di Federica Pilotti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il coordinamento “Fermiamo il consumo di suolo, rigeneriamo la città” sta seguendo in questi giorni con molta attenzione e preoccupazione il dibattito in corso riguardo i lavori della trasformazione dell’ex Hotel Garden in un condominio di lusso.

Le motivazioni del coordinamento: “Questa operazione fu oggetto già dieci anni fa di complesse discussioni in consiglio comunale ma ad oggi rimane il simbolo della continua trasformazione degli hotel, togliendo progressivamente a San Benedetto la sua propensione ricettiva turistica, e così snaturando una delle caratteristiche che l’hanno sempre contraddistinta. Per non parlare poi della perdita economica, di imprese, fatturato, imprese di indotto, figure professionali e posti di lavoro. Abbiamo uno dei più rinomati Istituti alberghieri: come si coniuga con l’emorragia di strutture alberghiere?”

La presenza di “centinaia di leggi e regolamenti” non hanno evitato numerosi scempi urbanistici – quanto è successo con l’ex Villa Bollettini e il relativo parco è emblematico – e non li eviteranno se l’Amministrazione comunale, che invece dovrebbe essere il garante dell’interesse pubblico, continua ad essere del tutto assente. San Benedetto del Tronto ha bisogno che la politica urbanistica torni in mano all’Amministrazione pubblica e che questa sia guidata esclusivamente dal principio del pubblico interesse. Purtroppo la risibile melina sulle varianti urbanistiche, il caos degli uffici comunali sulle pratiche del bonus 110 percento, così come la vendita di una scuola a parenti di Assessori per la costruzione di appartamenti, e molto altro, rende evidente come siamo ben lontani dal raggiungere questo obiettivo”.

Queste le lamentele e preoccupazioni del Coordinamento, che conclude confidando in particolare su uno degli obiettivi del costruttore: “Non possiamo però che essere completamente d’accordo con l’auspicio di D’Isidori, il quale ha riferito di dover arrestare la visione miope da anni ’60. San Benedetto del Tronto ha proprio bisogno di voltare pagina rispetto ai decenni di cementificazione selvaggia: azzerare il consumo di suolo e ripensare la città in un’ottica di vera rigenerazione urbana è l’unica strada percorribile”.