SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci è giunta in redazione una nota del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” nella persona del Dottor Nicola Baiocchi. Lo riportiamo di seguito. 

In occasione del convegno organizzato dal nostro Comitato il 19 novembre, il Direttore dell’AV5 dottor Milani, oltre a snocciolare alcuni presunti miglioramenti nelle dotazioni di alcuni servizi del nostro ospedale alquanto fantasiosi, ha affermato: “C’è una visione distorta sul Madonna del Soccorso”, intendendo che esageriamo quando diciamo che ormai non funziona quasi nulla.

Ebbene, proprio questa mattina è stata portata alla nostra attenzione la determina n. 350 del 14 maggio 2015. Nell’allegato 6 si legge che al Mazzoni ci sono “Cardiologia Mazzoni, UTIC, Elettrofisiologia”. Al Madonna del Soccorso sono indicati “Cardiologia ad indirizzo riabilitativo” e “Percorsi diagnostici terapeutici dell’acuzie cardio-vascolare”. Pertanto, sotto l’aspetto giuridico l’UTIC in Riviera nel 2015 non esisteva. Non può essere perciò applicato, per alcune prestazioni sanitarie, il codice ministeriale 50 che si riferisce solo a “Unità coronarica – posti letto di unità intensiva cardiologica”.

Ci chiediamo e chiediamo al dottor Milani se quella determina del 2015 sia mai stata modificata, se esista una nuova determina che riconosca giuridicamente l’esistenza dell’UTIC al Madonna del Soccorso. Se così non fosse, allora un documento a firma del direttore sanitario Sansoni, del 7 marzo 2019, nel quale è scritto “UTIC San Benedetto 4 posti letto”, sarebbe una grave e fuorviante falsità.

Ricordiamo anche la mozione regionale n. 413 del 30 ottobre 2018, a iniziativa dei consiglieri Giorgini, Fabbri, Maggi, titolata: “Immediato ripristino dell’UTIC presso l’Ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto”, in cui si legge:

«Nel luglio 2018 la ASUR – alla presenza del Presidente Regionale – ha inaugurato un nuovo reparto di Cardiologia presso il presidio sambenedettese, collocato al piano 3°. All’interno di tale reparto è stata allestita un’area con 4 posti letto monitorati sulla cui porta è stata in un primo momento apposta la targa ‘terapia semintensiva’ e successivamente (alcuni giorni prima dell’inaugurazione), “Terapia intensiva”, ma nessun atto formale di ripristino della vecchia UTIC è stato prodotto dalla ASUR”.

Aggiungiamo che il 30 luglio 2018, nella seduta 206, nel verbale “F” si legge, relativamente alla Risoluzione n. 77 “Ridistribuzione di posti letto dell’Unità operativa di Cardiologia tra le sedi di Senigallia, Fabriano e Jesi”: “Impegna il Presidente e la Giunta Regionale, 1) a prevedere una rimodulazione dell’organizzazione dei posti letto in Area Vasta  (che consta di un unico Presidio e quindi può prevedere un’unica Unità Operativa con posti letto sia di UTIC che di Cardiologia) distribuendoli, in proporzione al volume storico di attività nonché al bacino di utenza servito, nei tre stabilimenti di Senigallia, Fabriano e Jesi; 2. a garantire che, nell’erogazione delle prestazioni, non si creino situazioni sperequative a danno dello stabilimento di Senigallia”. Avete letto bene: “in proporzione”.

Invece nell’allegato “E”: “Ordine del giorno n. 45 “Area Vasta 5. Rimodulazione posti letto”, si legge: “L’Assemblea Legislativa Regionale delle Marche, vista la proposta di risoluzione concernente la “Ridistribuzione di posti letto dell’Unità operativa di cardiologia tra le sedi di Senigallia, Fabriano e Jesi”; constatato che la stessa identica problematica sussiste con riferimento agli stabilimenti di San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno, impegna la giunta regionale ad adottare anche per l’Area Vasta 5 la rimodulazione dei posti letto distribuendoli in proporzione al volume storico di attività nonché al bacino d’utenza servito negli stabilimenti di San Benedetto del Tronto ed Ascoli Piceno, in analogia con quanto previsto per gli stabilimenti di Senigallia, Fabriano e Jesi”. Ma ahimè, ciò che viene disposto ed attuato in melius per gli altri, non vale mai per il nostro ospedale o resta puntualmente lettera morta.

Infatti nella successiva determina ASUR 742 del 31.12.2019, l’UTIC continua a non esistere perché si legge: “Cardiologia ad indirizzo riabilitativo” e “Scompenso cardiaco”. E arriviamo così al 2020 e al caos causato dall’emergenza Covid.

Perciò si può affermare con certezza e per tabulas che ad oggi, 21 novembre 2021, nonostante tanti proclami e smentite e rassicurazioni, non esiste un solo atto decisorio che confermi l’esistenza dell’UTIC nel nostro ospedale, restando ancora valida la determina 742/19. Nella nostra area vasta, a quanto pare, i termini tecnici, cui conseguono precise conseguenze gestionali, operative e giuridiche, vengono tranquillamente “addomesticati” per affermare falsità: si pensa evidentemente di non essere mai messi ciascuno di fronte alle proprie responsabilità? Si possono fare tante chiacchiere, tanti proclami, ma la realtà rimane una sola: nei documenti ufficiali della Regione, l’UTIC al Madonna del Soccorso non esiste.

Ci chiediamo infine, appurato che si attuano concretamente tutti i giorni le prestazioni dell’UTIC con codice 50 (quello previsto dal Ministero), se il mancante atto decisorio non costituisca un’omissione che possa dare luogo a conseguenze di carattere anche penale.