SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito una nota stampa, giunta in redazione il primo dicembre, dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp.

Le Organizzazioni Sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp non possono più tacere le gravi carenze di risorse umane e strumentali che affliggono i nosocomi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto e che spesso sono accompagnate da una grave disorganizzazione dei servizi. Infatti si è spesso impossibilitati a coprire turni di servizio per assenza di personale a causa di malattie, infortuni sul lavoro, congedi e gravidanze. E nonostante questa situazione, operatori sanitari non sottoposti a vaccinazione da Covid-19 vengono trattati in maniera differente dal momento in cui la Direzione decide di sospenderne alcuni e mantenere in servizio altri, con gravi conseguenze per la sicurezza del lavoro e per l’utenza.

Analizzando nel dettaglio la situazione attuale dei singoli reparti dei due nosocomi, appare evidente che alcuni di essi si trovano oggi più che mai in sofferenza:

MADONNA DEL SOCCORSO

Pronto Soccorso Medicina di Urgenza: La carenza di personale medico specialista nei Pronto Soccorso e nelle Murg è un problema presente in tutto il territorio nazionale dovuto sostanzialmente alla difficoltà di reperimento di tali figure. Tuttavia, nel nostro territorio, proposte contrattuali poco allettanti, carichi di lavoro importanti e turni di lavoro male organizzati, non rendono il nostro ospedale appetibile per quei medici che, ricevendo offerte da ogni dove, possono permettersi di compiere scelte a loro molto più favorevoli. Tutto questo però non giustifica la decisione di chiudere nelle ore notturne la Murg: se si fosse lavorato con lungimiranza, programmando assunzioni già anni addietro come dalle OO.SS. più volte avanzato, oggi il Ps non si ritroverebbe con una criticità così importante. Infatti, essendo la Medicina d’Urgenza una Unità Operativa affine al Ps, fondamentale per la stabilizzazione clinica dei pazienti, la diagnosi precoce e l’inizio della terapia sono dirimenti perché il paziente che deve essere ricoverato nel reparto di destinazione possa ridurre i tempi di degenza e guarigione. La nuova organizzazione che questa Direzione ha invece disposto per la Murg ci porta indietro di trent’anni, aumentando le difficoltà di sovraffollamento al Ps e incrementando i carichi di lavoro nei reparti medici che sono, oltretutto, già in carenze di organico o di posti letto. 

Blocco Operatorio: Per garantire le attività, le lavoratrici ed i lavoratori sono sottoposti a turni pesantissimi sia per i carichi di lavoro sia perché i turni stessi si protraggono spesso oltre l’orario previsto. Debbono inoltre coprire turni di reperibilità il cui quantitativo mensile supera di gran lunga i limiti sanciti dal Ccnl.

Medicina: L’organico previsto è già ordinariamente sottostimato se si considera l’assistenza di cui necessitano i pazienti ivi ricoverati (dei quali oltre l’80% non è autosufficiente), ma oggi, con la chiusura della Murg, sono stati addirittura aumentati i posti letto senza l’implementazione di personale. Questo causa un totale scollamento tra i bisogni dei ricoverati e l’assistenza che attualmente il reparto è in grado di offrire, con conseguenze allarmanti per la sicurezza dei pazienti e dei lavoratori.Tale circostanza è emblematica per capire che, come da tempo contestano Cgil e Cisl ai vertici regionali, è assolutamente da modificare la normativa che ancora oggi, dopo oltre 40 anni, dispone che il quantitativo di personale previsto sia calcolato in base ai minuti di assistenza per paziente anziché sulla base dei bisogni degli utenti e della complessità clinica dei ricoverati. 

Chirurgia e Ortopedia: Nonostante siano stati nominati i Primari di Ortopedia e di Chirurgia dopo diverso tempo in cui tali incarichi erano rimasti vacanti (rispettivamente per 7 e 3 anni), ciò non ha dato luogo ad una riorganizzazione dei due reparti che ancora, a distanza di quasi due anni, sono accorpati in uno unico di 24 posti letto con la perdita, per entrambe le specialistiche, di circa 10 posti letto ognuna. Eppure la necessità di operare e curare i pazienti non è diminuita ed anzi, semmai, è aumentata a causa delle lunghissime attese che gli utenti hanno dovuto subire durante la pandemia. Inoltre, come se non bastasse, da qualche settimana sono stati aggiunti addirittura 3 posti letto per i pazienti dell’Otorinolaringoiatria nello stesso accorpamento. Non è difficile immaginare come, in una situazione di questo tipo, i lavoratori si trovino in forte difficoltà dovendo affrontare giornalmente le promiscuità di tre specialistiche. Sebbene Cgil e Cisl abbiano più volte sollevato il problema reclamando una data certa per il ripristino dei reparti distinti, ad oggi nessuna risposta ufficiale è stata fornita dalla Direzione.

Pediatria: Con altrettanta forte preoccupazione si assiste da tempo al forte e continuo sottodimensionamento del reparto, nonostante in Ostetricia i numeri di nascite siano i più alti della Provincia e così anche i numeri di ricovero e delle prestazioni ambulatoriali. 

Endoscopia Digestiva di Av: Vi è una carenza drammatica di personale medico anche dovuta alle mancate sostituzioni di una maternità e di un pensionamento, con la conseguenza che due soli medici debbono garantire l’attività diurna per tutta l’Area Vasta e nel contempo coprire la reperibilità notturna e festiva.

Radiologia: Sono mesi che Fp Cgil e Cisl Fp segnalano gli innumerevoli spostamenti di prestazioni radiologiche presso le strutture convenzionate che avvengono o a causa dei frequenti guasti di Tac e Rmn per ridurre le liste di attesa, ma in ogni caso a vantaggio esclusivo del privato. Come se non bastasse sembrerebbe inoltre che le Direzioni di Area Vasta e di Asur non abbiano intenzione di rinnovare questi macchinari, ormai a dir poco obsoleti, ma preferiscano lasciare questi esami e le relative entrate economiche alle numerose strutture private convenzionate presenti nel Piceno. Tutto ciò aumenta ancor di più i disagi dei pazienti che devono sottoporsi agli esami diagnostici e che vengono trasferiti quotidianamente al Mazzoni di Ascoli oppure nelle cliniche del territorio.

MAZZONI

Urologia: Il reparto è chiuso da quasi 2 anni nonostante sia l’unico di Area Vasta e tale scelta ha comportato la perdita di circa 20 posti letto.

Blocco Operatorio: Si evidenziano le stesse problematiche presenti al Madonna del Soccorso poiché, anche a causa della presenza di operatori positivi e di una sospensione, si portano avanti interventi in emergenza ed urgenza e non quelli in elezione, allungando, di conseguenza, i tempi di attesa.

Medicina: Sono presenti 2 aree (Medicina Ovest e Medicina Sud) con 48 posti letto.
La dotazione organica è notevolmente esigua ma con vi sono pazienti con un alto bisogno di assistenza (nutrizioni parenterali, pompe ad infusione continua con lasix, dopamina, noradrenalina, pazienti con Cpap e pazienti appena dimessi dalla rianimazione). Le Medicine di Ascoli hanno i tempi di degenza più lunghi d’Italia (età  media 85 anni).
Per quanto riguarda i pazienti appoggiati in altri reparti e in altri Dipartimenti (pazienti area medica con polmonite ricoverati in area chirurgica con pazienti appena operati con difese immunitarie basse) su letti bis – tris (fino a 7 in un reparto) senza erogatori di ossigeno, senza spazi per i sollevatori, senza spazio per caricare i pazienti da portare in S.O. sono problemi che i sindacati avanzano da oltre 20 anni.

Chirurgia e Urologia: Ad Ascoli la Chirurgia non ha un Primario ed è accorpata con l’Urologia,(meno 20 posti letto) che ha un nuovo Primario appena nominato, ma non ha un reparto in quanto accorpata da quasi 2 anni. Essendo l’Urologia una specialistica di Area Vasta 5 e insistendo quindi solo al Mazzoni, la situazione appare ancor più grave

Endoscopia digestiva AV5: Ad Ascoli Piceno vi è un solo chirurgo che effettua le colonscopie e le gastroscopie. In caso di assenza (malattia, ferie, interventi chirurgici) l’esame in urgenza non può essere effettuato. 

Pediatria: Nel periodo pandemico il tasso di occupazione è del 25% (AP-SBT) . Hanno diminuito i posti letto ad Ascoli per dimezzare la dotazione organica( dal 15 marzo 6 infermier e 6 OSS). A San Benedetto sono rimasti con 8 posti letto. Abbiamo due Patologia Neonatale di classe  2°a  ad Ascoli Piceno (fina a 34 settimane)e 1°a (segue i prematuri fino a 38 settimane) a distanza di 30 chilometri. Quindi, altissima assistenza, ad Ascoli Piceno (5 incubatrici) con la presenza di 3-4 bambini con organico pieno, (3 per turni), mentre a San Benedetto (2 incubatrici) ha la presenza di un infermiere e un Oss.

Neurologia: Non avendo più il reparto, trasferito a San Benedetto vi è una sola neurologa a disposizione. In caso di sua assenza le persone sono costrette a rivolgersi, a pagamento, alla Neurologia di San Benedetto.

Psichiatria: Vista la chiusura del reparto Psichiatria ad Ascoli in presenza di paziente psichiatrico viene chiamato l’Infermiere in pronta disponibilità che accompagna il paziente al Ps di Ascoli per poi eventualmente trasferirlo all’Ospedale di San Benedetto Se ci sono posti (solo 13 posti letto), altrimenti viaggi della speranza in giro per l’Italia.

Per tutte queste ragioni, le organizzazioni sindacali sollecitano ancora una volta la Direzione di Area Vasta a risolvere le summenzionate problematiche a garanzia dei Lea a sostegno della Sanità Pubblica di qualità.

Le stesse Organizzazioni Sindacali metteranno in campo tutte le proprie forze e risorse affinché si giunga quanto prima al ripristino totale di tutti i servizi del Madonna del Soccorso per riconsegnare ai cittadini il diritto e la salvaguardia della salute.