FERMO – Di seguito una nota stampa, giunta in redazione il 24 agosto, dalla Questura di Fermo.

Quell’uomo che la perseguitava non è riuscito a comprendere le gravi conseguenze psicologiche che causava alla donna della quale si era invaghito e anche se per i suoi comportamenti era stato sottoposto a diverse misure cautelari, dal divieto di avvicinamento irrogato prontamente dall’Autorità Giudiziaria fino alla misura degli arresti domiciliari alla quale è stato sottoposto alla fine dello scorso anno per la violazione costante della precedente misura, una volta terminato il periodo previsto, ed apparentemente rinsavito, ha continuato a pedinarla ed a “tempestarla” con assillanti telefonate.

Ed ancora la vittima era stata costretta ad imporre limiti alla propria libertà di circolazione, di incontri, di lavoro, insomma alla propria vita, con il continuo timore di incrociare lo sguardo di quella persona, di vederlo per strada o presso il luogo di lavoro, di ricevere telefonate anonime, di accorgersi di essere inseguita da qualcuno, da quell’uomo che neppure le misure cautelari e l’aiuto psicologico avevano convinto a desistere dai suoi comportamenti vessatori.

Come già riportato in precedenza, anche nei momenti del più rigido lockdown per la pandemia, e delle conseguenti limitazioni agli spostamenti, era stato rintracciato dalla Volante della Questura nei pressi del luogo di lavoro della donna ed era stato sanzionato amministrativamente e denunciato per il possesso di oggetti dei quali è vietato il porto fuori dall’abitazione.

Nella giornata di ieri l’ultimo capitolo della vicenda ed il segno della massima attenzione dell’Autorità Giudiziaria su queste situazioni; l’emissione di una misura cautelare più efficace per scongiurare ulteriori comportamenti persecutori dello stalker.

Infatti, a seguito degli elementi raccolti dalla Squadra Mobile fermana, l’uomo è stato sottoposto al divieto di dimora nel territorio del Comune nel quale vive e lavora la donna e nel quale fino a ieri viveva, con la propria famiglia, anche il responsabile dei continui atti vessatori.

Per la misura cautelare, eseguita dagli operatori della Squadra Mobile, l’uomo ha dovuto lasciare il comune che gli è stato interdetto e nel quale potrà rientrare solo per i motivi ed il tempo strettamente necessario e solo con specifica autorizzazione.

Il Questore di Fermo ricorda, ancora una volta, che anche nei casi di atti persecutori l’importante è agire subito prima che i comportamenti del vessatore, forte della propria impunità, determinino gravi conseguenze psicologiche, fisiche, familiari e sociali.

Gli strumenti giuridici, per porre un freno e per costringere l’autore a terminare questi vili comportamenti, ci sono, dall’Ammonimento del Questore, anche recentemente adottato, alle misure cautelari giudiziarie, come in questo caso.

Le Forze di polizia sono a disposizione per ascoltare e per intervenire con decisione e la Squadra Mobile della Polizia di Stato ha personale specializzato per garantire un concreto aiuto psicologico ma soprattutto l’attivazione delle corrette misure di prevenzione e protezione a tutela delle vittime degli atti persecutori.