GROTTAMMARE – Martedì 22 giugno, alle ore 18,30, lo scrittore, giornalista e traduttore Erri De Luca è stato ospite del Bagno delle Sirene di Grottammare dove ha raccontato, attraverso le proprie esperienze di vita e di scrittura, la propria geografia personale, toccando diversi temi e interagendo anche con il pubblico. L’evento è stato patrocinato dal comune di Grottammare. Ha dialogato con lui il sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini.

Nell’intervista Erri De Luca ha ammesso il suo importante legame con Grottammare e con la nostra costa: pur essendo tirrenico sente di preferire la costa adriatica, anche perché è rimasto piacevolmente colpito dal modo in cui chi la abita la rispetta e se ne prende cura. Ha anche sottolineato l’enorme eredità culturale che abbiamo ricevuto dal nostro mare Mediterraneo, quello che Omero chiamava “strada liquida”, e l’importanza della geografia sia nella sua scrittura che nella vita come punto di riferimento e di orientamento. Questa non è l’ultima volta che viene a trovarci, ha assicurato.

“Ho il privilegio di essere nato in questa penisola che ha ricevuto dal mar Mediterraneo e dalla propria posizione geografica gran parte del proprio patrimonio culturale: la geometria, i numeri, la poesia, il teatro, l’astronomia, la religione – ha esordito Erri De Luca. “Questo territorio privilegiato  mi ha suscitato diversi sentimenti geografici: innanzitutto nel mondo c’è più sud che nord perché il sud risale, non accontentandosi della propria metà geografica e il nord, come espressione geografica del Mediterraneo, non esiste. Inoltre, l’Italia è più divisa tra est e ovest che tra nord e sud, cioè tra Tirreno e Adriatico”. E, a proposito del suo luogo di origine, ha detto: “Sono nato sul Tirreno, dove il sole mi tramontava in faccia e albeggiava dalle spalle del Vesuvio”, ma ha ribadito il suo profondo legame con l’Adriatico.

E continuando sulla scia dei propri frammenti di geografia personale che, come ha affermato: “mi hanno reso amante della geografia del mondo”, Erri De Luca ha toccato un tema dolente, quello del Mediterraneo divenuto ormai “fossa comune”, quello dei tanti naufragi che avvengono in questo mare e che sono “un oltraggio al Mediterraneo”. Ha parlato, quindi, di “flussi migratori” e non, come qualcuno erroneamente li definisce, “ondate migratorie”, ha spiegato quale è, a suo avviso, “la forza motrice” che spinge tante persone a emigrare affrontando le insidie del mare e ha parlato di “disperazione”: “le ragioni di chi arriva sono più forti di quelle di chi vuole cacciare”. Ha ricordato, inoltre, i tanti italiani emigrati nel secolo scorso, “un secolo che ha fatto più vittime civili che militari”, accolti in modo ostile nel Nuovo Continente. E sempre parlando del Novecento e della propria generazione ha dichiarato: “Geograficamente sono un uomo del Novecento, nato proprio nel mezzo. Ho fatto parte di una generazione che giustamente Pasolini ha definito eccedente, perché eravamo tanti e acculturati, una generazione esplosiva”.

Interesse e qualche contrarietà ha destato, invece, la sua affermazione sulla letteratura: ” Sono più lettore che scrittore e mi sento un patriota della lingua italiana, per cui ho un sentimento di appartenenza e come cittadino di questa lingua non posso essere espulso da questa cittadinanza; tuttavia non considero la letteratura un’arte proprio perché qualsiasi arte si percepisce in modo immediato, non va spiegata e non richiede alcuna competenza, mentre la letteratura e la scrittura partono dal presupposto della conoscenza di una lingua. Le parole danno un’alta definizione della realtà che osserviamo e percepiamo”.

E, infine, sull’istruzione scolastica ha ammesso: “Ho avuto la fortuna di trovarmi i libri a casa, quelli di mio padre, perché quelli che ho dovuto leggere e studiare a scuola non mi sono piaciuti e non mi è piaciuto il metodo di insegnamento. Più che per obbedienza e imitazione, si impara per contrasto, venendo stimolati a farsi una propria opinione. Non bisogna impartire lezioni, ma un modo di comportarsi”.

Il sindaco Piergallini, ha, inoltre, ricordato, l’ultimo libro di Erri De Luca, “A grandezza naturale”, che parla del difficile rapporto tra genitori e figli. di obbedienza e disobbedienza.