SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ufficialmente aperta la stagione teatrale del Concordia di San Benedetto. Ad aprirla è stato l’attore e drammaturgo sambenedettese Edoardo Ripani, che mercoledì 29 dicembre ha portato in scena la pièce “Fratelli. Qual doglia incombe sulla mia città?”, attraverso la quale ha narrato la dolorosa vicenda dei fratelli Patrizio e Roberto Peci.

Uno spettacolo accattivante, condotto da Ripani attraverso l’alternarsi di monologhi, in cui impersonava ora se stesso, ora l’uno o l’altro dei due fratelli, momenti pirotecnici e interventi del coro delle donne sambenedettesi, come accade nella tragedia greca, ad esprimere i sentimenti di rabbia, impotenza, paura e incertezza vissuti in quegli anni dai cittadini. Una pièce originale, allestita in chiave personale, che ha catturato l’attenzione e l’interesse del numeroso pubblico presente in sala, con il quale l’attore e tutto il cast hanno interagito attraverso domande e riflessioni al termine dello spettacolo.

Abbiamo video intervistato Edoardo Ripani e gli abbiamo chiesto innanzitutto come è nata questa pièce teatrale. Ci ha spiegato che l’idea è nata nel 2015 a Bruxelles, dove lui attualmente risiede e ha frequentato la scuola di regia Ritz, con la volontà di mantenere viva la memoria di una vicenda che per anni era stata rimossa e di farlo attraverso quello che è sempre stato il suo stile teatrale, cioè partendo da se stesso e dalla propria storia personale.

L’opportunità di realizzarla l’ha avuta a Bruxelles, ci ha detto, una città che sicuramente offre ai talenti più opportunità di realizzarsi grazie alla sua densa e fitta rete culturale e al fatto che l’Italia non dia abbastanza spazio ai linguaggi contemporanei. Ripani è fiducioso in un ritorno al teatro dal vivo, che è un aspetto imprescindibile del teatro, e riguardo ai suoi progetti futuri ci ha anticipato che ad aprile metterà in scena uno spettacolo con una classe dell’istituto Fazzini-Mercantini di Grottammare e che ha in cantiere uno spettacolo co-prodotto da Belgio e Italia, che parlerà in particolare delle zone terremotate dell’Appennino centrale, sempre partendo dalla sua storia personale e famigliare e sempre in stile teatro documentario.