzati, sul conto corrente beneficiario del bonifico e sul responsabile del sito web di vendita hanno permesso, in pochi giorni, di rintracciare i presunti responsabili della truffa, tre persone residenti nel centro Italia che, in concorso tra loro, avevano organizzato una falsa vendita di prodotti farmaceutici incassandone i profitti senza poi far giungere la merce agli inconsapevoli acquirenti.

Le persone identificate sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria.

Sempre in tema di contrasto ai reati predatori ed al corrispondente smercio on line di beni di provenienza furtiva, si riporta l’operazione di polizia giudiziaria svolta nei giorni scorsi dalla Squadra Mobile, dopo la segnalazione, di mercoledì scorso, di un giovane residente a Fermo.

Il ragazzo, che era stato vittima del furto, immediatamente denunciato, di un drone e di apparecchiature connesse all’utilizzo dello stesso, per un valore complessivo di circa 2.500 euro, dei quali ignoti si erano appropriati forzando la portiera dell’autovettura nella quale li aveva lasciati anche se coperti da altri oggetti, navigando sui siti specializzati nella vendita di tali apparecchiature professionali, aveva individuato uno “stabilizzatore” che, per alcune caratteristiche, corrispondeva con quello sottrattogli.

Il giovane al fine di accertare il fatto che l’oggetto posto in vendita fosse effettivamente il proprio ha dimostrato, on line, il proprio interesse ad acquistare l’oggetto, richiedendo ulteriori informazioni al venditore e foto di dettaglio della merce grazie alle quali le sue supposizioni che si trattasse delle apparecchiature sottrattegli avevano ricevuto conferma.

Al fine di incastrare i venditori truffaldini l’acquirente ha concordato un incontro con il venditore ma contestualmente ha informato dei suoi accordi il personale della Squadra Mobile; così, nel luogo stabilito per la definizione dell’accordo oltre all’acquirente si sono presentati gli investigatori della Questura ed all’arrivo del venditore, un ventenne residente nel Fermano, quest’ultimo è stato fermato.

I riscontri hanno ulteriormente confermato che l’oggetto in vendita era parte del bottino del furto, come provato anche dal numero seriale dell’apparecchiatura di valore ed il venditore ha dichiarato di averlo acquistato, a sua volta, alcuni giorni prima e a buon prezzo da un’altra persona della quale non è stato in grado o non ha voluto fornire le generalità, pensando di poter ricavare un guadagno dalla ulteriore cessione.

Gli operatori della Squadra Mobile hanno accompagnato il giovane venditore presso la sua abitazione nella quale hanno trovato parte della refurtiva, compreso il drone rubato ed alcuni accessori sottratti al denunciante, che sono stati restituiti al legittimo proprietario mentre il venditore è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione di oggetti proventi di furto.

Anche in questa occasione, l’immediata denuncia del furto da parte della vittima, la sua ricerca sui mercati paralleli on line di apparecchiature professionali, l’individuazione di possibili attinenze con il materiale sottratto e l’altrettanto immediata segnalazione alla Polizia di Stato ha consentito di segnalare alla Procura della Repubblica di Fermo un venditore di oggetti provenienti da un reato predatorio ed al derubato di rientrare in possesso, in sicurezza, degli oggetti sottrattigli.