SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Si avvicina l’estate e ci ritroviamo come due anni fa: bloccati in fila”.

Enrico Cognigni, presidente della sezione trasporti di Confindustria Centro Adriatico, dà voce a un settore che è stata messo a dura prova dalla pandemia e ora deve fronteggiare i lavori in corso sulla A14. “Tra Fermo e Ascoli – prosegue Cognigni – questo settore coinvolge qualche migliaio di dipendenti tra aziende e indotto e fattura oltre 100milioni di euro. Spesso non si comprende l’importanza del mondo della logistica”.

Tra calo di volumi di lavoro e aumento dei costi fissi, il gasolio da inizio anno è salito costantemente come tutte le materie prime, gli autotrasportatori ora aspettavano le riaperture per riprendere a viaggiare sereni. “L’agroalimentare non si è mai bloccato, è vero, così come qualche settore industriale. Ma essendo ferma tutta la filiera della ristorazione e del turismo, con il calzaturiero in crisi, i problemi non sono mancati”.

La perdita media è stata del 20%. “A questo si aggiungono i protocolli di sicurezza che hanno pesato sulle aziende, a fronte di piccoli ristori. Ma nessuna si è tirata indietro, anche se il guadagno calava giorno dopo giorno, perché ogni camion che partiva era fondamentale, fosse anche per portare mascherine e materiale medico da una parte all’altra dell’Italia. La nostra forza è stata quella di sapere di essere un servizio essenziale”.

Ora con la ripresa del movimento e la riapertura dei negozi, le aziende dell’autotrasporto speravamo di poter lavorare normalmente. “E invece, ecco l’imbuto dell’A14. I cantieri persistono e la situazione è destinata a peggiorare. Si parla tanto di ripartenza del turismo, del commercio e dell’industria, ma purtroppo c’è anche quella dei lavori”.

Due anni dopo l’inizio dei cantieri dentro le gallerie, che si sono aggiunti al sequestro di tratti di viadotti, si è di nuovo allo stesso punto, con tanto di chiusura per quattro notti del tratto tra Pedaso e Grottammare programmato per questa settimana. “Anni di problemi, non c’è programmazione. È incredibile che non si sia approfittato di questo periodo di pandemia, con l’Italia in zona rossa e gli spostamenti ridotti, per sistemare l’autostrada, quantomeno il tratto di A14 nel sud delle Marche. Queste prime settimane di lavori hanno già segnato il nostro lavoro”.

Secondo Cognigni, il tempo medio perso per ogni camion nel tratto Fermano-Piceno è di 40 minuti. “Questo si ripercuote su più fattori: tempistiche di consegne, turni di lavoro e consumi. Si ricominciano a perdere coincidenze con altri vettori. E poi c’è l’aumento del rischio di incidenti con questa situazione di continui cambi di corsia, restringimenti, mezzi che vanno piano, auto che corrono. Il rischio tamponamenti è molto forte, come cresce lo stress di chi guida”.

L’appello che il presidente lancia è rivolto alla politica. “Un appello trasversale a ogni forza. Dai Comuni alla Provincia per arrivare alla Regione e ai parlamentari. Questa deve essere una battaglia comune. Bisogna pressare Società Autostrade affinché i cantieri vengano conclusi quanto prima. I lavori vanno velocizzati, dobbiamo assolutamente avere l’autostrada libera entro i primi di giugno. Già la nostra A14 è piccola per i volumi di traffico, almeno sia libera dai cantieri”.

In attesa che l’autostrada venga liberata, il traffico cresce lungo la Statale. Ma su questo il presidente della sezione trasporti di Confindustria Centro Adriatico è chiaro: “L’indicazione che diamo ai nostri autisti è di rimanere in autostrada, passare lungo la Statale peggiora tutto. I tempi di percorrenza non migliorerebbero e faremmo un danno ai cittadini. Anche in questo noi collaboriamo, siamo i primi a cercare la sicurezza, garantendola a ciclisti e pedoni che lungo le strade normali si muovono”.