SAN BENEDETTO – Dopo le ultime relazioni e spiegazioni del dottor Claudio Maria Maffei su un argomento, quello della Sanità Picena che assilla i cittadini del nostro territorio da almeno trent’anni, il presidente del Comitato sambenedettese “Salviamo il Madonna del Soccorso” ha ritenuto dire la sua, in disaccordo e in … accordo con l’esperto medico anconetano.

La mia personale obiezione è semplicissima e cioè che mai il sottoscritto ma anche tutti i sanitari del Piceno hanno puntato su un ospedale a Pagliare e quindi su un terreno di 37 ettari . “Ci può fregar de meno” direbbero a Roma, specialmente se la locazione precisa è  illegale o in conflitto di interessi, e nessun può testimoniarlo con carte utili all’uopo.

Abbiamo sempre detto che non va persa l’occasione, più unica che rara, di avere un vero ospedale a metà strada tra le due maggiori città della nostra provincia. Ospedale che è stato per anni il sogno di chi vedeva il “Madonna del Soccorso” sventrarsi a vantaggio del “Mazzoni” di Ascoli Piceno. Dicevamo tutti (ci dicevano tutti, la politica sambenedettese in primis) che con l’ospedale di vallata tutti i problemi dell’ospedale sulla statale 16 sarebbero stati risolti.

A dir la verità a molti di noi sembrava un inganno, o meglio un miraggio, fino a quando la Regione Marche annunciò (due anni fa)  la realizzazione di un ospedale VERO al centro del Piceno. Anche Baiocchi lavorava in ospedale e non mi sembra che soffra di amnesie. Il seguito lo conoscete tutti,  con i sambenedettesi (comitato in primis) a lamentarsi mentre i politici ascolani si sganasciavano dalle risate per un ‘lavoro’ di protesta che sarebbe toccato a loro, in conseguenza dell’impegno precedente atto a smobilitare l’ospedale della costa a vantaggio del proprio.

Ma siccome, e per fortuna, c’è una persona nelle Marche stimata da tutti per le sue conoscenze e per la sua grande esperienza in materia, appunto il dottor Maffei che Baiocchi cita tre volte nel suo comunicato, abbiamo ritenuto utile che anche lui rispondesse al duo Baiocchi-Falco. Che Maffei ci capisce più di me e loro due insieme è pacifico per tutti. E sempre le migliori soluzioni le può offrire chi ne sa di più. O no?

Ecco la ‘lettera‘ del Comitato di Baiocchi e di seguito quella di Maffei.

IL COMITATO DICE: “Dopo l’incontro con le istituzioni politiche, gli operatori ed i cittadini del 19 novembre scorso, abbiamo riscontrato numerose prese di posizione, politiche e tecniche, ancora in difesa dell’ospedale unico di Pagliare. Nessuna di queste voci ha affrontato apertamente l’argomento dei 37 ettari previsti per l’ospedale di Pagliare-Spinetoli, superficie maggiore di quella del Niguarda di Milano (1.167 posti letto), chiara dimostrazione che trattavasi di mera speculazione edilizia.
Nessuno, tranne Claudio Maffei, che parla da sempre di un solo ospedale, ha affrontato apertamente il problema della coesistenza degli ospedali di Fano e Pesaro, che distano 10,5 km: ma l’ospedale di Fano deve restare aperto. Nessuno, neppure Maffei almeno sino ad ora, ha affrontato apertamente il problema dell’Ospedale Unico di 1° livello in AV2, articolato su tre ospedali (nel Piano sanitario regionale di Ceriscioli), e tutti e tre devono restare aperti (con 234.000 abitanti contro i 204.000 del Piceno: tre contro uno!). Nessuno, tranne Claudio Maffei che parla da sempre di un solo ospedale, ha affrontato apertamente il problema di Macerata e Civitanova per i quali non si è mai parlato in sede politica di ospedale unico, ed entrambi possono restare operanti, nonostante la situazione geografica e quella demografica delle due città siano del tutto sovrapponibili a quelle del Piceno (e non dimenticate Camerino!). Nessuno ha affrontato apertamente il problema della totale continuità tra San Benedetto e Grottammare, che fanno di quest’unico contesto urbano la terza città delle Marche, con quasi 63.500 abitanti (Fano ne ha poco più di 60.000). Ma qui l’ospedale per acuti pare che senza meno debba essere chiuso.
Mancando le risposte a tutti questi non secondari fatti, si può ancora parlare di una scelta basata sui dati? Noi diciamo che si tratta solo di forze politiche che prevaricano in modo interessato su debolezze politiche e sudditanze territoriali: volute e consolidate. Qualora poi i vari sostenitori dell’ospedale unico di Pagliare volessero un confronto pubblico con il Comitato, parlando prima di questi fatti e dati, e solo dopo dell’Affare
Pagliare con i suoi necessari 37 ettari, noi siamo a completa disposizione.
Non possiamo fare a meno però di chiederci come reagirebbero i politici e gli abitanti di Fano e di Civitanova alla proposta di chiudere l’ospedale per acuti e non avere più il Pronto Soccorso …specialmente d’estate”
24.11.2021 (Firmato: dr. Nicola Baiocchi avv. Rosaria Falco)

CLAUDIO MARIA MAFFEI: “Nazzareno Perotti  mi ha inviato il Comunicato del dott. Nicola Baiocchi e dell’Avv.to Rosaria Falco con cui ancora una volta si ribadisce la loro posizione contraria all’Ospedale unico del Piceno. Si tratta di un Comunicato di persone di cui apprezzo la correttezza e la passione per cui il mio intervento ha tutto tranne che una finalità polemica.

La posizione da me più volte ribadita del valore di un progetto di ospedale unico si basa sulla mia  consapevolezza da tecnico che con due ospedali del Piceno ci sarà sempre per ognuno dei due un problema di efficienza e di qualità dei servizi. L’elenco di reparti e servizi duplicati tra le due sedi nel caso del mantenimento di due ospedali “veri” di primo livello è lunghissimo e si traduce in almeno un centinaio tra medici e altri operatori in più impegnati nelle guardie. A meno di non tagliare alcuni reparti e servizi da prevedere in una sola sede.

Ecco l’elenco incompleto fatto a braccio dei reparti e servizi di un ospedale di primo livello: pronto soccorso, medicina d’urgenza, ortopedia, chirurgia generale, cardiologia con UTIC, medicina generale, terapia intensiva, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, pneumologia, neurologia, gastroenterologia, oncologia, nefrologia e dialisi, pediatria, ginecologia e ostetricia, psichiatria, laboratorio e radiologia. Chi vuole due ospedali dica a cosa ritiene ciascun ospedale possa rinunciare e dica dove pensa di trovare il personale per tutto quello che rimane doppio. I dati non li deve presentare chi propone l’ospedale unico, ma chi ne nega l’utilità.

Io considero un progetto di ospedale unico una opportunità e non una punizione e meno che mai una fregatura per le due città che rinunciano al “loro” ospedale. Fra l’altro la Giunta che governa attualmente le Marche è contraria all’ospedale unico e quindi il problema da un certo punto di vista è già risolto. Male, a mio parere, ma risolto a favore di chi punta ad una autonomia organizzativa dell’Ospedale di San Benedetto.

Un unico ospedale più robusto con gli organici pieni sarà sempre più appetibile per i professionisti, medici ma non solo, che infatti ne avevano in passato apprezzato la progettazione, già impostata a suo tempo (a testimonianza di quanto da me affermato più volte. Ndd) dal dottor Mauro Marabini, durante la sua Direzione ad Ascoli e a San Benedetto. Gli ospedali che non fanno lavorare abbastanza i propri chirurghi – che è quello che tende a succedere negli ospedali “doppi” – li vedranno sempre più spesso andare nel privato, di cui il Piceno è pieno, assieme ai loro anestesisti.

Quello che vale per il Piceno vale ovviamente anche per le altre realtà regionali. Peraltro è probabile che sia il Ministero a fermare prima o poi la Regione Marche sulla strada degli ospedali multipli che non rispettano la normativa e degli impossibili dodici ospedali unici più Torrette.”

Ringrazio il dottor per il suo ennesimo contributo ad una causa che la politica sambenedettese e una cieca visione della realtà da parte di altri, comitato compreso, ha reso complicatissima quanto la soluzione era(ed è) molto semplice oltre che auspicata negli ultimi trent’anni, come non mi stancherò mai di ripetere.

PS: un confronto, perchè no? Seguirebbe quello già organizzato dal nostro giornale (clicca qui) tra Baiocchi, politici ascolani e sambenedettesi, e il dottor Maffei. Vedi foto. Repetita juvant