FERMO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato stampa, giunto in redazione il 15 settembre, dalla Questura di Fermo.

La sua vita da irregolare sul territorio nazionale e soprattutto in quello fermano di Lido Tre Archi è trascorsa sotto traccia, senza farsi notare, senza commettere reati, o meglio, senza essere denunciato per comportamenti illegali. Una fedina penale pulita da quando, circa cinque anni fa, è stato identificato per la prima volta nel sud Italia.

Poi ha girovagato in alcune regioni fino ad arrivare nelle Marche prima e stabilirsi poi nel nostro territorio.

Non si sa come sia vissuto fino ad oggi, forse solo della solidarietà dei residenti di Lido Tre Archi, ma non è escluso che svolgesse piccoli “lavori” per qualche delinquente di quella zona coperto dalla sua posizione amministrativa di richiedente asilo.

Si dice che in certe occasioni, nel passato, quando qualcuno ha contestato i suoi comportamenti aggressivi è stato minacciato con veemenza, talvolta, sembra, con un coltello; voci che girano nel quartiere costiero di Fermo ma che non hanno trovato riscontro in querele nei suoi confronti.

La prima sua evidenza è del primo pomeriggio di martedì 24 agosto scorso, quando lo straniero è stato controllato dalla Volante in quel quartiere a seguito della segnalazione di residenti che lo avevano visto rompere sul selciato alcune bottiglie di vetro ed avevano segnalato i suoi atteggiamenti minacciosi, aggressivi e provocatori nei confronti delle persone, residenti e turisti, in transito; nelle richieste di intervento pervenute al 112 era stato altresì segnalato che il giovane, oltre alle bottiglie, aveva in mano anche un coltello ma la perquisizione effettuata dagli operatori della Polizia di Stato sullo straniero e nelle vicinanze del luogo dell’identificazione non aveva portato al ritrovamento dell’arma bianca e nessuna denuncia è stata presentata nei suoi confronti.

Da quel giorno sono stati continui, quasi quotidiani, gli interventi della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri per reati ed intemperanze del giovane straniero, prima a Lido Tre Archi e poi a Porto San Giorgio.

Il primo, eclatante, nella mattina del 26 agosto allorquando ha dato fuoco al contenuto di un cassonetto di rifiuti in via Aldo Moro, alimentando le fiamme con quello che era riuscito a trovare nelle vicinanze, cartone ed arredi in plastica.

L’immediato intervento di alcuni residenti con gli estintori e quello tempestivo dei Vigili del Fuoco aveva consentito di spegnere le fiamme prima che l’incendio si propagasse.

Analogamente celere è stata l’attività di polizia giudiziaria svolta dagli operatori della Volante i quali, grazie alle testimonianze raccolte ed alle immagini della videosorveglianza cittadina, sono riusciti in breve tempo a identificare e denunciare all’Autorità Giudiziaria il responsabile del reato che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi.

Allo straniero, ormai divenuto irregolare sul territorio nazionale per il sopravvenuto diniego definitivo alla sua richiesta di asilo per mancanza dei presupposti di legge, a causa della mancanza di posti disponibili presso un C.P.R. è stato notificato il decreto di espulsione del Prefetto e l’ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale.

Pochi giorni di pausa, almeno apparente, con limitate presenze “disturbanti”, fino alle prime ore del 4 settembre scorso; segnalate altre fiamme che uscivano da un cassonetto per i rifiuti sempre in via Aldo Moro. Tempestivi ancora una volta gli interventi della Volante e dei Vigili del Fuoco i quali hanno provveduto a spegnere l’incendio mentre i poliziotti, dopo aver messo in sicurezza l’area, hanno escusso i soggetti potenziali testimoni. Univocità delle persone nell’individuare in quel ragazzo circa ventenne del Mali il responsabile di quel rogo, ma anche di altri.

Infatti, nei medesimi momenti un’altra Volante della Questura ha accertato che lo stesso soggetto aveva dato fuoco a carta, cartoni ed oggetti in plastica nelle parti comuni di un palazzo di via Segni, utilizzando anche liquido infiammabile contenuto in una tanica, e aggiungendo al materiale altri cartoni, bottiglie e sacchi in plastica, perfino due biciclette, oggetti che aveva trovato sotto il porticato di un palazzo vicino e nei presi del suo “falò”.

Queste fiamme erano state spente con secchi di acqua dai condòmini.

Anche questa volta, le immagini della videosorveglianza ed i testimoni avevano reso possibile la identificazione certa del piromane, il quale, dopo meno di un’ora, è stato nuovamente rintracciato con in tasca un accendino. Accompagnato in Questura, il giovane è stato denunciato per la seconda volta per il reato di pericolo commesso e per l’inottemperanza al precedente ordine di lasciare il territorio nazionale.

Questi suoi comportamenti e il rischio che avevano determinato per l’incolumità dei residenti ha fatto cessare ogni forma di solidarietà e di aiuto nei suoi confronti e l’ostracismo lo ha costretto ad emigrare verso altri “lidi”.

Lo straniero si è infatti trasferito nel centro di Porto San Giorgio, comune nel quale ha iniziato ad infastidire con minacce e comportamenti pericolosi principalmente alcuni esercenti di attività commerciali con questua molesta e pretese sempre maggiori.

Tutti i giorni della scorsa settimana gli operatori delle Forze di polizia sono stati chiamati ad intervenire per i suoi atti di prevaricazione, per il suo bivaccare in aree private, per i rifiuti ed escrementi lasciati su strada nei pressi delle attività commerciali, ed ogni volta che qualche cittadino lo aveva rimproverato la sua reazione era stata delirante, aggressiva e violenta.

In una settimana ha collezionato una denuncia per il porto abusivo di un piccolo coltello, sanzioni amministrative per atti contrari alla pubblica decenza perché sorpreso ad orinare in aree pubbliche e segnalazioni per l’uso di sostanze stupefacenti. Nel pomeriggio di giovedì scorso ha preteso di consumare senza pagare in un locale del centro sangiorgese ed al rifiuto dell’esercente ha scatenato la sua ira contro gli arredi, dileguandosi. 

La sua presenza molesta e arrogante ha determinato nei cittadini di Porto San Giorgio un forte senso di insicurezza per il pericolo delle sue reazioni convulse ed improvvise, fino a sabato scorso quando, grazie al sempre prezioso aiuto degli operatori sanitari del 118 e dell’ospedale, lo straniero è stato ricoverato per un paio di giorni per alcune sue patologie. Ieri la fine dell’incubo per molti.

Il personale dell’Ufficio Immigrazione, dopo essere finalmente riuscito ad avere la disponibilità di un posto presso un Centro di Permanenza per il Rimpatrio ha provveduto ad accompagnare il giovane prima in Questura e, dopo le formalità amministrative, a trasportarlo questa notte presso il Centro dal quale sarà rimpatriato nel Paese di origine.

Si chiude un capitolo durato poche ma intense settimane; è stata ancora una volta risolta una situazione di grave e crescente allarme sociale che ha coinvolto Lido Tre Archi e Porto San Giorgio.

La Polizia di Stato ha allontanato una seria minaccia per la sicurezza del quartiere costiero di Fermo e del territorio sangiorgese e contemporaneamente un insospettabile che poteva essere utilizzato come manovalanza dai delinquenti per i loro loschi traffici.

L’accompagnamento dello straniero, conosciuto ormai da tutti con il nome di “Abu” segue di pochi giorni – era il 27 agosto – quello del cittadino esteuropeo, responsabile di numerosi reati contro il patrimonio, accompagnato presso un Centro dopo essere stato prelevato dal personale dell’Ufficio Immigrazione all’uscita del carcere di Fermo. Il trentenne, da sabato scorso è tornato coattivamente nel proprio Paese ed è stato affidato alla Polizia di quello Stato.