Ciao Carla, parlaci un po’ del tuo ruolo di Madrina di Accademia Chefs…

È un ruolo che mi riempie di orgoglio perché ho sempre avuto grande fiducia negli allievi, nelle allieve e in generale nei giovani. Sono Madrina di Accademia Chefs ormai da 6 anni, quando sono stata chiamata per presentare l’inaugurazione del nuovo anno accademico; chiamai personaggi vari del mondo enogastronomico e ricordo che fu una bellissima giornata in cui gli allievi si erano divertiti molto. Io penso che studiare e imparare sia bello, ma comunque è importante che ci sia anche la parte del divertimento.

Cosa ti piace di più del tuo ruolo?

Del mio ruolo mi piace stare con i ragazzi perché mi confronto con loro e soprattutto perché mi piace vedere la loro crescita da quando entrano in Accademia a quando escono, dà soddisfazione. E cerco sempre di dare loro una mano mettendoli in contatto con realtà ristorative d’eccellenza che io personalmente conosco e dove hanno la possibilità di formarsi davvero tanto. In Accademia io ho sempre visto dei ragazzi molto attivi, partecipativi, interessati che con emozione raccontano i piatti creati da solo. E questo si deve anche agli Chef Resident di Accademia Chefs, tutti con una grande personalità e capaci di insegnare. Accademia chefs è un fermento e sono molto contenta e orgogliosa di stare con voi.

Oltre ad essere la Madrina della nostra Accademia, tu sei anche la Signora della Pasta. Qual è la filosofia di Pasta Latini?

Innanzitutto Pasta Latini è un pastificio artigianale che nasce nel 1990 ed è artigianale perché produce pasta a bassa temperatura, che permette di mantenere intatte le caratteristiche organolettiche e fa in modo che non si fondano proteine e amidi insieme, quindi la pasta è molto più digeribile. Trent’anni fa la pasta artigianale era praticamente sconosciuta al mondo gastronomico italiano, e quindi Pasta Latini ha avuto successo perché è stata la prima pasta artigianale al mondo ad essere nei menù delle più belle tavole italiane di Antonello Colonna, Angelo Paracucchi, Gianfranco Vissani, Igles Corelli e molti altri. La qualità della nostra pasta è poi stata confermata quando Gualtiero Marchesi, in qualità di Ambasciatore del Grano ad Expo 2015, ha chiesto proprio a noi di produrre il truciolo, lo scarto del legno che rappresentava l’emblema di quell’edizione di Expo focalizzata sul recupero. Ammetto che è stata una grande fatica lavorare su quel formato di pasta ma devo dire che ci ha portato davvero tanta soddisfazione.

Sapresti dirci com’è cambiata la ristorazione con la pandemia?

Essendo io a stretto contatto con chef e ristoranti, per la mia esperienza posso dire di aver notato che da un anno a questa parte molti cuochi e cuoche hanno ridimensionato il menù, hanno tolto dei piatti estremamente creativi e sono andati al concreto con poche proposte, quelle classiche che rappresentano il loro stile. Stiamo vivendo un periodo molto strano con la pandemia e la ristorazione ne ha risentito tanto: oltre ad aver ridimensionato la quantità delle proposte, noto che c’è anche più attenzione alle materie prime e alla tradizione. Da quello che vedo la ristorazione sta puntando alla qualità piuttosto che alla quantità. E di questo sinceramente ne sono lieta, c’era assolutamente bisogno di questa inversione di marcia. Quello che posso dire è che a spiccare e ad avere successo sono gli chef che hanno una certa formazione professionale seguita anche da una valida esperienza nel campo. Quindi ciò che mi sento di dire ai ragazzi è: non siate mai stanchi di studiare e di formarvi perché il vostro sforzo e il vostro impegno verranno ripagati al 100%.