SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito una nota, giunta in redazione il 22 novembre, dall’Arpam.

Confermati, e in diversi casi ancora migliorati rispetto allo scorso anno, i risultati dei monitoraggi condotti dall’ARPAM: il quadro che chiude la stagione balneare 2021  conferma il miglioramento continuo delle acque di balneazione marchigiane.

Migliora anche, a conclusione del ciclo triennale 2018-2020, la classificazione dei corpi idrici (fiumi, invasi e acque marino costiere) e la valutazione del loro stato ecologico e stato chimico.

Per le 254 acque di balneazione (245 marine e 9 interne) monitorate dall’ARPAM, i risultati dei rilievi 2021  e l’elaborazione dei dati dell’ultimo quadriennio, necessari per determinare la nuova classificazione, hanno visto attribuire la classe ECCELLENTE in 228 casi (erano 219 nel 2020) e quella BUONA in 15 casi (21 nel 2020), confermando le ottime prestazioni del nostro litorale nel 96% dei punti monitorati. 

Rispetto all’anno precedente, ben 10 acque di balneazione hanno migliorato la propria qualità, con 8 casi che passano da “Buona” a “Eccellente” e 2 da “Sufficiente” a “Buona”; in soli 5 casi i rilievi hanno determinato lievi peggioramenti, passando in 3 casi da una qualità “Eccellente” a “Buona” e nei restanti 2 casi da “Buona” a “Sufficiente”.

Ottima la prestazione delle 3 nuove acque di balneazione istituite nel 2020 nel comune di Porto San Giorgio e classificate quest’anno per la prima volta, alle quali è stata attribuita la classe di ECCELLENTE.Il confronto con gli anni precedenti indica come le acque con classificazione BUONA o ECCELLENTE abbiano raggiunto nel 2021 una percentuale (96%) mai riscontrata prima; tradotta in lunghezze e considerando soltanto le acque marine, questo significa che ben 160 chilometri di costa marchigiana possono vantare ottime prestazioni, mentre è soltanto un chilometro di costa a non raggiungere la sufficienza.

Il quadro provinciale conferma il podio dello scorso anno ad Ascoli Piceno, dove si riscontra il 100% delle acque marine eccellenti, con il solo tratto fluviale del Castellano ancora in attesa di classificazione.

Dei 72 punti di campionamento nella provincia di Pesaro salgono a 71 (99%) quelli che raggiungono l’eccellenza (erano 69 nel 2020); prestazioni migliorate anche nella provincia di Ancona, dove si consolida il trend positivo con il 97% delle acque in classe Eccellente (94% nel 2020), e in quelle di Macerata e Fermo che, pur con le note criticità, migliorano raggiungendo rispettivamente il 72% (68% nel 2020) e 76% (64% nel 2020) di Eccellenze.

Per concludere, le acque dei tre laghi marchigiani (Borgiano, Castreccioni e Fiastrone in provincia di Macerata) adibite alla balneazione hanno ottenuto per la stagione 2021 la classe Eccellente, ad esclusione di un tratto soltanto del Lago di Borgiano che risulta in qualità Buona.

Per i fiumi la qualità ambientale è valutata attraverso il monitoraggio di diversi indicatori (biologici, chimici e chimico fisici), ed i risultati relativi agli indicatori monitorati nell’ambito di un triennio di monitoraggio (nel caso specifico triennio 2018-2020) sono utilizzati per classificare i corpi idrici attraverso due indici sintetici: lo stato ecologico (valutato nelle cinque classi elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo)  e lo stato chimico (valutato nelle due classi buono e non buono).

Nel periodo 2018-2020, durante il quale sono stati direttamente monitorati il 66% dei 185 corpi idrici fluviali marchigiani ed il 100% degli invasi, ricompresi in una rete di monitoraggio con 111 stazioni fluviali e 7 lacustri, I risultati suggeriscono un quadro di generale discreto miglioramento della qualità degli indicatori analizzati, dove lo stato ecologico dei fiumi raggiunge il 75% dei casi collocato nelle classi BUONA e SUFFICIENTE e lo stato chimico viene collocato per l’87% in quella BUONA. 

Salvo poche eccezioni, i risultati migliori si ottengono nelle zone più interne appenniniche e collinari, dove l’antropizzazione è contenuta e gli ecosistemi fluviali riescono a mantenere condizioni più vicine a quelle di naturalità; le classi di qualità tendono a peggiorare man mano che si procede verso la fascia costiera, più antropizzata.

Anche per quanto riguarda le acque marino costiere, si è concluso il triennio di monitoraggio 2018-2020 ed il ciclo di pianificazione del distretto dell’appennino centrale, su cui ricadono la quasi totalità dei corpi idrici marchigiani.

I corpi idrici marini individuati dalla Regione Marche sono 12, suddivisi in 3 tipi morfologici basati su descrittori abiotici geografici, climatici e geologici; il solo corpo idrico di Gabicce non viene monitorato dall’ARPAM, ma assume la classe del corpo idrico limitrofo di competenza della regione Emilia Romagna.

Nel triennio 2018-2020 10 corpi idrici su 11 hanno raggiunto l’obiettivo di qualità previsto dalle norme nazionali ed europee, classificandosi con STATO ECOLOGICO E  CHIMICO BUONO.

Fa eccezione il solo tratto Senigallia – Ancona, che non ha ancora raggiunto gli obiettivi prefissati dalla normativa, ma ha ottenuto nell’ultimo triennio risultati prossimi agli standard di qualità richiesti, dimostrando un trend in miglioramento.

La divulgazione dei risultati dei monitoraggi dell’ARPAM – commenta il Direttore generale Giancarlo Marchetti –   ancora una volta intende fornire a tecnici e decisori, ma anche a tutte le componenti del tessuto sociale e civile, dati certificati con cui sia possibile orientare scelte e comportamenti di istituzioni e semplici cittadini. Come abbiamo già fatto con il progressivo ampiamento degli indicatori ambientali pubblicati sul sito e recentemente con la diffusione della pubblicazione “Marche Ambiente”, crediamo che la comunicazione e la condivisione dei dati ambientali sia, al pari delle attività tecniche necessarie per il controllo e il monitoraggio dell’ambiente,  una delle priorità costitutive dell’attività dell’Agenzia, al fine di realizzare con sempre maggiori probabilità di successo un futuro davvero sostenibile”.

Entro dicembre 2021, ha infine aggiunto Marchetti, saranno inoltre aggiornati i Piani di Gestione Distrettuali della Risorsa Idrica. Si tratta di strumenti operativi previsti dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE per attuare una politica coerente e sostenibile della tutela delle acque comunitarie, attraverso un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di Distretto idrografico. I Piani di Gestione contengono, tra l’altro, un’analisi integrata dello stato ambientale delle acque, delle pressioni antropiche incidenti sui corpi idrici e degli impatti rilevati, la cui valutazione ha lo scopo principale di individuare le misure gestionali da mettere in campo per garantire la tutela ed il risanamento delle risorse idriche.