SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Emozioni a cielo aperto per Eugenio Finardi in Piazza Bice Piacentini, al Paese Alto di San Benedetto. 

Il cantautore ha aperto il concerto, realizzato in trio con altri due chitarristi, con una riflessione sulla solitudine e la canzone “Le ragazze di Osaka”, che parla proprio della sensazione di sentirsi soli in mezzo alla gente. 

Successivamente ha dedicato un pensiero a Franco Battiato, scomparso quest’anno, e ha suonato “Oceano di silenzio”, perché è quello il posto dove Finardi immagina che il Maestro si trovi ora. 

Poi è stato il turno di “Mezzaluna”, scritta nel 1991 durante l’attesa per la Guerra del Golfo, e di “Dolce Italia”, composta in Massachussets, negli Stati Uniti, riarrangiata per il live con note cubane. 

“Uno di noi”, tradotta dall’inglese, con le sue note piene, ha strappato un applauso entusiasta al pubblico, che poi ha accompagnato con le mani anche “Non è nel cuore” con la sua frase più famosa: “L’amore è fatto di gioia ma anche di noia”.

Gli spettatori si sono fatti sentire su “Patrizia”, una ballata sentimentale che ha aperto la strada per l’esecuzione di “Un uomo” e di “Soweto”. 

Finardi ha poi omaggiato il cantautore Leonard Cohen con il suo pezzo più famoso, “Hallelujah”, che parla della sacralità della musica, per passare subito dopo a un brano di fado portoghese intitolato “Le ragazze di Terceira”, eseguito in italiano. 

La serata è proseguita a ritmo di blues con “Holy Land”, una canzone blues dai sapori tradizionali e popolari, e con “La radio”, che ha fatto cantare tutti. La conclusione del concerto è stata affidata all’intramontabile “Extraterrestre”, colonna sonora della vita di molti di noi. 

Finardi ha concesso il bis con “Laura degli specchi”, nonostante gli spettatori chiedessero “Musica ribelle”, ormai troppo faticosa da cantare per l’autore, come lui stesso ha spiegato. Finale con “Amore diverso”, intensa e travolgente.