SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un miliardo e 780 milioni di euro per un programma di rilancio da abbinare alla ricostruzione privata e pubblica post sisma. Sono queste le cifre previste dal Fondo complementare che andrà ad affiancare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’ambito del quale verranno stanziate importanti risorse da destinare all’area del cratere con l’obiettivo di dare ulteriore slancio alla ricostruzione.

Due le macromisure di riferimento del pacchetto sisma, con 1 miliardo e 80 milioni di euro che andranno a sostenere i costi degli interventi relativi a “Città e paesi sicuri, sostenibili e connessi”, mentre i restanti 700 milioni contribuiranno al rilancio economico e sociale dei territori feriti dai terremoti del 2009 e del 2016, quello che ormai 5 anni fa ha sconvolto le vite di migliaia di marchigiani.

Tuttavia, tra i vari interventi previsti dal Fondo complementare, la Cna Picena ha individuato alcuni elementi che ad oggi rappresentano a tutti gli effetti delle criticità da risolvere quanto prima per non rischiare di compromettere l’efficacia di un provvedimento di questa portata, volto ad accelerare la ripresa economica e sociale in Abruzzo e, in particolare, nella nostra regione.

“Rispetto a quello del 2009, per il quale sono già stati messi in campo importanti finanziamenti – ricorda Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – il sisma del 2016 ha profondamente segnato, anche in termini demografici, l’Ascolano e il Maceratese. È necessario tutelare le esigenze dei piccoli comuni, che senza un adeguato sostegno rischiano di scomparire”.

A cominciare dalla rigenerazione urbana e territoriale oggetto della macromisura A, con i 325 milioni sul piatto a costituire un’interessante opportunità delle imprese locali e che per questo motivo dovranno essere attribuiti facendo ricorso a una modalità di assegnazione congrua che consenta anche alle piccole realtà imprenditoriali di prendere parte alle gare di appalto. Discorso analogo per la valorizzazione energetica e il ricorso a fonti rinnovabili, interventi in cui dovranno necessariamente trovare spazio anche le piccole e medie imprese del Piceno, mentre una particolare attenzione dovrà essere riservata alla rifunzionalizzazione delle Sae per sopperire alla carenza di alloggi per gli operai e le famiglie direttamente coinvolti nella ricostruzione.

Per offrire un contributo concreto alla ripresa economica in un periodo storico caratterizzato dalle difficoltà dell’emergenza sanitaria, gli interventi previsti nell’ambito del rilancio economico e sociale del territorio dovranno necessariamente essere calibrati per poter risultare alla portata delle piccole e piccolissime imprese, l’autentico cuore pulsante del tessuto produttivo del cratere: prevedere una soglia minima per gli investimenti a 100.000 euro rappresenterebbe un ostacolo insormontabile per gran parte delle nostre imprese.

Consorzi, reti d’impresa e partenariato pubblico-privato dovranno inoltre risultare i punti di forza di un Fondo che sarà chiamato a compiere scelte forti anche in termini di premialità, con le misure alternative al credito d’imposta per il 2021 e il 2022, il Superbonus da estendere per l’area del cratere nell’ambito della Legge di bilancio e il calmiere per i costi di smaltimento di macerie e materie prime a rappresentare strumenti indispensabili da affiancare ai fondi del Pnrr nell’ottica di una reale ripresa economica e sociale del nostro territorio.

“L’ormai imminente stagione dei finanziamenti – avverte in conclusione Arianna Trillini, presidente della Cna Picena – non deve distogliere l’attenzione sulle progettualità dei comuni legate alle potenzialità della rete”.