SAN BENEDETTO – Dopo la decisione del Tar del Lazio, credo che per la Samb in serie C possiamo metterci l’anima in pace. Se ne riparlerà fra qualche anno. Spero.

Analizzare invece quanto è successo, a questo punto, è un obbligo. Almeno per me che mi interesso di Samb dal 1955 come tifoso e dal 1968 come giornalista.

Parto da quando il presidente Domenico Serafino ha rilevato la Samb da Franco Fedeli, rispettando una regola (fino a prove contrarie) che tutti ritenevamo giusta e cioè: se chi compra caccia denaro vero evidentemente ha possibilità economiche importanti.

Dopo i tanti presidenti che non avevano cacciato una lira per acquisire la società rossoblu, anche questa regola è stata sfatata dopo i 500 mila euro dati da Serafino/Kim a Fedeli e oggi dai soldi tirati fuori come sembra da Roberto Renzi per rimanere con un pugno di mosche in mano.

Come mai? Ci chiediamo tutti.

  1. Per quel che riguarda la gestione Serafino sappiamo che, in effetti, un finanziatore c’era e lo testimoniano i versamenti fatti dal coreano (2 milioni e 600 mila dollari circa) che sono documentati oltre che testimoniati più volte dallo stesso ex presidente della stagione 2020-2021: “Per reggere due società come Sambenedettese e Bangor servono molti più soldi”. Insufficiente quindi, secondo il calabrese, il potenziale economico fornito da Kim Dae Jung,  al quale vanno aggiunti i crediti lasciati da Fedeli (200 mila euro circa) e  i  170 mila dati indietro presso il notaio romano nel momento del passaggio di proprietà, tutte affermazioni documentate dai due protagonisti. Che poi il vero problema sia che le uscite documentate siano state poche è un problema che riguarda gli organi preposti ai controlli.
  2. Per Roberto Renzi, al momento, il discorso è molto più complesso anche se la conclusione è la stessa: soldi buttati a discapito della nostra Sambenedettese della quale stiamo celebrando l’ennesimo funerale. Cosa può essere successo? Le ipotesi più disparate nascono principalmente perché Renzi non ha mai dato spiegazioni, un segnale solitamente di chi ha qualcosa da nascondere. Anche la risposta “Lei mi fa domande che fa la questura non un giornalista” che mi diede la prima volta che parlai con lui, lasciava precludere qualcosa di sospetto. Gli avevo semplicemente chiesto chi erano i suoi soci. Mi piacerebbe che adesso i cosiddetti tifosi che mi criticarono anche per un’altra domanda “Perché non si è presentato alla prima asta?”, facessero un mea culpa e non ripetessero più lo stesso errore. Insomma segnali negativi da parte di Renzi.
  3. Il seguito più che brutto è beffardo: un’ipotesi è che sia caduto su una buccia di banana. Io non la penso così e credo che gli organi preposti chiariranno presto il “caso Serafino” e il “caso Renzi”. Per quest’ultimo i misteri sono molto più indecifrabili con l’aggravante della mancanza di conferenze stampa che, chi si sente ‘fregato’, solitamente fa a iosa.

Ora che tutto è finito (malissimo purtroppo), visto che i misteri ci sono ma solo Renzi li conosce e non li svela, qualche passo indietro bisogna farlo e li faccio con qualche domanda:

1-La prima asta non andò a buon fine per un bonifico giunto in ritardo. Fu proprio così? Senza prove contrarie la mia risposta è sì.

2– La sera prima della seconda asta sui social apparve una nota lunghissima nella quale si preannunciava l’arrivo di Renzi come l’uomo della provvidenza, altro che il coreano d’America. Perché? Si possono fare supposizioni ma sicuramente fu un errore di chi la scrisse.

3Perché, pur sapendo il sindaco Piunti che Kim Dae Jung voleva riparare ai danni di Serafino acquistando la società (anche qui, senza prove contrarie, è così) non ha preteso da Renzi la certificazione delle sue potenzialità economiche nel caso avesse vinto l’asta? Bastava dire: uno c’è ma se lei è più ‘forte’ me lo dimostri, altrimenti lo stadio non lo concedo. Purtroppo non abbiamo da venti anni un sindaco degno di tale nome.

Il fatto che Kim non abbia rilanciato a me appare chiaro (sempre fino a prove contrarie che non vedo) dato che nessuno acquista un bene ad un prezzo che ritiene superiore al suo reale valore. “Evidentemente ha molti dollari a disposizione, meglio per voi”, disse subito dopo il coreano. In effetti che avrebbe rilanciato fino ad un milione di euro lo aveva preannunciato lo stesso Renzi.

4-Senza chiarimenti (clamorosi se arriveranno) perché ha tolto la Samb a chi la voleva per poi fare la fine che ha fatto? Non ci fossero stati pretendenti lo avremmo capito, anche perché sarebbero bastati 400 mila euro, non 540.

5-C’è qualcuno in grado di affermare con un minimo di prove che Kim Dae Jung avrebbe fatto la fine di Renzi, nel caso che avesse vinta lui l’asta? Io non ci vedo indizi ma, chi li ha, li spieghi a me ma principalmente ai lettori di Riviera Oggi.

Prima di concludere che i misteri sono misteri e in questa triste vicenda sono tantissimi, credo che i fatti a noi conosciuti sono quelli che ho elencato. Chi ne ha altri li tiri fuori. Fatti non voci o chiacchiere però.

Concludo dando atto al giudice sambenedettese Aldo Manfredi che ha interpretato sempre in modo perfetto quanto stava accadendo. Ieri, dopo la decisione del Tar, ha ritenuto di dover precisare: “Avevo parlato di una flebile speranza per non gravare su un clima già pesante. Obiettivamente non vi era alcuna possibilità di esito positivo del ricorso. Ci sono tre decisioni convergenti che sono giuridicamente ineccepibili. L’operazione di compensazione è palesemente contra legem e quello che è accaduto era purtroppo scontato. Resta incomprensibile come si pensasse che la cosa potesse passare inosservata. Penso peraltro che non sia finita qui e che si tratti di operazione di probabile rilievo penale Ora chiudiamo qui e speriamo di ripartire. Forza Samb”.

PS Del futuro prossimo meglio parlarne a ragion veduta piuttosto che fare nomi. Vorremmo farlo con interviste mirate se ci verranno concesse. Secondo noi servirebbe una persona super credibile e con un minimo di potenzialità economica, intorno al quale far convergere altri imprenditori. Il tutto nella totale trasparenza.

Oppure

Esiste già una cordata sambenedettese in grado di fare le cose per bene, quella che dirige il Porto d’Ascoli. Peccato che i suoi potenziali clienti siano minimi e, come tutte le aziende, per fare quelli che servono per decollare, almeno nel calcio, servono decenni. Averne però tantissimi nella stessa città con una passione che viene da molto lontano e che li accomuna (una mia affermazione che credo non possa essere contraddetta dagli attuali dirigenti del Porto d’Ascoli) è una fortuna che non va buttata al vento. Insomma una “cordata” che tifa Samb già c’è, perché non renderla più robusta con un’altra “cordata”, dando a Massi & C. il ruolo di capofila dell’iniziativa? A me sembra una soluzione venuta dall’Alto, perché non sfruttarla una volta per tutte. Sempre se l’amore per la Sambenedettese nata nel 1923 accomuna ancora tutti i suoi abitanti e non solo. Se poi gli attuali dirigenti del Pda sono in grado di ripetere il fenomeno Chievo, un quartiere di Verona, e non altre (di più) negative, ben vengano. Anche se difficilmente (secondo me impossibile) diventerà la prima squadra tifata dalla città, tutti ci complimenteremmo con gli artefici, magari sognando un derby stracittadino in serie C tra la formazione bianco celeste e quella rossoblu. Io ho gettato l’amo, parlarne non farà sicuramente male.

Non sempre il male vien per nuocere può essere una giusta conclusione.