SAN BENEDETTO – Giovedì 15 luglio la Figc emanerà i nomi delle squadre partecipanti alla serie C 2021-2022 e quindi i tre gironi. La speranza che la Samb mantenga la categoria sembra appesa ad un filo ma disperarsi adesso non serve a nulla.

Il dolore della notizia comunicata venerdì 9 luglio dalla Covisoc (COmitato di VIgilanza SOCietà sportive) è stato molto grande anche se non proprio inaspettato. Le avvisaglie c’erano e i diretti interessati non potevano non saperlo.

Niente di grave si è pensato tanto che nessuno ha scritto del problema per non turbare un momento così delicato di una società neonata e impegnata con alcuni acquisti a mettere i primi tasselli sul piano strettamente tecnico. Oltretutto dagli organi non sportivi non erano trapelate notizie concrete, dovendo rispettare il segreto istruttorio: segreto regolato dall’articolo 329 (obbligo di segreto) del codice di procedura penale italiano.

Insomma non “nuvole a pecorelle” che annunciavano “pioggia a catinelle” ma una nuvola passeggera sì, relativa ad una presunta richiesta di chiarimenti da parte della Lega Pro, presieduta da Francesco Ghirelli.

Riviera Oggi nei giorni scorsi ha preferito non fare considerazioni per non disturbare gli addetti ai lavori. I quali però, sbagliando secondo noi,  si sono assunti la responsabilità di non rispondere al telefono a chi voleva informare i cittadini  sui veri motivi della mancata conferma all’iscrizione perché contestata dagli organi di controllo federali. Anche la Gazzetta dello Sport lo ha detto in modo generico senza riportare dichiarazioni virgolettate dei dirigenti rossoblu.

Lo stesso avvocato Eduardo Chiacchio che abbiamo contattato sabato scorso si è detto ignaro dei motivi “Dopo l’avvenuta iscrizione e dopo che mi sono impegnato per regolarizzare la fidejussione di 350 mila euro, nessuno della Samb mi ha più contattato, nemmeno adesso dopo il problema reso noto ieri dalla Figc. Se è grave? Non lo so ma sicuramente dovrò vedermi con Renzi & C. nei prossimi giorni con la speranza che il problema sia stato risolto positivamente. La Samb è una società importante del calcio italiano e la sua radiazione sarebbe un colpo mortale per il grande amore per la squadra che accomuna tutto il territorio. Ho conosciuto nell’occasione persone di spessore come i tre curatori, con Franco Zazzetta ho avuto un feeling particolare, me lo saluti

Abbiamo letto con piacere in questi giorni i pareri di ex calciatori o ex dirigenti della Samb che hanno evidenziato la loro meraviglia per quanto è accaduto venerdì scorso, mi è invece piaciuta molto meno la stessa meraviglia espressa da chi ha fatto molto male al mondo del calcio. È come, con le dovute differenze, far esprimere a Giovanni Brusca la sua meraviglia per i problemi e i mali della mafia.

Chiaramente nessuno di fede rossoblu si augura la radiazione dei nostri gloriosi colori, anzi credo che i più pessimisti si augurino fortemente di avere torto il prossimo 15 luglio. A meno che non ci siano persone bisognose di un TSO immediato. Dopo di che inizierà un cammino tutto nuovo. Sia se dovesse andar bene, sia se dovesse finire male.

Nel primo caso Roberto Renzi meriterà i dovuti ringraziamenti e tutti dovranno lasciarlo lavorare in pace, visto che l’investimento è stato notevole e che dovrà guardare al futuro con grande equilibrio oltre che in modo trasparente come il territorio di fede rossoblu merita ampiamente, dopo le tante sfortune e gli innumerevoli soprusi subiti nell’ultimo trentennio.

Nella seconda ipotesi, che è assolutamente da scongiurare, il buco nell’acqua sarebbe molto più grave dei precedenti in quanto verrebbe decretata la fine di un marchio di fabbrica qual è la Sambenedettese Calcio in campo nazionale. Probabilmente con un anno senza calcio come capitò a Palermo venti anni fa. Ripartire non sarà facile né mi sembrerà il caso di ‘disturbare’ il Porto d’Ascoli che ha raggiunto meritatamente un traguardo che nessuno avrebbe immaginato fino all’altro ieri.

Oltretutto sarebbe grande il rammarico di aver tolto la società rossoblu dalle mani di Kim Dae Jung. Con il quale nessuno poteva giurare sul futuro che ci aspettava ma il dubbio rimarrebbe per tutta la vita, come una spada di Damocle, sulle teste dei tanti innamorati della nostra gloriosa Samb. Senza dimenticare che l’artefice di tutto ciò resta Domenico Serafino. “Mi chiamo Domenico come il primo presidente che portò la Samb in serie B nel 1956, SambA perché sarebbe addirittura poco che la SamB… finisce in B”. Due piccoli inganni che restano però emblematici per il danno procurato ad un popolo che lo aveva osannato e che ora potrebbe stracciarsi le vesti per il grande dolore… se Renzi non vi avrà posto riparo.

Nel caso che finisse male, non crediamo alla possibilità che l’eventuale e ulteriore ricorso andrà a buon fine. Come siamo certi che ancora una volta la presenza del primo cittadino di San Benedetto, in qualità di custode dei beni cittadini, si sia rivelata inutile. Nel calcio come in tanti gli altri settori. Secondo me, ritirare la sua candidatura alle prossime elezioni, sarebbe il minimo che potrebbe fare se la Sambenedettese finirà a …scatafascio.