DIRITTI AL PUNTO – UNA RUBRICA DELL’AVVOCATO ANDREA BROGLIA

Una dipendente pubblica, in pausa, va a prendere un caffè in un bar al di fuori della sede lavorativa.
Al suo ritorno, mentre percorre un breve tragitto a piedi, cade rovinosamente a terra procurandosi un trauma al polso destro. Per tale motivo presenta all’INAIL una richiesta mirata ad ottenere l’indennità di malattia per inabilità assoluta temporanea, oltre a un indennizzo corrispondente ad un danno permanente del 10%.

L’INAIL respinge subito la richiesta. La dipendente pubblica decide così di rivolgersi all’autorità competente per chiedere giustizia.
Dopo il primo ed il secondo grado di giudizio, la Corte di Cassazione le dà torto.

Secondo i Giudici: «è da escludere l’indennizzabilità dell’infortunio subito dalla lavoratrice durante una pausa al di fuori dell’ufficio ove prestava la propria attività e lungo il percorso seguito per andare al bar a prendere un caffè». Per i Giudici «la lavoratrice, allontanandosi dall’ufficio per raggiungere un vicino pubblico esercizio, si è volontariamente esposta ad un rischio non necessariamente connesso all’attività lavorativa per il bisogno di un bisogno certamente procrastinabile e non impellente, interrompendo così la necessaria connessione causale tra attività lavorativa ed incidente».

E quindi, state attenti a dove mettete i piedi se in pausa uscite dall’ufficio a prendere un caffé, se vi fate male l’Inail non vi risarcisce !