FERMO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato stampa, giunto in redazione il 3 agosto, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Fermo.

Proseguono ininterrottamente le indagini dei Finanzieri del Gruppo e del Nucleo di Polizia economicofinanziaria di Fermo nel settore della spesa pubblica. Le recenti investigazioni hanno consentito di smascherare negli ultimi mesi ulteriori 55 false autocertificazioni di requisiti per ottenere vari benefici economici.

Le dichiarazioni sostitutive sono presentate dai cittadini per ottenere sussidi di varia natura, quali ad esempio il
reddito di cittadinanza, l’assegno sociale, il gratuito patrocinio, la cassa integrazione o i contributi a fondo
perduto introdotti dal decreto legge 34/2020, in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di
politiche sociali, in favore delle aziende in difficoltà a causa della pandemia.

In merito al reddito di cittadinanza, concesso sulla scorta di autocertificazioni attestanti tra l’altro oggettive
condizioni di difficoltà economica, sono state molteplici le discordanze rilevate dalle Fiamme Gialle fermane
tra la situazione economica e patrimoniale dichiarata e quella effettiva dei richiedenti. Oltre a falsità ed
omissioni relative alla situazione economico patrimoniale, sono emerse ulteriori situazioni incompatibili con la
legittima riscossione del beneficio, come la carenza del requisito di residenza minima di 10 anni sul territorio
italiano, l’assenza del permesso di soggiorno permanente, inesattezze circa l’effettiva composizione del nucleo
familiare o l’omissione della comunicazione di attività lavorative iniziate dopo la presentazione della
domanda.

In uno dei numerosi casi riscontrati, i militari hanno denunciato una donna, cittadina extra-comunitaria
residente a Porto Sant’Elpidio e percettrice della misura economica in parola, poiché, nell’ambito di un
controllo in materia di circolazione transfrontaliera di valuta presso l’aeroporto di Bologna, è stata trovata in
possesso di 20.145 euro in contanti, mai dichiarati all’Inps, né al momento della presentazione dell’istanza per
l’ottenimento del beneficio, né successivamente.

Sul fronte dei controlli eseguiti per verificare la corretta percezione dei contributi introdotti dalle norme
emergenziali in favore delle imprese colpite dalla crisi pandemica, i militari del Gruppo di Fermo hanno poi
constatato la posizione irregolare di due aziende, elevando nei loro confronti le previste sanzioni
amministrative pecuniarie, poiché entrambe hanno dichiarato un’inesistente contrazione del volume d’affari
realizzato ad aprile 2020, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Nel corso di un analogo controllo effettuato nei confronti di un’autofficina operante nel fermano, che aveva
anch’essa illegittimamente beneficiato del contributo a fondo perduto, è stata inoltre riscontrata la presenza di
un lavoratore, posto in cassa integrazione da un’altra azienda operante nel medesimo settore, intento a svolgere
“a nero” le proprie mansioni di meccanico. Al termine dell’attività i militari, oltre a notiziare la competente
autorità per la revoca della cassa integrazione, hanno elevato a carico del datore di lavoro la sanzione
amministrativa di circa 9 mila euro per non aver comunicato l’instaurazione del rapporto di lavoro e per aver
retribuito lo stesso in contanti, modalità vietata dalla vigente normativa.

Ulteriori indagini nel settore della spesa pubblica hanno permesso inoltre di segnalare alla Procura della
Repubblica di Fermo due responsabili e di sanzionarne amministrativamente altrettanti per aver omesso di
dichiarare taluni redditi, effettivamente percepiti, al fine di ottenere l’assegno sociale, prestazione assistenziale
erogata dall’Inps in favore di persone che, al raggiungimento del sessantasettesimo anno di età, si trovano
in condizione economiche disagiate.

Da ultimo, è stato denunciato per falsità ed omissioni un cittadino italiano residente nel fermano per non aver
dichiarato di percepire il reddito di cittadinanza nell’istanza avanzata al Tribunale di Fermo per ottenere, in una
causa penale, il patrocinio gratuito a spese dello Stato.

Nel complesso, l’azione di contrasto dei militari del Comando Provinciale di fermo agli illeciti compiuti in
materia di spesa pubblica ha permesso di constatare l’indebita percezione di somme quantificate in oltre
165 mila euro.

L’azione della Guardia di Finanza nel comparto della spesa pubblica mira a scoprire e perseguire tutte quelle
condotte illegali, di spreco, malversazione e indebito accesso a prestazioni assistenziali, che generano iniquità
e minano la coesione sociale, pregiudicando la corretta destinazione delle risorse dello Stato. Il corretto
impiego dei fondi pubblici aiuta la crescita produttiva e occupazionale e contribuisce, nell’attuale congiuntura,
ad arginare l’impatto negativo della crisi economica e sociale conseguente all’emergenza pandemica ed a
sostenere il rilancio del Paese.