PLQ capitolo 18 

A PROPOSITO DI RIVOLUZIONI VIOLENTE

di Brevevita Letters – disegni di Ilario M.

(qui gli ultimi episodi)

 

Sapendo che quella sera si sarebbe bevuto sul serio, alla fine il pelato si recò all’appuntamento a Walthamstow coi mezzi, anche perché così non doveva stressarsi tra parcheggio, app per pagare il parcheggio e tutta la letteratura del guidare in stato di ebbrezza al ritorno, che qua ti sbattono direttamente in galera, se ti ci pigliano.

 

Quando il pelato fece il suo ingresso nel pub La Quaglia era già dentro, sedeva a un tavolo in disparte, e aveva già inaugurato la birrata con una sacrosanta Guinness. 

 

Erano le sette in punto di un tardo pomeriggio grigio e scuro di novembre, ma il pub era illuminato a giorno da una luce bianca, forte e fastidiosa, quasi da camera autoptica, e difatti la maggior parte dei clienti erano cadaveri.

 

Dentro al pub ci stavano almeno 20 televisioni che trasmettevano calcio, di cui 2 veramente giganti, e di fronte a una di queste si agitava un folle apparentemente senza dimora, che stava esultando per un gol del Tottenham. Come provava ad alzare le braccia per esultare, il resto del suo corpo sembrava come se smarrisse il baricentro, e iniziava a barcollare. In un altra zona, due operai vistosamente est-europei, coi vestiti tutti inzaccherati di vernice, giocavano a videopoker e ordinavano birre bionde a manetta.

 

“E’ dispersivo ‘sto pub, madonna è talmente vasto che quando entri ti rincoglionisce”, disse il pelato.

 

“l’importante è che mo ci siamo trovati”

 

“Già, eccoci qua, Madonna che puzza di lercio. Secondo te quanti anni sono che non passano l’aspirapolvere sulla moquette?” 

 

“mah, secondo me a fine serata ci pisciano pure sopra alla moquette, così si disinfetta”

 

“ma cazzo Pasquà, che figata trovarti quassù, non ci potevo credere oggi quando t’ho visto. ‘Spetta che mi vado a prendere una Guinness pure io”

 

La Quaglia si sentiva leggermente a casa dopo un mese, il pelato l’aveva riempito di un’energia che fino ad allora a Londra gli era mancata. L’energia degli amici.

 

Il pelato tornò con una maestosa pinta di Guinness traboccante schiuma. Immerse le labbra nel bicchiere e ne uscì notevolmente ristorato: “aaaaaahhhh, quess è Lu parlà!”, disse

 

La Quaglia si fece una risata. Quella era una tipica esclamazione della Vallata del Tronto, e non la sentiva da un pezzo. Che bello riascoltarla.

 

“ne ho le palle piene di hey man you’re right? are you going, man? ‘man man man’, non sanno dire altro. C’è un modo più insignificante per essere chiamati?”, continuava il pelato.

 

“se ci pensi è un modo piuttosto onorevole: ti chiamano ‘uomo’ “

 

“io preferisco essere chiamato scalzapippe, o ‘capo siendambuò’, o tu sei il top fratello, ‘sto madonna di ‘man man man’ alla fine appiattisce tutto. Non siamo tutti uguali, e non siamo tutti uomini”

 

“ah ah ah. Tu come stai? Ti dico la verità a vederti e a sentirti parlare mi sembri in gran forma”

 

“io sto bene. Mi sono tolto dal cazzo l’Italia e i suoi commercialisti, torno due volte al mese per una cena con gli amici e stop, l’ideale”

 

“no ma dico come stai a livello tu come stai, tu giù dentro”

 

“Pasquà, sei diventato frocio? Io sono il solito, vedo 4 film a settimana, tutti rigorosamente rumeni o turchi, perché nel novanta per cento dei casi l’america mi sta sul cazzo, ma l’Inghilterra no, difatti i film inglesi non mi dispiacciono”

 

“ma ce l’hai una donna? o preferisci stare da solo?”

 

“preferisco stare da solo”

 

Ci fu silenzio.

Poi il pelato riprese. “E tu invece? Tu ce l’hai una donna?”

 

“no, ma penso sempre a una”

 

“una che sta qua?

 

“no ma che qua, qua non conosco ancora nessuno. Sta in Italia questa”

 

“meglio, così non ti rompe i coglioni. E poi magari quando vi rivedete potrà essere perfino divertente”

 

La Quaglia fu quasi rinvigorito da questa affermazione, e magari gli sarebbe piaciuto scavare più a fondo sul discorso ‘vita sentimentale in generale’, perché aveva capito che il pelato aveva raggiunto un equilibrio e una consapevolezza a lui ancora sconosciuti, ma preferì per il momento occuparsi delle cose pratiche:

 

“vabè, allora dimmi,  è difficile lavorare per te?”

 

“difficilissimo, perché io sono un cacacazzo e perché vendere il vino è difficile”

 

“ah sì? pensavo che fossero alcolizzati gli inglesi”

 

“in effetti sì, lo sono, ma ci sono una serie di ma: ma numero uno, da che mondo è mondo loro sono sempre stati bevitori di birra, quindi ficcargli dentro il vino non è facile; ma numero due, quassù gli arriva talmente tanto vino che loro sono confusi e viziati, sanno che tu hai bisogno di vendere, sanno che gli leccherai il culo, quindi si sentono il coltello dalla parte del manico, e perciò sono clienti difficili da convincere, gli devi far venire voglia, gli devi raccontare una storia, gli devi creare il bisogno”

 

“sono finiti i ma?”

 

“no Pasquà fidati. Ho appena iniziato”

 

“allora vai avanti”

 

“no mo si beve. Gli altri ‘ma’ li scoprirai strada facendo”

 

“vuoi dire che mi assumi?”

 

“mo ne parliamo di come si po’ fa. Intanto vado a piglià n’altre due birre”

 

Madonna l’energia di quell’uomo poteva anche risultare fastidiosa, ma La Quaglia al momento la gradiva, anzi era esattamente ciò che andava cercando, un elemento che sapesse prenderlo simpaticamente a calci nel culo, che lo smuovesse da un andazzo di attività lavorative che stava diventando davvero poco interessante.

 

Bevvero 4 Guinness a testa. 

In confronto ai ritmi inglesi erano mammolette, ma questo non impedì ai due amici di toccare i più diversi argomenti: la grandezza non ancora totalmente riconosciuta a Sam Rockwell, Agota Kristof che quando capiti su una delle sue pagine sembra che una strega cattiva ti stia dando la buonanotte, un magnate indonesiano che – anziché sull’Inter – investe su una Rivoluzione violenta da attuarsi in Italia. Su questa immagine in particolare si soffermarono molto, e si trovarono d’accordo sul fatto che – nel caso – si sarebbero arruolati immediatamente: 

 

“sarebbe un epilogo dignitosissimo della mia vita”

 

“sì, sarebbe il top”

 

Oltre alle cazzate da carbonari mazziniani, i due amici ebbero l’accortezza di stabilire un piano d’azione.

 

La Quaglia avrebbe affiancato il pelato al furgone il lunedì della settimana successiva. Avrebbero fatto una prova. Magari funzionava. Magari ne sarebbe uscito qualcosa di stimolante, chissà. Era una strada da percorrere. 

 

Brevevita Letters