L’Osservatorio della Cna “Comune che vai burocrazia che trovi”, giunto alla terza edizione, è un progetto volto a monitorare il peso della burocrazia sulle imprese. Alla presentazioni di quest’anno a Roma, con la delegazione della Cna Picena, con il presidente Arianna Trillini e il direttore Francesco Balloni, anche il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti.

La prima edizione ha visto come protagonisti gli adempimenti per l’apertura di cinque attività (acconciatore, bar, gelateria, autoriparatore, falegname), la seconda gli ostacoli normativi che gravano sulla somministrazione non assistita di alimenti e bevande. La terza edizione interessa le problematiche di tipo burocratico sottese alla transizione ecologica. In particolare, si analizzano nel dettaglio quali sono gli adempimenti più gravosi per le imprese che operano nel settore dell’installazione di impianti e in quello della moda.

La Cna da anni ha ingaggiato una guerra totale alla cattiva burocrazia alle sue prevaricazioni che inquinano il rapporto tra lo Stato nella forma legale e la libertà di intraprendere. In questo spirito abbiamo dato vita all’Osservatorio, un esercizio di conoscenza e competenza con metodo scientifico per indagare e misurare il peso della burocrazia sulla vita quotidiana delle imprese.

“I risultati raccolti – è l’opinione di Arianna Trillini, presidente della Cna Picena – mostrano che esistono alcune best practice ma il tratto prevalente è una pubblica amministrazione difensiva e che accumula ritardi e inefficienze che impediscono di cogliere opportunità di sviluppo. Nel caso della moda l’80% degli scarti diventa rifiuto a causa degli ostacoli normativi frenando l’economia circolare. Il labirinto burocratico e un’idea naif del federalismo impediscono la creazione di una banca dati integrata di catasto nazionale degli impianti termici, libretto e dichiarazione di conformità, strumento prezioso per verificare in tempo reale lo stato di salute degli impianti domestici e favorire la transizione energetica”.

Dall’Osservatorio emerge inoltre un panorama variegato e differenziato, ai limiti del dissolvimento della centralità dello Stato razionale cambiando significato al decentramento. Non più articolazione contemporanea delle istituzioni sul territorio ma esaltazione della soggettività moderna. Se si sostituisce la PA e gli enti locali all’individuo, lo Stato centrale alla comunità e le norme ai valori si ottiene la vera immagine dell’Italia che troppo spesso confonde il trasferimento di competenze con il federalismo, la delega di attribuzioni con l’autonomia delle decisioni.

Occorre riaffermare totalmente le libertà fondamentali e il principio di legalità adottando quella norma generale implicita negli ordinamenti degli Stati moderni secondo la quale tutto ciò che non è vietato è permesso, e liberare imprese e cittadini dal giogo del “nulla è permesso se non esplicitamente previsto”.

“Serve una discontinuità culturale – aggiunge Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – orientata alla sottrazione, alla riduzione delle complessità. Non ci sono alternative per investire rapidamente e in modo efficiente le ingenti risorse previste dal Pnrr e per riattivare il flusso degli investimenti privati senza i quali la crescita virtuosa e sostenibile rimarrà confinata nell’album delle buone intenzioni”.

Dal monitoraggio della Cna, fra i tanti dati emersi, per impiantisti e manutentori termici è risultato che la burocrazia ha tolto all’impresa una media di 230 ore lavorative l’anno e con costi superiori a 8 mila euro. Mentre nel settore della moda sono necessari almeno 30 adempimenti burocratici per le autorizzazioni ad emissioni e scarichi e fino a due anni di attesa, e 2.500 euro di spese, per avere la possibilità di riutilizzare i prodotti, principio che sta proprio alla base del concetto di economia circolare e sostenibile nel settore della moda, del tessile e della pelletteria.

“In base al concetto di sostenibilità – precisa ancora Arianna Trillini – ogni risorsa è considerata preziosa ed unica e già predisposta in natura alla sua valorizzazione, quindi la transizione ecologica è intesa anche in senso etico come riscoperta della relazione tra l’uomo e l’ambiente in cui vive. La sostenibilità si può implementare se vengono trasformati i processi produttivi ottimizzandoli in favore di una riduzione del loro impatto ambientale e limitando quanto più possibile gli sprechi”.

Nel merito, l’osservatorio analizza, per l’attività di installazione di impianti, quanto la normativa, prevalentemente di carattere tecnico, sia farraginosa e soggetta a diverse interpretazioni a livello comunale e regionale. Per la moda, invece, si indaga l’impatto burocratico dell’intero ciclo produttivo di materie tessili, calzaturiere e della concia, a partire dagli adempimenti legati alla produzione (AUA e conferenza di servizi) e poi quelli legati al fine vita degli scarti di lavorazione (gestione come rifiuto o come sottoprodotto), fino al recupero degli scarti.

“Dall’analisi emerge che gli adempimenti tendono ad aumentare nel tempo per livello di tecnicismo – conclude Francesco Balloni, direttore della Cna Picena –  e si moltiplicano nonostante l’esistenza dei processi di digitalizzazione. Questo dal punto di vista dell’impresa si traduce in assegnazione di risorse umane ed economiche dedicate oppure, nel caso delle aziende più piccole, in alti costi di consulenza”.

All’incontro romano sono intervenuti, Sabino Cassese Giudice emerito della Corte Costituzionale, il senatore Paolo Arrigoni, il deputato Pir Luigi Bersani, Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, il senatore Antonio Misiani, Daniele Vaccarino, presidente della Cna nazionale.