25MILAEURO. Una cifra che in questi giorni sta avendo il maggior numero di ‘visualizzazioni’. Come gran parte dei cittadini sanno, infatti, sono gli euro che il presidente della Samb, Domenico Serafino, dovrà versare in tribunale per bloccare il fallimento e dar vita al concordato. Ad oggi venerdì 23 aprile ancora non esiste la somma richiesta che deve essere depositata su un conto corrente creato all’uopo a beneficio della procedura fallimentare. Entro domani mattina alle poste, lunedì in banca o alle poste.

Pare che Serafino abbia, come ormai è suo costume, detto che i soldi necessari potrebbero arrivargli nei prossimi giorni e che sarebbe intenzionato a chiedere una proroga che, per Legge, però deve arrivare ai commissari prima della scadenza e ancora non è arrivata. Faccio mie le parole del mio legale di fiducia: in un concordato dell’ordine di milioni, se ha difficoltà ad avere una somma in proporzione molto, molto più piccola, come può pensare che i giudici e i commissari, in prima persona, possano concedergli una proroga?

Io credo che stia per alzare le mani. Se non ha pagato, come sembra, nemmeno i 125 euro necessari per far partire la pratica di concordato, il caso diventa clinico.

Grazie ai dubbi di alcuni lettori ma anche grazie a lettori sapientoni che ritengono di sapere tutto, sono qui a chiarire che non è assolutamente vero che Kim Dae Jung, essendo socio di minoranza della Sudaires Srl, non potrebbe partecipare all’asta fallimentare, nel caso che tale evenienza si verificasse.

Potrebbe perché, chi fallisce non è la Sudaires bensì la società Sambenedettese e l’essere socio di Serafino con un’altra società non gli impedirebbe di rilevare il titolo sportivo. Per ulteriore chiarezza, anche il presidente della Samb potrebbe vendere la società a terzi ma, a quel punto, Kim Dae Jung avrebbe motivazioni molto più valide (in qualità di creditore) per impugnare la cessione e far revocare l’atto, del quale non è stato partecipe.