SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Intervenire immediatamente sulla normativa Bolkestein, a rischio 30 mila famiglie italiane”. È l’appello rivolto al Presidente del Consiglio Mario Draghi dall’imprenditore balneare sambenedettese Stefano Pierantozzi.
Di seguito le sue parole.
“Da quando fu attuata la normativa Bolkestein nel 2006, sono cambiati 9 governi nessuno dei quali ha avuto il coraggio di affrontare questa problematica, che è stata pertanto sempre rimandata. Nel 2018 il primo governo Conte prolungò la scadenza delle concessioni al 2033 tramite la legge Centinaio.
La legge Centinaio sull’estensione delle concessioni balneari è valida. Lo ha confermato il Tar di Firenze con una recentissima sentenza che smentisce l’ipotesi che le strutture degli stabilimenti balneari possano essere incamerate. La legge Centinaio infatti, ha prorogato al 31 dicembre 2033 la validità delle concessioni demaniali rendendo inapplicabile i temuti incameramenti contro i quali i titolari delle concessioni avevano fatto ricorso. Da lì, è sorto un contenzioso con l’Unione Europea che ha portato all’apertura di procedure di infrazione contro il governo italiano. Da quel momento in poi nessun governo si è preso carico della situazione. All’arrivo di Mario Draghi, egli ha deciso di appellarsi al Consiglio di Stato“.
“Abolendo la legge Centinaio del 2018, il settore balneare si troverà in seria difficoltà a seguito del Covid, dei processi di investimento in atto, dei mutui fatti per andare avanti dopo due anni di chiusure e lockdown – prosegue Pierantozzi – In Italia, noi imprenditori balneari, nonostante costituiamo l’8% del Pil del Paese, siamo sempre stati considerati cittadini di serie B, anche rispetto al comparto montagna. Ciò che ci ritroviamo in mano sono 1,3 miliardi di euro in multe! Per le imprese balneari la luce, si offusca sempre di più”.
“Bisogna applicare urgentemente delle norme attuative per capire quali siano i criteri entro i quali noi dobbiamo muoverci” conclude Pierantozzi.
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Fa eco a Ricci, anzi sembra di sentire proprio lui https://www.rivieraoggi.it/2021/02/16/325136/giuseppe-ricci-itb-scrive-al-ministro-garavaglia-direttiva-bolkestein-blocca-il-settore-cappio-al-collo/ Ma evita di dire che le famiglie che stanno per trovarsi sul lastrico, quelle dei balneari intendo che, quasi per diritto divino, si tramandano da generazione in generazione la “loro” concessione, ogni anno a fronte di una media di canone pari a 2.500 €, fatturano 15MILIARDI di euro e versano allo stato circa 110 MILIONI. https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2019/07/29/news/spiagge-da-15-miliardi-ma-lo-stato-incassa-soltanto-103-milioni-1.37233658 Inoltre non è stato Draghi come pensa o come gli hanno suggerito i social network a chiedere l’intervento del Consiglio di Stato, ma il sindaco di Lecce https://www.ilpost.it/2021/11/11/concessioni-spiagge-sindaco-lecce/ Forse è giunta l’ora che… Leggi il resto »
L’invidia è una brutta bestia.
Ci sono famiglie che hanno investito e che adesso si ritrovano in bilico, gente che ha speso soldi per essere in regola e che adesso non sa cosa accadrà in futuro, invece di solidarietà alla categoria qui ci sono persone che festeggiano e ci godono… oggi è il momento dei rosiconi, di quelli che per anni hanno invidiato.
P.s. in altre nazioni d europa il problema si è risolto diversi anni fa con concessioni di 50/60 anni, solo in italia è andata avanti questa tiritera fino ad arrivare al verdetto del giudice.
Nelle concessioni balneari sono anni che nessuno investe più della ordinaria manutenzione proprio con la scusa della Bolkestein. Infatti il problema non è che le spiagge vadano all’asta ma dovrebbero andarci per un periodo temporale in grado di consentire di ammortizzare eventuali investimenti di riqualificazione. Non è un problema di invidia è un problema di equità e di valore di mercato della concessione se permettono di fatturare 15 MIliardi e costano soltanto 110 milioni magari arrivare a ad 1 Miliardo di incasso forse è la cosa più ragionevole.